Le linee complete del Gruppo CFT, che ha acquisito di recente la tedesca Rolec, sono state installate da alcuni autorevoli birrifici degli Stati Uniti che mostrano una tendenza marcata verso il confezionamento in lattina per i numerosi vantaggi che offre. Un fenomeno destinato a replicarsi nel nostro Paese a condizione che…
Le sue origini risalgono a 70 anni fa quando a Parma nacque Rossi & Catelli fornitrice all’industria alimentare di macchine per il processo di trasformazione dei vegetali, soprattutto pomodoro. Il boom economico italiano fece da trampolino per l’azienda che presto divenne un leader mondiale nel suo settore consentendo la produzione di passate e concentrate un po’ ovunque nel pianeta. E dai oggi, dai domani, l’ondata di acquisizioni è stata continua fino a costituire un gruppo, CFT, acronimo di Catelli Food Technologies, che ha chiuso il 2016 con un fatturato di circa 175 milioni di euro.

Un polo tecnologico
Tra le imprese rilevate in seguito alla scelta di presidiare più segmenti delle tecnologie per l’industria alimentare citiamo Manzini, Comaco e Mecparma Sima che progettano e realizzano macchine e impianti anche per il confezionamento dell’olio e dei condimenti. Il beverage è un’area di business nella quale il Gruppo ha fatto il suo ingresso nel 2010 rilevando SBC, una delle imprese più autorevoli nel packaging dei liquidi alimentari. Acquisita SBC, specializzata nella produzione di macchine per l’imbottigliamento di acqua, succhi, alcolici e così via, CFT ha deciso di dedicarsi con un’attenzione particolare ai birrifici che si stavano rivelando soprattutto negli USA il fenomeno emergente di quegli anni. «Non è che il discorso fosse nuovo per l’azienda – ricorda Emanuele Piva, Beverage Sales & Commercial Director – in quanto già a fine anni ’90 SBC aveva aperto con lungimiranza una filiale a Chicago per fornire impianti di confezionamento ai birrifici artigianali che negli Stati Uniti sono nati e sono proliferati con anticipo rispetto all’Europa».
La resa cromatica
Il Gruppo, presente oggi in parecchie nazioni nel mondo (l’ultima filiale l’ha aperta di recente a Kuala Lumpur, in Malesia), ha venduto le sue linee ai più importanti clienti del settore craft beer Usa come Lagunitas, New Belgium, Golden Road e Harpoon. Per molti anni le craft beer americane hanno preferito la bottiglia come loro contenitore nonostante la comodità d’uso della lattina inventata proprio negli Usa a metà degli anni ’30 (si veda il box) quanto a leggerezza, capacità di raffreddamento, di resa cromatica nella stampa e così via. «Ma molto è cambiato negli ultimi tre anni – dice Piva – durante i quali i birrifici americani più importanti hanno cominciato ad apprezzare la lattina proprio per la possibilità che offre di personalizzare il packaging con disegni, marchi e altro che determinano un impatto visivo di gran lunga superiore a quello raggiungibile dall’etichetta più creativa e colorata».
Ci vogliono i numeri
Non si può escludere che il fenomeno si replichi in Italia anche se bisognerà superare un ostacolo per certi aspetti culturale: «Da noi la birra in lattina è spesso percepita come un prodotto di primo prezzo, sceso a compromessi con la qualità, mentre negli Stati Uniti questo discorso non vale», continua Piva che sottolinea l’abilità di SBC nel creare e fornire anche seaming solutions, cioè macchine che applicano le chiusure delle lattine, vale a dire il lato superiore del cilindro d’alluminio in cui è ricavata la linguetta d’apertura che permette il consumo del prodotto.
Macchine per il confezionamento di birra in lattina CFT le ha installate in Italia in fabbriche di birra le cui dimensioni sono paragonabili a quelle di un birrificio americano, come la Pedavena di Feltre. «Una macchina per il riempimento delle lattine ha bisogno di un buon numero di pezzi da confezionare per sostenere dal punto di vista economico l’investimento necessario e a questo si potrà arrivare più facilmente se si innescherà un auspicabile processo di concentrazione tra i tanti piccoli e piccolissimi birrifici sorti negli ultimi anni stimati in circa un migliaio».

Un passo consequenziale
Dai sistemi di confezionamento agli impianti di processo per la preparazione della birra il passo è stato consequenziale per CFT che, come abbiamo visto, proprio nei sistemi di produzione per l’industria alimentare trova le sue origini. Da qui la decisione di offrire ai birrifici anche impianti completi che coprano le loro esigenze, dalla macinatura dei cereali alla preparazione del mosto, dalla fermentazione al confezionamento finale. Proprio negli States sono stati installati i primi impianti di questo genere in grado di lavorare sul luppolo come di preparare i pallet per la spedizione del prodotto, compresa la sala cottura. Si tratta di quelli forniti al birrificio Dust Bowl vicino a San Francisco, in California, e al Jack’s Abby nei pressi di Boston sulla East Coast.
In Italia sono del Gruppo CFT anche le macchine e le attrezzature fornite ai birrifici Toccalmatto e Ducato, tra i più affermati nel nostro Paese.
Ora anche sale cottura
Sulla proposta di impianti completi il Gruppo insisterà grazie alla recente acquisizione della tedesca Rolec, uno dei maggiori player nella produzione di brew house con una particolare attenzione al mondo della birra artigianale alle quali fornisce sale cottura Made in Germany garanzia di qualità. «Molto spesso abbiamo visto aziende tedesche ‘fare shopping’ nel nostro Paese. È certamente insolito che un’azienda Italiana al 100% come la nostra si muova in controtendenza decidendo di ampliare la propria proposta commerciale integrando nel Gruppo un‘azienda tedesca», osserva giustamente Piva con il comprensibile orgoglio di far parte di un’azienda che è stata fra le prime in Italia a credere al mondo delle birre artigianali.
Manzini, specializzata nella produzione di macchine per la preparazione di marmellate, alimenti per l’infanzia e sciroppi;
Sima che produce macchine e componenti l’imbottigliamento; Comaco, brand leader nel confezionamento degli oli alimentari che necessitano di cure particolari per via della loro vischiosità; Raitec Vision che sfrutta la tecnologia di visione per il controllo qualità dei contenitori di liquidi alimentari e cibi confezionati. Le macchine equipaggiate da Ray Vision sono in grado di effettuare un controllo in 0,0005 secondi;
SBC che produce linee complete di imbottigliamento per l’industria del beverage, che si tratti di confezionare bibite gassate, alcolici o birra. Negli ultimi due anni l’intera gamma di prodotti è stata rivista per meglio soddisfare i bisogni della clientela. I prodotti in portafoglio comprendono riempitivi a caldo e a freddo per lattine, vetro e contenitori di Pet;
LABS fornisce impianti per l’industria del food and beverage con una vocazione particolare per tutto ciò che ha a che fare con il pomodoro fresco, la lavorazione della frutta e i tunnel di pastorizzazione-raffreddamento per quanto riguarda ciò che viene confezionato in lattine, bottiglie e brik;
Mecparma agisce nel segmento della lavorazione del pesce, della carne e dei vegetali producendo sistemi di raffreddamento, di riscaldamento e di essiccazione.
Un insieme di aziende di questa portata operante in tutto il mondo si serve di una rete di assistenza distribuita in maniera tale da intervenire con estrema rapidità per risolvere qualunque problema si presentasse. I tecnici sempre pronti a intervenire garantiscono un support tecnico di prim’ordine che si affianca ai programmi di manutenzione messi a punto per far tendere a zero la fermata degli impianti in seguito ad anomalie.