Mancanza di attenzioni nell’uso delle macchine

L’utilizzo prolungato e continuativo di una macchina da parte di un operatore porta quest’ultimo a maturare una certa confidenza legata all’uso della macchina che, nel tempo, può essere all’origine di situazioni pericolose che non si presenterebbero qualora l’operatore adottasse tutte le adeguate attenzioni e accortezze legate all’intervento previsto. In questo articolo analizziamo questo aspetto evidenziando sia le attività che possono essere portate avanti dal datore di lavoro al fine di migliorare la sicurezza legata all’uso dei macchinari, sia le richieste della Direttiva Macchine 2006/42/CE nei confronti dei fabbricanti per quanto concerne l’utilizzo scorretto ragionevolmente prevedibile in cui questo caso rientra.

Pharmaceutical ManufacturingUna causa comune di infortunio nell’utilizzo di una macchina è legata alla confidenza che matura l’operatore dopo un lungo periodo di utilizzo. La condizione è tanto più pericolosa quanto più pericolose e in grado di arrecare lesioni gravi sono le macchine utilizzate. Di fatto, a causa dell’utilizzo frequente e prolungato, l’operatore tende a “dimenticare” o, comunque, a non vedere, le pericolosità intrinseche nell’attrezzatura utilizzata e tende ad avere comportamenti o interfacciamenti con la macchina che non avrebbe mai adottato durante il primo periodo di utilizzo. Nel tempo, l’operatore tende a perdere le dovute attenzioni e a prestare le corrette precauzioni legate all’uso dell’attrezzatura e si espone, inconsciamente, alle pericolosità della macchina aumentando la probabilità di un evento pericoloso.

Le soluzioni adottabili da parte del datore di lavoro

Una delle cause che porta l’operatore a perdere quelle attenzioni necessarie a ridurre i rischi correlati all’uso della macchina è senza ombra di dubbio la monotonia legata all’intervento richiesto. La confidenza che si sviluppa fra il lavoratore e la macchina utilizzata porta l’operatore stesso a sottovalutare il pericolo legato all’intervento effettuato sulla macchina e ad avere comportamenti incauti e potenzialmente pericolosi.

Una prima soluzione che può essere adottata in azienda, dove possibile, è data dalla rotazione delle mansioni: se le lavorazioni avvengono in linea, lo spostamento dell’operatore su un’altra macchina o attrezzatura utilizzata in linea permetterà di ridurre l’eccessiva dimestichezza nell’uso della attrezzatura stessa e a determinare un miglioramento generale dell’attenzione dell’operatore, non solo nell’uso della macchina ma anche in tutte le attività previste nel suo turno di lavoro.

In aggiunta a una possibile rotazione delle mansioni e laddove quest’ultima non sia possibile (la complessità di certe attrezzature di officina, soprattutto a controllo numerico, impedisce l’utilizzo da parte di personale che non sia particolarmente qualificato allo scopo), il datore di lavoro è tenuto a garantire, tramite il proprio servizio di prevenzione e protezione, una formazione continua al proprio personale operativo (anche in risposta a quanto richiesto dal D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. nell’art. 73). In questo modo sarà possibile risvegliare le dovute attenzioni legate agli interventi previsti e generare riflessioni, da parte dell’operatore, che possano migliorare la sicurezza nell’uso della macchina. Come accennato, la formazione del personale deve essere continua in modo da garantire un continuo aggiornamento del personale in merito alle corrette procedure da adottare nell’uso delle attrezzature di lavoro. Analogamente, dovrà essere continua l’attività di sorveglianza da parte dei preposti in modo da individuare repentinamente comportamenti o procedure di intervento non corrette nell’uso di un macchinario.

