Riciclo di alluminio da record!

Nel 2023, in Italia è stato avviato a riciclo il 70,3% degli imballaggi in alluminio immessi sul mercato. Considerando anche il recupero energetico, il totale degli imballaggi in alluminio complessivamente recuperati si assesta sul 74% circa. Sono numeri di cui andare orgogliosi e che indicano l’esistenza di un sistema che evidentemente funziona bene. 

Stefano Stellini

«Di fatto – afferma Stefano Stellini, direttore generale di CIAL – Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminioil modello italiano di gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggi in alluminio rappresenta un’eccellenza nel panorama europeo, in linea con i principi del Piano d’azione per l’Economia Circolare. Con una media del 70% del tasso di riciclo degli imballaggi in alluminio, l’Italia supera abbondantemente, ormai da alcuni anni, gli obiettivi Ue al 2025 (50%) e al 2030 (60%)». Tanti sono gli ingredienti di questo successo e Stellini prova a enumerarli: «L’alluminio è di per sé un metallo che ben si presta al riciclo: soprattutto nel caso degli imballaggi esso si presenta molto spesso in forma monomateriale e questo facilita raccolta e riciclo. Il consumatore riesce a selezionarlo facilmente perché è perfettamente riconoscibile e quindi nella maggior parte dei casi viene differenziato correttamente».

Un modello che non esclude nessuno

 E poi vi è il sistema di raccolta. Afferma Stellini: «In Italia la raccolta dell’alluminio ha da sempre cercato di intercettare tutte le frazioni sul mercato – dalle lattine a tutte quelle frazioni fini, come tappi, chiusure e altri accessori, imballaggi sottili e manufatti di piccole dimensioni. Si tratta infatti di quantità considerevoli di alluminio che, grazie alla disponibilità di idonee tecnologie per il trattamento, possono rappresentare una grande opportunità per recuperare materiali altrimenti destinati a smaltimento». Al contrario, la maggior parte dei paesi europei si è inizialmente concentrata solo sulla frazione più importante del rifiuto in alluminio, per accorgersi solo recentemente che con questa strategia non si possono raggiungere gli obiettivi di raccolta europei.

Facile da selezionare

«Questi numeri sono stati raggiunti anche grazie al fatto che l’alluminio è facile da selezionare anche lungo l’impianto di trattamento – prosegue Stellini – Qui esso viene respinto dalle correnti indotte e selezionato in maniera automatica per arrivare infine ad essere nuovo alluminio che torna in circolo. Si stima che il 75% dell’alluminio prodotto da sempre sia tuttora in circolo nel mondo. In Italia, la produzione di alluminio si basa oggi esclusivamente sul riciclo del rottame».

Materiale durevole e permanente

Poiché può essere riciclato all’infinito senza perdere mai le sue caratteristiche chimico-fisiche e senza subire degradazione, l’alluminio viene indicato come materiale durevole e permanente. Di fatto in Italia la maggior parte dell’alluminio che si produce deriva da materiale riciclato. E questo ha un impatto molto positivo dal punto di vista energetico perché il riciclo permette di risparmiare il 95% dell’energia rispetto alla produzione di materiale primario. Nella sola Italia, l’utilizzo di alluminio riciclato ha permesso nel 2023 di evitare emissioni serra pari a 417mila tonnellate di CO2 e di risparmiare energia per oltre 182mila tonnellate equivalenti di petrolio.

Il sistema Italia

Vi è un elemento che rende il sistema Italia peculiare rispetto a molti altri sistemi europei. Spiega Stellini: «L’Italia ha messo in atto un sistema di finanziamento tramite il contributo ambientale che ha reso partecipi alla filiera tutte le imprese, mettendo insieme due mondi diversi, dal più piccolo dei produttori dell’imballaggio al più grande degli utilizzatori. La scelta dei criteri di gestione della filiera del packaging in alluminio garantisce un rapporto costo-risultato tra i più efficienti d’Europa, realizzando un eccellente modello di sostenibilità sociale, economica ed ambientale accanto a una relazione estremamente costruttiva con il territorio, grazie all’azione combinata di istituzioni, imprese, operatori, cittadini e comuni».

Il “caso” delle lattine

L’efficienza di raccolta e riciclo del sistema italiano è ancor più evidente se si analizza lo spaccato del tasso di riciclo per le sole lattine in alluminio per bevande, pari al 93,8% per il 2023. Un risultato da record, che non ha nulla da invidiare a quello dei paesi i cui sistemi sono basati sul deposito cauzionale e abbondantemente superiore al tasso medio di riciclo europeo del 76%.

«Le lattine oggi rappresentano un risultato veramente eccezionale e provengono da un sistema basato solo sulla raccolta differenziata e non sul deposito cauzionale. Questi numeri dimostrano che la raccolta differenziata italiana è particolarmente efficiente ed è anche coerente con il modello nazionale di consumo». In Italia, infatti, non si consumano molte bibite in lattina. L’immesso sul mercato è poco meno di 30.000 tonnellate/anno. Per fare un paragone: sono le stesse quantità del Belgio che però ha una popolazione che è 1/5 di quella Italiana, quindi un consumo cinque volte superiore ma tassi di riciclo simili.  «In altre parole – afferma Stellini – il consumo nazionale si attesta su circa 33 lattine pro capite. Per questi numeri il sistema con deposito cauzionale creerebbe più costi che risultati». I numeri italiani dimostrano che il sistema con deposito cauzionale non è necessariamente la scelta più efficace. «Il sistema italiano con i suoi numeri di successo si è sviluppato in relazione e in armonia con le abitudini e i numeri del consumo nazionale». Questo aspetto deve essere uno spunto di riflessione anche dal punto di vista della sostenibilità, non solo ambientale ma anche economica e di fattibilità della gestione del riciclo: i sistemi dovrebbero tener conto della logistica e della costellazione di consumo dei vari paesi, prima di venire scelti (o imposti) a priori.

Le sfide future

Quali sono le sfide future del settore degli imballaggi in alluminio? «Sono molteplici – afferma Stellini -. Innanzitutto, dal punto di vista geografico: in alcune aree del territorio nazionale bisogna migliorare la raccolta. Bisogna garantire un corretto e ottimizzato riciclo dei poliaccoppiati; dovremo lavorare in maniera più verticale rispetto ad alcune tipologie di prodotto, come ad esempio, le capsule da caffè dove la raccolta deve esser assolutamente migliorata. E infine, dovremo continuare nell’innovazione tecnologica che permetta di recuperare il più possibile, in modo da raggiungere davvero, per l’alluminio come per molti altri materiali, il livello “zero rifiuti“».

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