di Maria Luisa Doldi
Immerso nel suggestivo paesaggio delle Marche, il birrificio agricolo Jester si trova a Petritoli, in provincia di Fermo.
«In queste terre, coltiviamo con passione e dedizione, valorizzando le risorse locali e rispettando le tradizioni agricole che ci sono state tramandate», afferma Erri Morlacca, titolare dell‘azienda. La filosofia di produzione è fortemente concentrata sui prodotti del territorio. Morlacca spiega: «Nei nostri terreni coltiviamo alcune delle varietà di orzo che utilizziamo per le nostre birre. In ogni ricetta usiamo materie prime locali, come il miele di ailanto di un’azienda vicina e grani antichi coltivati da aziende biologiche della zona. Per quanto riguarda il luppolo, collaboriamo con luppoleti locali e abruzzesi. Questa filosofia ci permette di creare birre territoriali, a filiera corta, che raccontano la storia e i sapori delle Marche in ogni sorso».
Il Birrificio Jester pone una forte enfasi sull’utilizzo di materie prime biologiche e di alta qualità. Gli ingredienti sono attentamente selezionati per creare birre e nuove ricette. La creatività e la sperimentazione sono al centro della filosofia del Birrificio, trasformando ogni sorso in un viaggio sensoriale unico. Il laboratorio di Petritoli è il vero e proprio centro nevralgico dell’attività del Birrificio Jester che oggi produce circa 400-500 hl di birra all’anno, suddivisi in 20 tipologie birra diverse – dalle IPA rosse speziate, alle Belgian Strong Dark Ale al miele di Ailanto, fino alle Ale realizzate con malto aziendale e grano. Il processo di maltazione è curato da mastri birrai esperti, permettendo di ottenere una base di malto di altissima qualità, fondamentale per la produzione.
Accanto ai campi di orzo, l’azienda possiede anche un frutteto dove sono piantati alberi per produrre la mela tipica della zona, la Mela Rosa dei Monti Sibillini, un presidio Slow Food che testimonia l’attenzione dell’azienda per le varietà autoctone e per la biodiversità. «Questo frutto, oltre a essere simbolo del nostro impegno nella tutela delle tradizioni, contribuisce a rendere unici i prodotti che realizziamo. Oltre alla birra, produciamo anche sidro, utilizzando le mele Rosa dei Monti Sibillini. Il nostro laboratorio è attrezzato per gestire sia la produzione di birra che di sidro, permettendoci di offrire una gamma di prodotti che riflettono la ricchezza e la varietà del nostro territorio».
Alla ricerca della giusta imbottigliatrice
Per fare fronte a una maggiore richiesta di mercato e alla necessità di tempi di produzione e consegna più brevi, aumentando al contempo qualità, efficienza e tipologia della sua produzione, circa un anno fa il birrificio Jester ha deciso di fare un aggiornamento tecnologico e di acquistare una nuova imbottigliatrice automatica.
«Fino ad allora avevamo utilizzato una semiautomatica che permetteva solo la rifermentazione in bottiglia, non sempre adatta a tutte le tipologie di birra». Quali le necessità specifiche del birrificio? «Non abbiamo grandissimi volumi di produzione e nemmeno ampi spazi in laboratorio. La nuova macchina doveva essere compatta e versatile, permettendoci di imbottigliare tutti i nostri formati – 33, 50 e 75 ml – con un unico apparecchio che offrisse un cambio formato rapido, facile da gestire e poco costoso. Doveva consentire di aumentare la produzione e migliorare il prodotto finito, dandogli determinate caratteristiche richieste dal mercato, come una maggiore stabilità. Infine, doveva avere un rapporto costi/benefici adatto alle nostre dimensioni».
La soluzione
La ricerca di Jester ha dato i suoi frutti e la nuova imbottigliatrice, che ormai il Birrificio utilizza con piena soddisfazione da un anno circa, è una Jack T04 isobarica di Quinti Srl. Spiega Morlacca: «Questo impianto risponde bene a tutte le nostre esigenze di versatilità, efficienza e qualità. Il cambio formato richiede solo pochi minuti, grazie all’utilizzo di componenti semplici come dischi tondi (piattelli) che sostengono le bottiglie e, eventualmente, una testata diversa per adattarsi ai diversi tipi di tappi. Il processo è facile e veloce, permettendo di passare da una bottiglia all’altra in circa 20-30 minuti, senza complicazioni».
