Energia e cambiamenti climatici
Gli imprenditori agro-alimentari hanno investito in maniera significativa nel miglioramento della propria performance energetica e nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG). Tra il 1999-2008, l’industria ha tagliato del 18% le emissioni di gas serra, mentre il valore della produzione è aumentato del 29%. Sempre più spesso, i sottoprodotti e gli scarti industriali sono utilizzati come fonte di energia rinnovabile e gli investimenti nelle tecnologie a basse emissioni, come per esempio la cogenerazione (CHP), stanno contribuendo a contrarre ulteriormente le emissioni. Il settore si sta inoltre convertendo all’impiego di refrigeranti alternativi non appena diventano tecnicamente ed economicamente sostenibili, sicuri ed efficienti. La federazione belga di categoria, FEVIA, ha intrapreso un’azione per misurare e implementare l’efficienza energetica delle birrerie fiamminghe. Una volta identificate basse prestazioni nell’uso di energia e nella produzione di birra, gli specialisti in energia sottopongono a audit the birrerie più inefficienti per identificare azioni in grado di aumentare l’efficienza energetica.
Acqua
Il comparto manifatturiero europeo di alimenti e bevande consuma circa l’1,8% di tutta l’acqua impiegata in Europa. Considerando il previsto aumento della domanda di acqua in tutto il mondo, sono stati fatti notevoli sforzi con gli altri partner di filiera per migliorare la gestione delle risorse idriche, la qualità delle acque reflue e il recupero dell’acqua e il suo riutilizzo. Molti operatori sono anche coinvolti in varie iniziative multilaterali per analizzare l’uso dell’acqua durante l’intero ciclo di vita di un prodotto. Inoltre, i produttori hanno ridotto il consumo idrico in loco su base volontaria, con l’impiego di strumenti per misurare l’uso dell’acqua, l’adozione di pratiche di gestione delle acque e investendo in tecnologie più efficienti dal punto di vista idrico. Ciò ha determinato una riduzione oggettiva dell’acqua impiegata e dei costi associati. Ne è un esempio la birreria ceca Plzenský Prazdroj che ha sistematicamente ridotto il consumo di acqua nel processo birrario, monitorando le risorse e prendendo in considerazione le necessità idriche della regione, applicando i principi del trattamento responsabile delle fonti e minimizzando l’impatto sull’ambiente nella gestione dei reflui. Come risultato, i consumi idrici medi di Plzenský Prazdroj’s sono i più bassi non solo della Repubblica Ceca ma anche de mondo: 4,1 hl per 1 hl di birra rispetto ai canonici 5 hl per ettolitro di birra prodotta. Dal 2010 al 2011, Plzenský Prazdroj ha ridotto il consumo di acqua del 7,83%. Non è stata a guardare neppure la European Federation of Bottled Water (EFBW). I suoi membri, infatti, hanno calcolato volontariamente il consumo di acqua del comparto in ogni stabilimento europeo nel quinquennio 2006- 2010. I primi risultati sono stati pubblicati un anno fa e hanno mostrato una riduzione del 18% dell’uso idrico, punto di partenza dal quale definire ulteriori azioni proattive per la gestione di una risorsa tanto preziosa.
Rifiuti
Il tema dei rifiuti e, in particolare, di quelli alimentari, è una priorità assoluta per il settore, dato che quando un cibo viene sprecato, le risorse che sono state impiegate per la sua produzione vanno incontro al medesimo spreco. A livello UE, si stima che i rifiuti alimentari annualmente ammontino a 90 milioni di tonnellate. I produttori di alimenti non solo sono costantemente impegnati a utilizzare il 100% delle risorse agricole per la produzione di alimenti e bevande ma anche a trovare modi per impiegare i sottoprodotti come alimento stesso, come mangimi, concimi, prodotti cosmetici, lubrificanti e prodotti farmaceutici. Inoltre, il riutilizzo, il riciclo e il recupero di bio-energia dai rifiuti, sono fondamentali per l’industria per ottimizzare l’impiego delle materie prime e la gestione dei rifiuti. Numerose aziende, infine, si sono poste il traguardo di smaltire zero rifiuti in discarica entro i prossimi anni. L’inglese Sharp’s Brewery, per esempio, ha installato un impianto di digestione anaerobica nel 2011 per trasformare i suoi reflui in metano, usato per produrre energia elettrica per la rete pubblica. L’impianto ha una produttività di 100.000 litri all’anno in diesel equivalenti, con un risparmio di CO2 da combustibili fossili di 410 ton. per anno. I membri di UK Food and Drink Federation (FDF) vorrebbero invece azzerare i rifiuti alimentari e di packaging avviati in discarica entro il 2015. In base ai dati del secondo rapporto sui rifiuti redatto da FDF e Defra (UK Department for Environment, Food and Rural Affairs), più del 90% dei rifiuti nel 2009 è stato recuperato o riciclato e solo il 9% smaltito in discarica – migliorando quanto fatto gli anni precedenti (16,5% portato in discarica nel 2006 e 12,5% nel 2008). Più ambizioso ancora il traguardo che si posta Coca-Cola che intende raggiungere zero rifiuti avviati in discarica in tutti i suoi stabilimenti inglesi, riducendo al contempo la quantità di rifiuti prodotti entro il 2014.