L’acqua è la materia prima principale per l’industria della birra e delle bevande. Ma questo è solo un aspetto: l’acqua svolge diverse funzioni in produzione, come materiale di consumo, fonte di energia o componente dei processi di pulizia. Il fabbisogno e il consumo di acqua è quindi molto elevato. Per questo motivo, nella produzione di bevande e alimenti liquidi, l’utilizzo di questa risorsa preziosa viene analizzato e gestito con un approccio allargato e integrato. Un ruolo chiave spetta, oltre alle considerazioni economiche, anche all’immagine del settore rispetto al tema della produzione sostenibile. Alla prossima edizione di Drinktec, Salone Internazionale di Tecnologie per Bevande e Alimenti Liquidi, il tema della gestione dell’acqua e dell’energia sarà al centro dell’attenzione. Circa 1600 espositori da tutto il mondo presenteranno soluzioni sostenibili.
Anche per i costruttori di macchine di riempimento e imballaggio la gestione economica dell’energia e delle risorse diventa sempre più un argomento di vendita, sia all’interno dell’azienda, sia soprattutto verso i clienti. Il settore si occupa quindi sempre più di tematiche quali la riduzione dei consumi di acqua, lo sfruttamento del calore di processo, il riciclo dell’acqua, la qualità dell’acqua o l’impiego di componenti più efficienti. Aumentare la resa utilizzando sempre meno risorse: è questo l’obiettivo per il futuro.
Gli espositori presenti all’edizione 2017 di drinktec proporranno soluzioni per la gestione dell’acqua e dell’energia in tutti i comparti espositivi. Il tema verrà trattato anche nei convegni del drinktec-Forum. Come sottolinea Richard Clemens, Direttore Generale del comparto della VDMA dedicato a macchine alimentari e macchine per imballaggio, la gestione efficiente delle risorse e dell’energia non è ancora diffusa su larga scala nelle aziende del food&beverage, né in Germania né negli altri mercati mondiali. «Per questo motivo vogliamo puntare i riflettori su temi che spaziano dal trattamento e riciclo dell’acqua fino allo smaltimento, senza dimenticare il contributo del design igienico alla riduzione del consumo di acqua. Ci siamo proposti di predisporre un programma collaterale specificamente mirato agli energy manager e ad altre figure dell’industria di alimenti e bevande che si occupano di gestione energetica, con informazioni, esempi pratici e opportunità di condivisione di esperienze».
Stop alle sostanze indesiderate
Come spiega Karl Glas del gruppo di lavoro dedicato alle tecnologie per l’acqua del Politecnico di Monaco di Baviera, sono sostanzialmente quattro i motivi del crescente interesse per la risorsa acqua: «In primo luogo, ogni litro di acqua chiara o reflua ha un costo, che tende a crescere. In secondo luogo, i grandi gruppi vogliono standardizzare la loro produzione su scala globale; a questo scopo, l’acqua utilizzata deve soddisfare requisiti qualitativi e tecnologici molto stringenti. In un termine: “Water Design”. Il terzo aspetto riguarda l’impatto che il risparmio di risorse ha sulle decisioni di acquisto dei consumatori e sulle autorizzazioni alal costruzione di nuovi impianti o all’ampliamento di quelli esistenti. Quarto e ultimo motivo, la scarsità di acqua e la tutela delle falde acquifere profonde richiedono approcci completamente nuovi. Inoltre, per acque da tavola, acque per birrifici, acque duali e acque di diluizione, è sempre più richiesto l’utilizzo di acque senza residui. Senza residui significa che nessuna sostanza indesiderata deve essere rilevata con gli strumenti di analisi più moderni, indipendentemente dalla provenienza dell’acqua. Una sfida difficile in un’era nella quale l’acqua di falda stessa può contenere tracce di farmaci anticolesterolo, antidolorifici e antireumatici, diverse tipologie di analgesici, mezzi di contrasto per radiografie e ormoni».
La condizione di assenza di residui viene oggi ottenuta tecnologicamente con processi a membrana quali ultra-filtrazione, nano-filtrazione e osmosi inversa. I processi a membrana sono sempre più importanti anche in altri ambiti. Fra questi, oltre al trattamento delle acque reflue e alla degasazione, spicca l’assicurazione della qualità biologica dell’acqua, come osserva Dirk Scheu di Krones AG: «Il problema riguarda alcuni sottoprodotti generati dal processo di clorazione dell’acqua e la trasformazione del bromuro in bromato nel processo di ozonizzazione. L’OMS ha abbassato il valore massimo consentito a 0,01 mg/l, ma molte aziende internazionali hanno fissato criteri più severi. L’ultrafiltrazione, con il suo log-rate di 6 punti, offre una valida soluzione. Dopo questo trattamento le aziende produttrici non hanno più bisogno di sterilizzare o possono limitarsi a trattare con ozono la parte superiore della bottiglia. Si riduce così anche il rischio di formazione di bromato. Grazie all’internazionalità di drinktec ci aspettiamo grande interesse da parte degli operatori anche nel comparto dell’igiene idrica».
Ottimizzazione trasversale per ottimizzare l’utilizzo di risorse
Per il riciclo dell’acqua esistono sostanzialmente due approcci. Nel primo caso, le acque vengono raccolte in base al valore di pH o al grado di inquinamento e riutilizzate in ambiti compatibili. Il secondo metodo è la cosiddetta soluzione end of pipe: tutte le acque reflue vengono raccolte centralmente e depurate con un processo anaerobico. Il biogas generato da questo processo può coprire il 20-30 percento del fabbisogno energetico di un birrificio. Si potrebbe realizzare anche uno stadio “Zero Liquid Discharge” a valle per rimettere in ciclo il 95% circa delle acque di scarico. Teoricamente l’acqua dello stadio Zero Liquid Discharge potrebbe essere riconvertita in acqua di processo, ma bisogna tenere conto di un problema: se il tasso di utilizzo dell’acqua aumenta, cresce di conseguenza anche il consumo di corrente. Quindi si risparmia una risorsa ma si aumentano i consumi di un’altra. Per affrontare in maniera sensata il tema del riciclo delle risorse bisogna pertanto avere un approccio trasversale a tutti i settori: tutti gli ingranaggi di discipline fra loro diverse devono girare all’unisono senza produrre attrito.