Il tempo cambio formato? Per Sacmi è pari a zero!

Sulle macchine etichettatrici – e non solo – il cambio formato rappresenta un tempo morto: la macchina è ferma, si cambiano le attrezzature bottiglia ed etichetta e nel frattempo non si imbottiglia. Inoltre, tale operazione può essere una fonte di errore. Riuscire a ridurre o addirittura eliminare questi tempi è dunque un prezioso contributo per l’efficienza di ogni linea di imbottigliamento. SACMI Verona, azienda del gruppo SACMI – ci è riuscita: alla recente edizione del SIMEI ha esposto la sua innovativa gamma di etichettatrici, automatiche e modulari, per contenitori in vetro, per le industrie Wine&Spirits. Caratteristica principale? Tempo zero per il cambio formato bottiglia.

Marco Corbari

«Avere questi tempi di cambio formato significa aumentare la redditività della macchina – afferma Marco Corbari, Business Development Manager di SACMI VeronaPer raggiungere questo obiettivo abbiamo automatizzato vari punti della macchina. Nello specifico abbiamo aggiunto una coclea universale per l’introduzione di bottiglie da 60-110 mm come diametro. In questo modo riusciamo a gestire tutti i formati con la stessa coclea. Abbiamo inoltre una stella universale che, grazie a pinze con presa positiva, si regola in maniera automatica in base al diametro della bottiglia». Non solo. La macchina è dotata di telecamera di orientamento in entrata, che permette di posizionare la bottiglia in base a eventuali loghi stampati sul vetro o alle saldature stesse della bottiglia per evitare che l’etichetta venga incollata su di esse. Anche in uscita, una telecamera di controllo verifica che le etichette siano state applicate con le giuste tolleranze e, qualora questo non succeda, esse vengono scartate. «La nostra etichettatrice può portare fino a otto gruppi adesivi diversi. Le diverse tipologie di bottiglie ed etichette, con indicazione di formati e dimensioni, vengono inserite nel quadro di controllo dall’operatore e memorizzate e al momento dell’imbottigliamento si dovrà solo indicare sul pannello di comando quale bottiglia – quindi quale formato – entra in linea. A quel punto i gruppi adesivi, tramite motori brushless, si mettono automaticamente nella posizione richiesta, sia in altezza che profondità e inclinazione per raggiungere in maniera ottimale il formato della bottiglia in linea». Ma vi è dell’altro: l’etichettatrice Sacmi è dotata di capacità di autoregolazione in base ai risultati. «Qualora le telecamere rilevassero che le etichette non sono state attaccate adeguatamente, manda il segnale ai gruppi adesivi di posizionarsi diversamente per ottenere il risultato corretto. Vi è un intervallo di tolleranza oltre al quale l’operatore è chiamato ad intervenire».

Si tratta indubbiamente di una macchina versatile che rappresenta una risposta di alto livello alle più diversificate esigenze del mondo labelling. Spiega Corbari: «Abbiamo realizzato questa macchina per dare risposte alle esigenze del mercato di oggi. Ma essa è al contempo una risposta futura: eventuali cambi di formati bottiglia a cui un’azienda potrà andare incontro potranno essere realizzati senza problemi sulle nostre macchine».

SACMI Verona produce circa 200 macchine all’anno, non solo per il settore Wine&Spirits ma con un occhio di riguardo anche a quello della birra: «Abbiamo lanciato anche macchine etichettatrici per birra che possono arrivare fino a 72.000 bottiglie/ora quindi con una struttura importante. Questo risponde ai nostri obiettivi di dare risposta alle velocità richieste dal mercato. Oltre al tempo zero, l’efficienza consiste anche nell’offrire soluzioni che riducono sia le possibilità di danno alle bottiglie – vi sono ad esempio protezioni contro la caduta – sia opzioni di massima sicurezza per l’operatore».

Mercato target

A quale mercato sono destinate queste macchine? «In termini produttivi, le nostre macchine iniziano a diventare interessanti per produzioni dalle 2000/3000 bottiglie ora. In termini di segmenti, indubbiamente al mercato del segmento Wine&Spirits ma sono in grado di trattare anche plastica e alluminio».

