Per quasi trent’anni, le bibite gassate sono state le bevande più vendute in Usa con un consumo pro capite che ha raggiunto il massimo nel 1998 (245 litri all’anno contro i 190 litri dell’acqua). Poi, in seguito alle accuse di essere la principale causa di obesità, le vendite di soft drink sono diminuite a 200 litri ogni anno, il 18% in meno rispetto al 1998. Nello stesso periodo il consumo di acqua è salito a 263 litri anno, registrando un +38%; i consumi di acqua in bottiglia sono più che raddoppiati grazie soprattutto alla diffusione delle bottiglie da 500 e 750 ml. Attualmente ogni americano beve in media 95 litri di acqua piatta in bottiglia, cui si devono aggiungere altri 168 litri comprensivi di acqua del rubinetto, acqua gassata, acqua aromatizzata, acqua vitaminizzata. Ci sono peraltro precisi segnali che indicano come le preferenze degli americani si stiano indirizzando verso l’acqua del rubinetto. Alla base di tale orientamento l’imponente campagna ambientalista contro lo spreco di risorse per la produzione e lo smaltimento delle bottiglie di plastica. La città di Concord (Mass.) ammette solo la vendita di acqua in bottiglie di plastica di volume superiore a 1 litro e l’Università del Vermont è statala prima Università pubblica a vietare la vendita di acqua in bottiglia.