Unionbirrai, l’hub al servizio della birra artigianale italiana

Unionbirrai non è più ormai soltanto un’associazione di categoria che rappresenta gli interessi dei birrai artigianali italiani, ma un vero e proprio hub di servizi e un riferimento importante per l’intero sistema birrario nazionale al fianco delle altre associazioni di categoria.

Ne abbiamo parlato con Vittorio Ferraris e Simone Monetti, rispettivamente direttore generale e segretario generale di Unionbirrai.

Qual è oggi il ruolo di Unionbirrai nel contesto birrario italiano?

«Attualmente Unionbirrai ricopre un ruolo fondamentale come principale voce e rappresentante dei piccoli birrifici indipendenti italiani. Ci impegniamo nella tutela degli interessi dei nostri soci, nella promozione della cultura della birra artigianale di qualità e nell’offrire servizi concreti di supporto e formazione per la crescita del settore. Siamo un punto di riferimento per i produttori indipendenti che desiderano far valere la propria specificità e contribuire a un panorama birrario italiano sempre più ricco e diversificato».

Vittorio Ferraris

Cos’è il progetto Independent Brewers of Europe? L’unione fa la forza?

«Independent Brewers of Europe (IBE) è un’alleanza di associazioni nazionali che rappresentano i birrifici indipendenti in Europa, nata grazie a una forte spinta di Unionbirrai già a partire dal 2018. Attualmente unisce associazioni di dieci paesi: Germania, Finlandia, Francia, Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Svizzera e Repubblica Ceca. L’unione fa decisamente la forza: IBE mira, ad esempio, a influenzare le normative europee a favore dei piccoli produttori, a promuovere la cultura della birra europea e la diversità di prodotti disponibili presso i consumatori, oltre a facilitare lo scambio di conoscenze e buone pratiche tra i birrifici dei diversi paesi».

Quali sono le peculiarità del settore birrario artigianale italiano in confronto con gli altri paesi europei e non?

«Il comparto in Italia ha vissuto un’esplosione relativamente recente ma vivace: rispetto a paesi con una tradizione birraria secolare come Germania, Belgio o Regno Unito, il movimento della birra artigianale in Italia è esploso in modo significativo solo negli ultimi 20-30 anni. Tuttavia, questa crescita è stata rapida e dinamica, portando a una grande vivacità e sperimentazione. Tra le peculiarità che hanno caratterizzato il settore nel nostro paese fin dagli albori possiamo certamente indicare il forte legame con la gastronomia e il territorio. Questo si traduce spesso nell’utilizzo di ingredienti locali (come cereali antichi, frutta, erbe aromatiche), nella creazione di birre che si abbinano specificamente a piatti tipici regionali e in una narrazione che valorizza l’origine e la storia del prodotto.

Simone Monetti

A ciò possiamo affiancare la capacità di innovare e sperimentare: i birrifici italiani si distinguono per una grande creatività che porta alla creazione di nuovi stili o a ibridazioni di stili esistenti, portando sul mercato prodotti unici e sorprendenti. Un esempio emblematico è lo sviluppo delle Italian Grape Ale (IGA), birre che utilizzano mosto d’uva, creando un ponte tra il mondo della birra e quello del vino.

Tutto ciò è facilitato anche dalla dimensione media dei birrifici: la maggior parte dei birrifici artigianali italiani sono di piccole o medie dimensioni. Questo si traduce in una forte attenzione alla qualità, alla cura del prodotto e a un rapporto più diretto con i consumatori».

Le principali parole chiave emerse durante l’ultimo convegno di Tecniche Nuove sulla filiera birra stimolanti per guardare le criticità del sistema birrario nazionale ma anche per individuare le direzioni in cui indirizzare gli investimenti per garantire la tenuta e lo sviluppo del settore: riduzione delle accise, materie prime innovative e sostenibili, esportazione, turismo birrario. Qual è la posizione di Unionbirrai su questi temi?