Ulteriore aspetto che deve essere considerato, nell’ambito della stessa formazione continua, è quello dell’addestramento, peraltro richiesto dallo stesso art. 73 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. Nell’ambito degli obblighi del datore di lavoro, questo articolo ricorda come il personale preposto all’utilizzo delle attrezzature debba ricevere adeguata formazione e addestramento, in rapporto alla sicurezza, relativamente alle condizioni di impiego delle attrezzature e alle situazioni anormali prevedibili. Di fatto, durante la formazione e l’addestramento è necessario evidenziare, in particolare, le corrette modalità di impiego e di interfacciamento con la macchina al fine di ridurre i rischi correlati all’uso della stessa. Eventuali “distorsioni” del corretto comportamento da tenere durante l’uso di una macchina correlate ad un uso prolungato e continuativo della stessa, devono essere corrette durante l’attività di formazione e addestramento.

Le responsabilità del fabbricante della macchina

Nell’ambito del processo di certificazione che il fabbricante deve fare prima di immettere la macchina sul mercato, è tenuto a effettuare la valutazione dei rischi che miri a dimostrare la conformità della macchina ai requisiti di sicurezza della direttiva macchine 2006/42/CE. Nella valutazione dei rischi il fabbricante deve considerare la sicurezza della macchina nell’uso previsto e in quello che viene identificato come utilizzo scorretto ragionevolmente prevedibile: un “uso della macchina in un modo diverso da quello indicato nelle istruzioni per l’uso, ma che può derivare dal comportamento umano facilmente prevedibile”. Infatti, taluni tipi di uso scorretto, che sia intenzionale o involontario, sono prevedibili sulla base dell’esperienza dell’uso passato dello stesso tipo di macchina o di macchine analoghe, delle inchieste su infortuni e delle conoscenze sul comportamento umano. Il Fabbricante, in quanto progettista e costruttore della macchina, è tenuto a conoscere tutte le modalità di interfacciamento (corrette o meno) dell’operatore con la macchina, anche a seguito di un utilizzo continuo e prolungato della stessa. Questo può derivare da una specifica valutazione durante la progettazione oppure, più semplicemente, dall’analisi del comportamento degli operatori su macchine analoghe.

La norma UNI EN ISO 12100: 2010 “Principi generali di progettazione – Valutazione del rischio e riduzione del rischio” fornisce alcuni esempi dei tipi di uso scorretto o di comportamento umano facilmente prevedibile da prendere in considerazione durante la valutazione dei rischi e nella successiva progettazione della macchina:

  • perdita di controllo della macchina da parte dell’operatore;
  • reazione istintiva di una persona in caso di malfunzionamento, incidente o guasto durante l’uso della macchina;
  • comportamento derivante da mancanza di concentrazione o noncuranza;
  • scelta comportamento derivante dall’adozione della “linea di minor resistenza” nell’esecuzione di un compito;
  • comportamento risultante da pressioni per tenere la macchina in esercizio in tutte le circostanze.

In definitiva, la responsabilità del fabbricante è anche quella di considerare utilizzi della macchina difformi da quanto indicato nelle istruzioni; questo può verificarsi quando l’operatore, coscientemente, utilizza la macchina in maniera diversa  (per esempio aggirando i dispositivi di protezione presenti o eliminando i ripari), oppure, più comunemente, quando l’operatore, inconsciamente, presenta comportamenti o effettua attività sulla macchina non previste ma strettamente correlate alla confidenza nata nel suo utilizzo prolungato nel tempo. Se durante la valutazione dei rischi dovessero emergere situazioni di rischio legate proprio a una eccessiva confidenza nell’uso della macchina, il fabbricante, dove possibile, dovrà prendere accorgimenti necessari a ridurre tali rischi evidenziando, sempre, all’interno delle istruzioni per l’uso il rischio residuo presente.

Il Fabbricante deve specificare come l’operatore finale si deve interfacciare in sicurezza con la macchina e quali comportamenti deve avere, in tutte le fasi di vita della macchina, al fine di garantire la sicurezza dello stesso operatore sia per quanto riguarda l’uso previsto della macchina, sia per quanto attiene a un uso scorretto ragionevolmente prevedibile della stessa. Il passaggio successivo deve effettuarlo l’utilizzatore adottando le disposizioni di utilizzo e di interfacciamento con la macchina definite dal fabbricante e comunicarle al personale incaricato dell’uso della macchina nell’ambito delle sopra citate attività di formazione e addestramento.