La macchina è dotata di stella universale che, grazie a pinze con presa positiva, si regola in maniera automatica in base al diametro della bottiglia

SACMI Verona esporta il 90% di quanto produce. Se questo può risultare ovvio quando si parla di birra, perché i grossi produttori sono in Europa, risulta più sorprendente quando si parla di vino, dove l’Italia è senza dubbio un player fondamentale, uno dei mercati di riferimento. «Vero – afferma Corbari – ma il mercato italiano è caratterizzato da moltissima concorrenza e quando la concorrenza è così elevata troppo spesso la “gara” la si vince sul basso costo. È una gara a cui non vogliamo e non possiamo partecipare. Le nostre macchine hanno un elevato contenuto tecnologico. Questo comporta non solo tempi di consegna un po’ più lunghi, ma anche un costo di partenza che può essere talora più elevato rispetto ai competitor, che comunque rientra in tempi brevi considerando i vantaggi che le nostre macchine offrono in termini di efficientamento del lavoro. In Italia si vende bene soprattutto quando ci sono incentivi come, ad esempio, il 4.0. Altrimenti il mercato è caratterizzato da molto retrofit o manutenzione».

Eleggibili per il 4.0

«Due sono i requisiti che rendono le nostre etichettatrici eleggibili per il 4.0: la possibilità di avere un controllo a distanza 24 ore su 24 e di fare interventi di manutenzione sulla macchina da remoto. Quindi, il comando a distanza della produzione: la produzione può essere lanciata sulla linea a distanza grazie alla interattività tra la macchina e il computer di linea che gestisce la produzione giornaliera. Questo vale sia per le nostre etichettatrici sia per le macchine Bag-in-Box».

Il Bag-in-Box di Sacmi: una risposta alle richieste di sostenibilità
Al Simei SACMI Verona ha esposto anche una riempitrice automatica per il Bag-in-Box. Un monoblocco di riempimento di ultima generazione progettato per gestire il riempimento ultra-clean del bag e il confezionamento dello stesso all’interno del cartone. Questa soluzione è completamente automatizzata e opportunamente dimensionata per ogni necessità produttiva. Il Bag-in-Box trova sempre più impiego, in Italia e soprattutto sui mercati esteri. «Le macchine di SACMI, in un unica linea e con impronta carbonica limitata, preparano il materiale da confezionamento, lo riempiono, lo chiudono e infine lo pallettizzano». Ma si tratta di un packaging che, almeno per il vino, non gode di buona nomea. «In Italia il consumatore italiano non è consapevole dei vantaggi che questa confezione può offrire. Nel Bag-in-Box il vino è assolutamente protetto dalla luce e viene confezionato in condizioni igieniche altamente controllate e con una quantità minima di ossigeno, una delle più basse sul mercato, assicurando una buona conservazione del prodotto e una prolungata shelf-life (fino a 30 giorni dal momento dell’apertura)». In generale, l’impronta carbonica del prodotto in bag è molto bassa rispetto ad altre tipologie di packaging. Infatti, al di là della leggerezza che influenza le emissioni di CO2 del trasporto, il Bag-in-Box è molto più efficiente in termini di spazio. Basti pensare che per trasportare un milione di litri di vino, occorrono 48 camion per le bottiglie di vetro da 75 cl contro i solo sei per il Bag-in-Box. Infine, si tratta di un prodotto riciclabile al 100%: al fine vita, il cartone viene facilmente separato dalla plastica e ognuno procede per la sua via di riciclo. Il Bag-in-Box è adatto a tutti i tipi di vino fermo, bianco o rosso, compresi prodotti premium, per l’accuratezza del processo di riempimento. È idoneo anche per sciroppi e succhi post mix, olio edibile e per alcuni prodotti non food quali home care personal care. Anche le macchine delle linee per il Bag-in-Box di SACMI sono controllabili a distanza, altamente configurabili e adattabili alle singole necessità di processo.