Birra Bandiga per “far festa”!

Si definiscono “quelli del birrificio a righe” (per via delle loro etichette a linee verticali, per ciascuno stile un diverso colore) e il loro motto è “birra sincera fatta in Emilia”. Semplicità e convivialità sono infatti i primi obiettivi dei quattro soci di birra Bandiga, nata lo scorso anno dalla società Tank Farm Srl che ha riunito la passione brassicola di quattro amici: Davide Fontana, Raffaele Caccamo, Tommaso Mainardi e Nicola Gaeta.

(da sinistra) Nicola Gaeta, Raffaele Caccamo, Davide Fontana, Tommaso Mainardi

In questo primo anno, dallo stabilimento modenese di Campogalliano – in cui ha sede anche la tap room – sono nate sette etichette a catalogo (con alcune one-shot dietro l’angolo) per un totale produttivo di 520 ettolitri. Birra per una metà venduta in fusto e per una metà in lattine in formato da 44 centilitri. Per ogni etichetta, il nome dello stile birrario e tante righe colorate. Ne abbiamo parlato con Davide Fontana, socio e birraio – uno dei 4 soci e uno dei 2 birrai – che è anche responsabile di produzione.

Nascita e filosofia del birrificio

«Il birrificio ha aperto al pubblico da un anno appena, a fine dicembre 2023. Bandiga nasce dalla passione di noi quattro soci per la birra artigianale: mia, di Raffaele Caccamo, Tommaso Mainardi e Nicola Gaeta. Neanche a dirlo, ci siamo conosciuti a un corso di degustazione di birra e poi, mentre eravamo in vacanza in Germania insieme per dedicarci alla scoperta delle birre del posto, c’è venuta la voglia di creare la nostra idea di birra artigianale di qualità. La nostra filosofia si basa sull’idea del “fatto in Italia”, mettendo la qualità al primo posto. Oltre a questi punti cardine, il nostro concetto di birra è basato su principi come la semplicità e la convivialità. Così a oggi, sia graficamente che dal punto di vista produttivo, cerchiamo di creare un prodotto facile da bere e degustare, di facile approccio anche per chi non è esperto e che soprattutto che aiuti a fare gruppo. Per noi Birra Bandiga deve essere una bevanda da bere in compagnia, per festeggiare o anche per semplicemente “staccare” e avere un momento di relax. Questa filosofia è rispecchiata in pieno dal nome del birrificio: nel nostro dialetto “Bandiga” vuole infatti dire “festa”. Più propriamente è il nome che si dava alla cena, oppure al pranzo, che si faceva quando si finiva di costruire una casa al termine dei lavori. Ai tempi, quando c’erano poche disponibilità economiche, chi voleva costruire una casa chiedeva infatti una mano agli amici – elettricista, idraulico, falegname, erano tutti amici che venivano a dare una mano – così alla fine del lavoro, per sdebitarsi, si festeggiava tutti insieme, amici, lavoratori e parenti. Appunto questa grande festa si chiamava “bandiga”. E noi è a quest’idea di convivialità e condivisione che vogliamo rifarci. È proprio questa atmosfera che vogliamo ricreare con le nostre birre. E per questo abbiamo pensato anche a un luogo di ritrovo dove respirare questo un clima di festa ed è nato così il nostro spaccio con spine, direttamente nel cuore del birrificio affacciato sul laboratorio di produzione, dove concludere la giornata di lavoro in un’atmosfera rilassata, sbirciando noi birrai all’opera».

Chi fa cosa

«La società con cui abbiamo dato vita alle birre Bandiga si chiama Tank Farm – continua Davide -. Siamo in quattro soci, di cui uno lavora in birrificio a tempo pieno, mentre gli altri vi si dedicano part time. Io sono uno dei due birrai: amo fare cose buone con le mie mani, soprattutto se comportano un processo fermentativo, e adoro applicare la fredda chimica, studiata per anni, per trasformarla in emozione. L’altro birraio è Nicola Gaeta, che ha iniziato a produrre birra in casa per dare sfogo alla sua creatività e riversa il suo background tecnico allo scopo di affinare il processo produttivo. Tommaso Mainardi invece è il nostro uomo “da bancone”. Raffaele Caccamo è il nostro “sciabolatore di birre” e fornitore costante di nuove idee. Di recente, abbiamo aggiunto due nuovi fermentatori da 12 ettolitri (da cotta singola, 1.200 litri) al fine di poter aumentare la produzione e permetterci di mantenere costantemente disponibili più referenze possibili. Così, ad esempio, ora stiamo producendo qualche birra per una beer-firm appartenente a un locale di Mirandola, qui vicino, ma per i prossimi mesi stiamo già trattando con altri, visto l’ampliamento dei fermentatori. Al momento le nostre lattine raggiungono pub, ristoranti, bar e birrerie un po’ in tutta Italia, ma non abbiamo accordi con distributori e ci muoviamo autonomamente per quanto possibile. Anche vendendo online, dal nostro e-shop. Quanto all’estero al momento non ne facciamo ancora, ma abbiamo i contatti per iniziare ad esportare. Guardiamo a tutta Europa. Abbiamo ricevuto una richiesta dal Belgio, già dopo pochi mesi di attività, ma ad oggi ci stiamo concentrando sull’Italia».