«La riduzione delle accise che gravano sulla birra è una battaglia storica e una priorità assoluta per Unionbirrai cui si aggiunge un’azione costante finalizzata alla semplificazione della burocrazia collegata con l’accertamento e il controllo di quanto dovuto. Al momento abbiamo raggiunto un risultato storico, ovvero lo sconto di aliquota di accisa per i piccoli produttori indipendenti di birra, con produzione annua inferiore ai 10.000 hl, pari al massimo previsto dalla Direttiva 92/83/CEE che puntiamo a consolidare negli anni.

Unionbirrai è molto attenta al tema della sostenibilità e all’importanza di innovare nella scelta delle materie prime. Supportiamo la ricerca e l’utilizzo di cereali antichi, di varietà locali a basso impatto ambientale e di sottoprodotti della filiera agroalimentare che possono essere valorizzati nella produzione brassicola in un’ottica di economia circolare. Crediamo che investire in materie prime sostenibili non solo sia un imperativo etico, ma possa anche rappresentare un elemento distintivo per la birra artigianale italiana, conferendo unicità e legame con il territorio. Siamo da sempre aperti alla collaborazione con il mondo agricolo e della ricerca: con alcuni atenei come l’Università di Palermo e quella di Milano abbiamo stipulato importanti protocolli di intesa al proposito per promuovere queste innovazioni.

L’export rappresenta una grande opportunità di crescita per i birrifici artigianali italiani, in particolare negli ultimi mesi abbiamo riscontrato un crescente interesse per i nostri prodotti da parte degli operatori del nostro continente. Unionbirrai è impegnata a supportare i propri soci nell’affrontare i mercati internazionali, fornendo informazioni, formazione e occasioni di networking. Riteniamo fondamentale promuovere l’immagine e la qualità della birra artigianale italiana all’estero, valorizzando la diversità e il legame con il Made in Italy. La partecipazione a fiere internazionali, l’organizzazione di eventi promozionali e la creazione di sinergie con altri attori del settore sono strumenti chiave in questa direzione.

Infine, in merito al tema legato al turismo birrario, siamo certi che rappresenti un potenziale enorme per l’Italia, oggi solo parzialmente esplorato. Unionbirrai crede fortemente nello sviluppo di itinerari turistici dedicati alla scoperta dei birrifici artigianali, integrando la visita ai luoghi di produzione con la degustazione, la conoscenza del territorio e l’abbinamento con i prodotti locali. In quest’ottica siamo i promotori dell’iniziativa “Birrifici Aperti Unionbirrai” evento che si svolge su tutto il territorio nazionale le cui prime edizioni si sono tenute il 7 dicembre 2024 e il 10 maggio 2025, che hanno immediatamente riscosso un grande successo.

Unionbirrai considera questi quattro temi come pilastri fondamentali per il futuro del settore birrario artigianale italiano. Ci impegniamo attivamente su tutti questi fronti, portando avanti le istanze dei nostri soci e lavorando per creare un ambiente più favorevole alla crescita sostenibile e alla valorizzazione della nostra birra artigianale e dei piccoli produttori indipendenti di birra».

Quali sono i progetti futuri di Unionbirrai?

«Per il futuro Unionbirrai punta a rafforzare ulteriormente i servizi per i propri soci, con una formazione sempre più mirata e strumenti digitali efficienti. In particolare, abbiamo già presentato la nuova offerta formativa denominata “Ub School” che si rivolge sia al pubblico degli appassionati che a quello degli operatori del settore. Continueremo a promuovere con forza la birra artigianale italiana all’estero e a sviluppare il potenziale del turismo birrario, lavorando a stretto contatto con le nostre rappresentanze a livello locale. Un’attenzione particolare sarà dedicata alla sostenibilità e all’innovazione nella filiera. Infine, una delle nostre priorità rimane ovviamente la tutela a livello istituzionale del comparto, che passa necessariamente attraverso la revisione della normativa specifica, ormai risalente a oltre 60 anni fa».

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