È stato lui a dare il via al movimento craft nel nostro Paese e, mantenendo fede alla sua capacità rivoluzionaria, è stato il primo produttore artigianale a mettere la birra in lattina. Parliamo di Teo Musso, patron del birrificio piemontese Baladin. Chi meglio di lui può raccontarci passato, presente e futuro dell’ultima moda del momento nel mondo della produzione birraria artigianale?
«Mi sono lanciato in questa sfida nel 2015 – racconta Teo Musso. – L’obiettivo era quello di sdoganare nel movimento della birra artigianale la lattina, contenitore fino a quel momento visto come destinato esclusivamente a un prodotto cheap. Pop è stata quindi la prima birra artigianale italiana in lattina, contraddistinta da un’immagine originale e colorata sviluppata in un’ampia gamma».
Qual è stata l’accoglienza?
A dire il vero, mi aspettavo una maggiore resistenza rispetto a quella che poi c’è effettivamente stata. Basti dire che i risultati di vendita che avevo previsto in quattro anni li ho ottenuti in due, dimezzando quindi i tempi. Oltretutto senza campagne pubblicitarie. In due anni ho raggiunto il risultato inaspettato di 250.000 lattine l’anno. Ha aiutato il fatto che il prodotto fosse particolarmente gradevole, ma originale, non banale. Non ho scelto una birra facile perché volevo andare nella direzione di mettere in questo contenitore anche birre più importanti. Il gusto della sfida è stato proprio questo, prendere un prodotto di qualità e metterlo in lattina nobilitando in contenitore: non è il contenitore che fa il prodotto, ma il prodotto che fa il prodotto. A breve distanza altri birrifici hanno iniziato a mettere birre in lattina.
Cosa ti ha spinto in questa direzione?
La lattina ha molti aspetti positivi a partire dalla conservazione ottimale del prodotto e dalla possibilità di raffreddare la birra velocemente, ma anche il fatto che sia un packaging leggero oltre che completamente riciclabile, quindi sostenibile. Inoltre, dopo vent’anni di movimento craft concentrato nella ristorazione, era mia intenzione anche guardare a un consumatore più giovane.
Anche uno sguardo al movimento craft USA può avere avuto il suo peso in questa scelta?
A dire il vero, io lavoro sempre chiuso nel mio mondo, cerco di contaminarmi il meno possibile per mantenere la mia identità.
Quanto ha pesato essere Baladin in una scelta così ardita? Un brand forte è sicuramente un vantaggio.
Assolutamente sì. Anche il fatto che qualche altro birrificio abbia intrapreso questa strada, in maniera magari estrema, ha avuto il suo peso.
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