Da oltre cent’anni i Bonollo sono Maestri distillatori. Elvio Bonollo, quarta generazione di questa famiglia racconta l’idea di far grappa sposando tradizione e modernità.
Elvio Bonollo appartiene alla quarta generazione di una famiglia storica di distillatori che da oltre cento anni produce grappa. Nascere in una famiglia di questo genere vuol dire già possedere nel DNA la passione per questo prodotto. Passione che per Elvio Bonollo è sbocciata appieno durante un master in analisi sensoriale, per poi crescere dopo l’ingresso in azienda. Per i Bonollo la grappa è un felice connubio di tradizione e di modernità dove ai caratteri ancestrali e irrinunciabili dell’acquavite di bandiera – vivacità e complessità del carattere – si uniscono quelli ispirati alle nuove esigenze del consumatore – gentilezza, equilibrio, finezza, franchezza. Dal sapiente utilizzo di vinacce selezionatissime, da un sistema di processo unico frutto di tutta l’esperienza, la tecnologia e la ricerca Bonollo – il Sistema Unico Bonollo – nasce un’opera d’arte, mai uguale a se stessa, nascono le grappe Bonollo.
Elvio Bonollo, come ha scoperto la sua passione per la grappa?
Quando appartieni a una famiglia che da oltre cento anni è dedita alla produzione della grappa, la passione per questo prodotto non può che permeare con naturalezza, senza forzature. Cresci vivendo stati d’animo, emozioni, difficoltà e successi legati a questo mondo e senza accorgerti scopri presto di farne parte. La mia passione per la grappa si è manifestata appieno, però, dopo un master in analisi sensoriale, il primo organizzato dalla Regione Lombardia in collaborazione con l’Università Cattolica di Piacenza, un master a tutto campo esteso a molti prodotti alimentari. Ricordo che rimasi affascinato dall’arte della degustazione; lì capii il grande valore della grappa per i suoi profumi, per la sua ampiezza e vivacità aromatica: versi poca grappa in un bicchiere, lo porti al naso e si apre un mondo da scoprire, in continua evoluzione!
Solo con l’analisi sensoriale si può capire la grappa?
L’analisi sensoriale è una disciplina impegnativa, risponde a regole precise, ha una valenza statistica e richiede applicazione, dedizione. Per scoprire la grappa, conoscerla, non serve essere esperti degustatori! Il semplice confronto in degustazione avvicina a questo mondo, permette di apprendere e comprendere sempre più il prodotto, di vivere intensamente un’esperienza sensoriale che poi è fortemente soggettiva perché riconduce a sapori e profumi familiari che spesso evocano un vissuto, emozioni inconsce…
Il consumatore si è avvicinato in questi anni alla grappa?
Il modello di consumo è cambiato, ci si è disincagliati da quel vissuto che voleva la grappa come un prodotto povero al quale attingere solo per “cercare calorie”, esperienze forti… E questo grazie allo sforzo che, soprattutto negli ultimi trent’anni, molti produttori hanno fatto per migliorare le caratteristiche intrinseche del prodotto preservando gli elementi di tipicità che il consumatore chiede – franchezza, equilibrio, morbidezza –, per comunicare una tradizione, una storia tutta italiana, una cultura bella da raccontare e da vivere. La grappa è la nostra acquavite di bandiera in essa c’è condensata una parte della storia d’Italia. Questo attrae il consumatore nazionale e internazionale che ha voglia di capire, di scoprire un prodotto unico e inimitabile. Un consumatore particolarmente attento con un livello d’istruzione medioelevato, non più soltanto di sesso maschile, che vuole conoscere le caratteristiche della grappa, le peculiarità dell’azienda che l’ha prodotta.
La strada è quindi tracciata…
Il consumatore ricerca esperienze sensoriali, sta poi alla singola azienda interpretare quali sono le esigenze e proporre il prodotto che, in base alla propria filosofia, risulti più idoneo a soddisfarle; tutto ciò senza perdere di coerenza. Quindici anni fa si era creata una tendenza: proporre le cosiddette “grappe light”. Una moda che ha presto fatto il suo tempo e che si è rivelata un autentico flop. Questo dimostra che il consumatore cerca nella grappa l’elemento tradizionale: vivacità e complessità del carattere cui si dovranno poi abbinare, caratteri moderni come gentilezza, equilibrio, finezza, franchezza.