
Il progetto della famiglia Morando, giunto alla terza generazione, affonda le radici in una filosofia produttiva orientata alla salvaguardia del patrimonio varietale locale, unita a un approccio enologico misurato e rispettoso della materia prima reso possibile da un impianto tecnico di ultima generazione. A partire da Castagnole Monferrato, cuore operativo dell’azienda, dove 115 ettari di vigneto e 35 di noccioleto si integrano in un unico corpo agricolo, prende forma un modello produttivo che bilancia innovazione e tradizione, tecnologia ed etica ambientale. In questa sede non si concentra solo l’intera filiera di vinificazione e affinamento, ma anche un articolato spazio dedicato all’accoglienza e alla promozione. La seconda unità produttiva, situata a Castiglione Tinella – paese natale del fondatore Enrico Riccardo Morando – custodisce invece 15 ettari a Moscato d’Asti Docg, Viognier e Chardonnay in un unico appezzamento storico. Complessivamente, le due realtà esprimono una produzione di circa 750.000 bottiglie annue, per il 70% distribuite sul mercato italiano e il restante 30% in diversi Paesi esteri.
Restituire al Ruchè un’identità precisa
È con il Ruchè di Castagnole Monferrato che la Cantina ha segnato il suo punto di svolta: intorno a questa varietà piemontese Montalbera ha costruito il proprio impianto identitario. Quando, nel 1983, l’azienda ha avviato una progressiva espansione, puntando sull’acquisto di terreni confinanti e nuovi impianti, il focus si è concentrato proprio sul Ruchè: un vitigno difficile da decifrare, privo di una tracciabilità genetica consolidata e spesso confuso con varietà morfologicamente affini, ma profondamente diverse per espressività e legame con il terroir. Da lì in avanti ha preso forma un percorso di ricerca culminato nella definizione di una “patente genetica” utile a restituire un’identità precisa alla cultivar. In parallelo, si sono sviluppate linee di sperimentazione sul Grignolino d’Asti – tra cui spicca il “progetto Anfora” – e sulla Barbera d’Asti, protagonista di un lavoro specifico sui legni condotto insieme ai migliori bottai internazionali. Oggi Montalbera firma il 60% del Ruchè Docg sul mercato e circa il 15% del Grignolino d’Asti, con tre etichette dedicate alla prima tipologia per un totale di 400.000 bottiglie annue di Ruchè.
Sapidità e bevibilità a tratti distintivi
A capo del team aziendale, composto da 10 addetti in cantina e 25 persone in campagna, ci sono l’enologo Nino Falcone, affiancato da due aiuto enologi, e l’agronomo Roberto Abate. Consapevole che il “marchio di fabbrica” si costruisca a partire dal vigneto, l’azienda, negli anni, ha osservato che la composizione aromatica della cultivar Ruchè variava molto in base all’andamento climatico stagionale (asciutto/piovoso), perciò ha avviato una zonazione dei propri vigneti basata sulla composizione chimico-fisica del suolo, sulla giacitura ed esposizione degli appezzamenti e, in ultimo, sull’età dei vigneti, in modo da condurre, in cantina, vinificazioni separate di masse d’uva provenienti da porzioni di colline con caratteristiche primarie molto diverse fra loro. I suoli di Castagnole Monferrato e Montemagno verso Grana sono suoli di medio impasto di origine sedimentaria: ricchi di limo, con una presenza importante di argilla e una dotazione limitata di sabbia, sono caratterizzati da una grande ritenzione idrica, in grado di superare bene le fasi calde e siccitose. In langa si trovano, invece, le classiche “formazioni di Lequio”, dove strati di terreno sabbioso si alternano alle arenarie tipiche della zona. Suoli più poveri, questi, perché da sempre soggetti a fenomeni di erosione che ne impediscono l’evoluzione dal punto di vista pedologico, ma particolarmente vocati alla produzione di uve bianche e/o aromatiche per via di quote oltre i 400 metri s.l.m. e del microclima che qui vi si crea, adatto a tali produzioni. «I nostri suoli sono contraddistinti da una forte ritenzione idrica, dovuta all’abbondante presenza di limo e, in misura minore, di argilla e sabbia – conferma Franco Morando, proprietario e Direttore generale di Montalbera – e hanno una dotazione minerale davvero importante di potassio, calcio e magnesio. Questo fa sì che i vini Montalbera godano sempre di una certa sapidità e mineralità, che, in alcune varietà come il Grignolino, ma non solo, viene percepita addirittura come salinità. Tutto ciò si traduce in bevibilità, la quale, unita alle caratteristiche aromatiche delle nostre varietà, determina il tratto distintivo della Cantina».
Linee automatizzate e controllo dell’ossigeno
La crescita della superficie vitata è stata accompagnata, nel tempo, da investimenti in strutture e attrezzature necessarie alla lavorazione dell’uva. Montalbera si è così dotata di un crescente numero di fermentini/vinificatori completamente automatizzati nelle operazioni di conduzione della macerazione, della fermentazione e di scarico delle vinacce, in modo da agevolarne lo svolgimento riducendo il numero di addetti ed eliminando il problema dell’operatore in spazi confinati, «purtroppo troppo spesso causa di infortunio» sottolinea Morando. Il grosso della produzione viene affinato proprio in queste vasche d’acciaio, per consentire la minima ossidazione del vino e stabilizzare e proteggere colore e aromi delle uve. A monte dei vinificatori si trovano una diraspa-pigiatrice e una pompa peristaltica per il trasferimento del pigiato, mentre a valle è stata installata una pressa a polmone per la vinificazione in bianco e la pressatura delle vinacce post-svinatura, oltre a vasche di stoccaggio e vasche coibentate per la stabilizzazione a freddo dei vini, in particolar modo quelli d’annata. «Cerchiamo di ridurre al minimo le filtrazioni – specifica Morando –: ne prevediamo una tangenziale con membrane ceramiche dopo la stabilizzazione pre-imbottigliamento e una durante l’imbottigliamento, a mezzo di un impianto housing con cartucce a porosità decrescente».
Per quanto concerne l’impianto di imbottigliamento, la linea è composta da monoblocco riempitrice a nove rubinetti con sistema di deaerazione pre-riempimento e iniezione di gas inerte pre-tappatura, lavabottiglie per il lavaggio esterno ed etichettatrice con capsulatrice di tipo lineare, che appone tre etichette in contemporanea.








