Accade sovente, nell’ambito del packaging e del design, che un progetto di rinnovamento grafico coincida con la volontà di divulgare al meglio la filosofia che guida una determinata azienda. L’idea che ha visto protagonista la rivisitazione dell’intera gamma del Birrificio Agricolo 2 Sorelle di Santo Stefano Belbo (CN) è stata elaborata e concretizzata proprio con l’obiettivo di comunicare e celebrare, da una parte, il territorio piemontese e, dall’altra, l’impronta femminile che in pochi anni ha reso quest’impresa una realtà di successo del comparto brassicolo.

Nato nel 2011 dalla passione, intraprendenza e dallo spirito imprenditoriale delle due sorelle Federica ed Elisa Toso, il Birrificio cresce in quantità e qualità, fino a dimostrare, anche grazie a una grande cura per i dettagli e al valore dei prodotti proposti, che il futuro della birra artigianale può essere scritto con sensibilità e attenzione all’innovazione.
«La qualità è il punto di partenza – spiega Federica Toso, proprietaria del Birrificio 2 Sorelle –: bisogna poter garantire un prodotto che non solo soddisfi, ma superi le aspettative dei consumatori. Il mercato è in continua evoluzione, con nuove tendenze che emergono velocemente, e dobbiamo essere in grado di innovare senza sosta, a livello produttivo e comunicativo. Il restyling delle nostre birre, così come il progetto più recente incentrato sul whisky, è un esempio di come guardiamo al futuro senza mai perdere di vista la tradizione. Da questo punto di vista, il legame con il territorio è una risorsa unica per una realtà come la nostra: l’autenticità è un valore che non passa mai di moda e ci aiuta a costruire una connessione autentica con il nostro pubblico. Inoltre, oggi più che mai i consumatori sono sensibili agli impatti ambientali e sociali delle aziende, ed essere un’impresa che rispetta la natura e valorizza l’areale in cui opera è fondamentale».
Prima la bottiglia, dopo l’etichetta
L’idea di intraprendere il restyling è nata, inizialmente, da un rischio, o meglio, da un problema di fornitura di bottiglie. «Nell’estate del 2023 abbiamo dovuto affrontare la carenza di contenitori in vetro da 33 cl, che avremmo utilizzato per tutte le produzioni in programma nei mesi a venire – racconta Federica –: la vetreria non ne aveva più, né aveva in programma di produrne di quel formato. Nonostante, in seguito, le bottiglie siano state rimesse in produzione, il rischio che abbiamo corso ci ha fatto propendere per un cambio di bottiglia, passando a una tipologia più comune e realizzata da più vetrerie. Non volevamo, tuttavia, impiegare la comunissima long neck, adottata dalla maggior parte dei birrifici artigianali, e così abbiamo scelto la vichy, con la sua forma troncoconica e linee un po’ più morbide». Al cambio di bottiglia ha fatto seguito il cambio di etichetta: Elisa e Federica, dopo aver valutato se utilizzare o meno le stesse grafiche riadattandole alla nuova forma, hanno scelto di stravolgere completamente il tutto e hanno curato personalmente la realizzazione delle nuove etichette e scatole, lasciando che un amico disegnasse e creasse per loro una figura femminile diversa per ciascuna tipologia di birra prodotta, il paesaggio da stampare sul fondo delle label e sui cartoni e i font che avrebbero identificato le sei referenze della linea aziendale. «L’idea di rappresentare su ognuna delle nostre birre una figura femminile, legandoci al fatto di essere un birrificio gestito da donne, ci è piaciuta fin da subito. Volevamo, però, trasmettere anche il concetto di birrificio agricolo e il legame con il territorio e per questo abbiamo pensato di rappresentare sul fondo di ciascuna etichetta lo stesso paesaggio che viene stampato anche sulle scatole. Si tratta di un disegno stilizzato del cascinale che ospita il birrificio e del territorio che lo circonda, contraddistinto da vigneti, seminativi e luppoleto, con il paese di Santo Stefano Belbo sullo sfondo, sormontato dalla sua antica torre medievale».
Una figura di donna per ogni referenza
Per entrambi i formati (33 e 75 cl), le etichette sono più grandi rispetto alle precedenti e ciò ha permesso di riportare più informazioni sia sull’etichetta frontale che sulla retroetichetta, divenuta bilingue (italiano e inglese) e riportante, oltre alle indicazioni obbligatorie per legge, una breve descrizione di ogni birra. Per le etichette da 33 cl si è scelto di mantenere una linea leggermente diversa rispetto alla grafica adottata per le bottiglie da 75 cl. Esse hanno la forma di un esagono bianco sovrapposto a un rettangolo colorato, il cui colore è quello che da sempre identifica ciascuna birra 2 Sorelle: giallo per Naïf, arancione per Sister Ale, azzurro per Wahida, verde per Hella Hop, viola per Special e rosso per Amber. Su questo fondo colorato viene stampato il paesaggio stilizzato che circonda il birrificio, presente anche sulla scatola. Il logo, leggermente modificato creando uno stemma orizzontale che recita “2 Sorelle Birra Agricola”, è presente su ciascuna etichetta, in basso a sinistra, a cavallo tra l’esagono e il fondino colorato, oltre che sul collarino, mentre l’interno dell’esagono ospita il nome della birra – dello stesso colore del fondo esterno –, l’indicazione dello stile birrario e la figura di donna, ideata e realizzata manualmente per ciascuna referenza, un particolare che sottolinea il desiderio delle due sorelle di comunicare l’essenza del loro birrificio al femminile. Per valorizzare le etichette, si è optato per l’applicazione di una sovraverniciatura lucida effetto braille su alcuni dettagli, tra cui il nome della birra, lo stile, il brand “2 Sorelle Birra Agricola” e alcuni particolari dei personaggi raffigurati. «Per quanto riguarda il formato da 75 cl, per il quale sono disponibili solo Sister Ale, Amber e Special – precisa Federica –, abbiamo usato gli stessi elementi grafici: brand “2 Sorelle Birra Agricola”, identici font per i nomi delle birre, stili e protagoniste, ma con un supporto per le etichette in PVC trasparente».