L’impresa agricola Josetta Saffirio ha intrapreso il percorso di certificazione biologica e ha introdotto in azienda, in campo così come in cantina, diverse pratiche rispettose dell’ambiente.
«Un prodotto di grande qualità, che non accetta compromessi e ci rispecchia nel gusto e nel modo in cui è realizzato, rispettando il territorio e traducendo lo stesso territorio in vino». È questo, secondo la titolare Sara Vezza, il punto di forza dell’azienda agricola Josetta Saffirio, cantina situata a Monforte d’Alba, in provincia di Cuneo, con quasi due secoli di storia alle spalle. Una realtà oggi alla quinta generazione, nata per opera di Giuseppe Saffirio e sviluppatasi nel Novecento grazie al nipote Ernesto, uomo tenace e intelligente. Profondamente legato alle proprie radici, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale Ernesto rileva la quota dei fratelli e tiene unita la proprietà, tramandando l’eredità di famiglia alla figlia Josetta, docente di viticoltura ed enologia alla Scuola Enologica di Alba. Così, nel 1975, a soli 23 anni, Josetta trasforma un’impresa che fino ad allora aveva prodotto e venduto uva in una vera e propria cantina e dà vita al suo marchio. Lei stessa disegna le etichette, che presto fanno il giro del mondo: gli gnomi diventano così il simbolo di un vino di grande caratura, prodotto in poche bottiglie e molto richiesto. Nel 1982, da alcune prove sperimentali, nasce un Barolo di altissimo livello, premiato due volte con i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, e ad esso fanno seguito il Dolcetto e la Barbera d’Alba, dedicati ai figli Alessio e Sara. E proprio quest’ultima, nel ’92, rileva l’attività e, supportata dal padre, sceglie di percorrere la strada dell’agricoltura biologica e della sostenibilità aziendale, dando il via a una nuova era per Josetta Saffirio.
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