Il piattello, un sistema per tutti i formati
A differenza della maggior parte delle macchine sul mercato, nella Jack T04 le bottiglie da riempire non vengono accomodate su un nastro continuo ma su un sistema costituito da piattelli di diverso formato e intercambiabili. «Quinti è stata tra le prime a introdurre un sistema simile e lo ha fatto per rispondere alle necessità di molti suoi clienti che avevano fino a 20 formati diversi da imbottigliare – spiega Pierangelo Innocenti, Direttore Dipartimento Tecnico presso Quinti Srl -. Questo sistema incarna al meglio la filosofia aziendale di Quinti riassumibile nel motto “Easy Line System”. Questa flessibilità consente di rispondere rapidamente alle diverse esigenze del mercato, mantenendo una produzione dinamica e versatile».
Un monoblocco, tre funzioni
Jack T04 è un monoblocco in grado di svolgere le tre operazioni di lavaggio, riempimento e tappatura. Per il lavaggio, le bottiglie vengono prese dal collo con delle pinze, ribaltate di 180° in modo che gli ugelli entrino nella bottiglia per eseguire il lavaggio. In questo modo il flusso in ingresso non viene contaminato dal flusso in uscita. Durante la tappatura, i tappi vengono orientati e incolonnati tramite un sistema di alimentazione automatica che offre grande flessibilità quando si deve passare da un tappo corona 26 a un tappo 29. Lungo tutta la linea il sistema lavora in assenza di ossigeno, proteggendo il prodotto da ossidazioni ed eventuali contaminazioni.
La tecnologia isobarica
La versatilità non riguarda solo i tempi e numeri di produzione, ma anche la possibilità di realizzare tecnologie diverse con un unico impianto. La macchina scelta permette infatti di imbottigliare sia con il metodo isobarico che con quello della rifermentazione in bottiglia. Per quanto riguarda il metodo isobarico, grazie ai rubinetti RIDC, è possibile ottenere un riempimento molto efficiente. Attraverso sei fasi durante il riempimento, tutte parzializzabili, si riesce a produrre una bottiglia il cui prodotto non ha subito alterazioni, raggiungendo livelli di pick up di ossigeno molto bassi e senza spreco di birra. Questo doppio sistema di imbottigliamento è fondamentale per adattarsi a diversi stili di birra, mantenendo un alto standard qualitativo.
Gestione del processo
Il processo di imbottigliamento inizia con la sciacquatura delle bottiglie, utilizzando acqua o specifici prodotti detergenti per garantire la massima igiene. La macchina poi riempie le bottiglie, assicurando che ogni passaggio sia eseguito con precisione per preservare la qualità del prodotto finale.
Assistenza da remoto e continuità operativa
Un altro punto di forza decisivo che ha portato Jester a scegliere Quinti Srl come partner è l’assistenza tecnica continua e la possibilità di intervento remoto che Quinti offre ai suoi clienti. «Nell’imbottigliamento isobarico la fase di taratura della macchina è delicata, soprattutto per chi lo fa per la prima volta. Inoltre, alcuni parametri variano a seconda delle tipologie di birra. Quindi, all’inizio, l’assistenza da remoto fornita da Quinti si è rivelata essenziale», spiega Morlacca. Grazie alla possibilità di gestione da remoto delle macchine, in caso di problemi durante l’imbottigliamento, Quinti può intervenire rapidamente per modificare i parametri, minimizzando i tempi di fermo. Questo supporto è essenziale, soprattutto in un settore delicato come quello alimentare, dove ogni problema tecnico potrebbe compromettere la qualità del prodotto.
Esperienza e affidabilità del fornitore
Il birrificio ha scelto Quinti Srl come fornitore anche per la sua lunga esperienza e affidabilità. «Quinti ha una storia consolidata nel settore e produce questa macchina ormai da molti anni. Inoltre, si tratta di un’azienda a conduzione familiare, dove ogni cliente conta, è a noi vicina geograficamente e tutti questi elementi assicurano un supporto tempestivo e creano un rapporto di fiducia».
Aspettative corrisposte
Il Birrificio Agricolo Jester ha dunque investito in una macchina di imbottigliamento Quinti perché combina efficienza, versatilità e assistenza tecnica di alto livello. Queste caratteristiche non solo migliorano la produttività, ma assicurano anche un prodotto finale di alta qualità, rispondendo alle esigenze di un mercato sempre più esigente. La scelta di un fornitore affidabile e l’implementazione di tecnologie avanzate sono state fondamentali per garantire il successo del birrificio, offrendo birre e sidri che rispettano e valorizzano le materie prime locali. Jester afferma che le sue aspettative in termini di efficienza della macchina e del processo e qualità del prodotto sono state ampiamente soddisfatte.