Tutte le birre prodotte da Teo Musso sono rifermentate in bottiglia ma, nel caso di Baladin Metodo Classico, il concetto viene estremizzato con lo scopo di esplorarne i più intimi segreti e le sfumature più nascoste. Per raggiungere questo scopo, dal 2008 sono stati impostati 3 cicli di rifermentazione di lungo periodo, ognuno di 2 anni nelle cantine di Fontanafredda, in collaborazione con gli enologi che hanno sviluppato il vino spumantizzato “Alta Langa”. Questa tecnica di produzione, denominata “Metodo Classico”, nasce nel mondo del vino, ma si adatta ottimamente alle fermentazioni delle birre.
Baladin Metodo Classico non utilizza nella ricetta ingredienti di derivazione enologica: uve, mosto o lieviti. La prima produzione è stata prodotta nel febbraio del 2014 e imbottigliata il 5 marzo dello stesso anno. Per Teo, nato in questa data, un regalo per i suoi 50 anni. Le 11.680 bottiglie prodotte hanno riposato – tecnicamente lasciate “sui lieviti” – per 18 mesi in birrificio. La sboccatura, ossia l’apertura di ogni singola bottiglia per eliminare il lievito in eccesso, è stata fatta dal 7 al 30 ottobre 2015. Un processo lungo che ha impegnato tante mani esperte e che ha regalato sorprese ed emozioni. La bottiglia stessa, ben 900 grammi di vetro (peso necessario per sopportare le pressioni elevatissime generate dalla fermentazione), è un simbolo degli inizi di Baladin. Ripropone infatti la forma originale adottata da Teo nel 1997 e che per lui rappresenta “un legame quasi affettivo”.
Il risultato è una birra a elevata gradazione alcolica, dal fine perlage. Per Teo, Baladin Metodo Classico ha rappresentato una sfida, una nuova esperienza, un modo per rimettersi in gioco nel complesso mondo della fermentazione.
Il videoracconto delle ultime fasi di lavorazione di Baladin Metodo Classico è visibile qui.