Nel cuore del Gattinara

Sono diversi gli aspetti che sorprendono nel visitare l’azienda vitivinicola Travaglini di Gattinara, a partire certamente dalla singolare bottiglia con quella forma in apparenza irregolare studiata per meglio trattenere l’eventuale sedimentazione naturale del vino. Le linee sinuose del contenitore protetto da brevetto internazionale, elegante e adatto alla conservazione in cantina, permettono di evitare la “decantazione” o “scaraffatura” al momento del consumo. A disegnarne i contorni è stato Giancarlo Travaglini che nel 1958 prese in mano le redini dell’impresa di famiglia portandola al successo fino a farla diventare sinonimo di Gattinara. Il pregiato rosso, che ha ottenuto la Doc nel 1967 e la Docg a partire dalla vendemmia 1988, si ottiene solo dai vigneti a ridosso della cittadina piemontese non lontano da Biella.

L’azienda Travaglini, situata nel cuore delle colline di Gattinara, comprende 59 ettari in proprietà di cui 52 coltivati a vigneto ed esclusivamente a Nebbiolo, la sola uva consentita per la produzione del Gattinara Docg, vino di grande struttura e longevità al quale si affianca il “Nebbiolo Doc Coste della Sesia”, giovane, fruttato e di facile beva.

Oggi l’azienda è condotta dalla figlia di Giancarlo, Cinzia, con il marito Massimo che ricopre il ruolo di winemaker. I due hanno mantenuto la passione per il lavoro e l’impegno mirato a raggiungere una produzione qualitativamente superiore grazie alla ferma volontà di ottenere sempre risultati di altissimo livello.

Manualità supplementare

Contribuisce al mantenimento della qualità dei prodotti Travaglini il colore scuro della bottiglia che ostacola il passaggio dei raggi luminosi, a causa dei quali si potrebbe generare il classico “difetto di luce”. È tuttavia evidente che la forma distintiva della bottiglia impone alcuni vincoli durante il confezionamento, soprattutto quando la si deve “vestire”. Il suo perimetro di base non perfettamente circolare, ben evidente quando la si capovolge per inserirla nelle ceste a fine linea, richiede infatti un supplemento di manualità nel passaggio dalla capsulatrice all’etichettatrice e piattelli costruiti su misura all’interno della macchina affinché il contenitore mantenga la corretta posizione mentre vengono applicati sulla superficie di vetro i quattro componenti adesivi: etichetta frontale, retro etichetta, collarino con l’annata e fascetta Docg.

Ma andiamo con ordine compiendo un salto indietro nel tempo, cioè a quando, sul finire degli anni ‘50, Giancarlo Travaglini è uno dei pochi a non cedere alle sirene dell’industrializzazione che attira tanti coltivatori della zona nelle fabbriche del Nord spingendoli ad abbandonare la terra.

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