Birrone nasce a Isola Vicentina, in provincia di Vicenza, nel 2008. A fondarlo è Simone Dal Cortivo, che a solo una manciata di anni di distanza, nel 2014, viene proclamato “Birraio dell’Anno”. Oggi, grazie all’apporto di una quindicina di addetti, il birrificio ha raggiunto una produzione annua di 5.000 ettolitri, distribuiti in fusti, in lattina e circa 300.000 bottiglie in vetro l’anno.
“Mi piace immaginare l’interno di un maturatore come un luogo meraviglioso dove le particelle delle mie birre passano il tempo a far festa gioiose e spensierate. Tra amichette felici si divertono incredibilmente nel loro mondo perfetto in attesa di diventare più belle ed eleganti e di far felice chi le berrà.” Così spiega Simone Dal Cortivo, fondatore e titolare di Birrone, che qui per noi entra nel dettaglio di attività e prodotti del birrificio vicentino.
Nascita ed evoluzione del birrificio
«Il birrificio artigianale agricolo Birrone nasce nel 2008 a Isola Vicentina, in provincia di Vicenza, per la produzione di birre artigianali, naturali, di altissima qualità, non trattate termicamente né chimicamente – racconta Simone, alle spalle un’esperienza da panificatore e la passione per le birre fatte in casa “facili da bere” -. Nel corso degli anni Birrone sviluppa una linea di birre di altissimo livello che, per essere tali, dalla produzione al consumo finale, vengono gestite senza interruzioni in una rigorosa catena del freddo per ricreare e mantenere le condizioni ottimali che sono quelle della birra nel tank di maturazione. L’estrema attenzione alla gestione del prodotto dona alle birre Birrone freschezza e beverinità. Grazie alla lungimiranza del progetto iniziale e alla tenacia nel diffondere questo innovativo modus operandi, il Birrone è cresciuto molto negli anni fino a posizionarsi tra i primi 20 birrifici in Italia, in termini di volumi ed è ai vertici della classifica dei più premiati. Solamente in pochi anni di attività, siamo cresciuti da 350 ettolitri a quasi 5000 ettolitri di produzione annua, coprendo con la nostra distribuzione diretta tutto il suolo italiano. Con le prime birre di stampo tedesco sono arrivati anche i primi successi, sia come riscontro del pubblico che nei vari concorsi nazionali e internazionali, e nel 2015, poco dopo il trasloco nella nuova sede produttiva, è arrivata la consacrazione a Birraio dell’Anno 2014 con la vittoria del concorso di Fermento Birra. Nel 2016 ci siamo ingranditi con un impianto da 60 ettolitri, direi proprio il primo in Italia per un birrificio di stampo artigianale. E a partire dal 2020 siamo diventati birrificio agricolo e quindi coltiviamo per nostro conto parte delle materie prime».
«sono convinto che chi gusta Birrone deve poter ritrovare un prodotto fresco e originale»
Produzione e potenziale produttivo
«Così ora coltiviamo nei nostri terreni direttamente le migliori materie prime che trasformiamo poi in fantastiche birre. Il nostro orzo Concerto lo facciamo diventare malto dalla nostra malteria partner, mais marano per la nostra Maranella, frumento non maltato per le nostre Blanche. Inoltre, coltiviamo nel nostro luppoleto sia luppolo Comet che Cascade, che risultano particolarmente profumati. Mentre per quelli che non riusciamo a produrre qui, ci riforniamo di luppoli di alta qualità provenienti dai quattro angoli del pianeta: luppoli che abbiano le giuste qualità per caratterizzare le nostre birre con aromi e profumi tali da distinguersi per equilibrio e personalità. Per tutte le nostre birre a bassa fermentazione utilizziamo solo lieviti freschi, che tutti i mesi andiamo a prendere in Germania. Mentre per le birre ad alta fermentazione, usiamo lieviti selezionati. Quanto all’acqua, ingrediente fondamentale di ogni birra, grazie al nostro impianto ad osmosi otteniamo un’acqua come quella di Plzen o dura come quella di Dublino, ideale per produrre Pilsner e Porter come da tradizione. L’attuale impianto produttivo del Birrone ha una capacità di 60 ettolitri. È stato progettato assieme a Soci’s ed è fra gli impianti produttivi più grandi d’Italia nel comparto dei birrifici artigianali. Si tratta di un impianto completamente automatico: è uno strumento di eccellenza, anche in termini di duttilità e possibilità di personalizzazione. La capacità della cantina del Birrone è di 1.500 ettolitri. La maturazione e il lavoro in cantina sono per noi essenziali. Per rispettare il tempo necessario a garantire pulizia ed equilibrio alle nostre birre abbiamo progettato una cantina da 22 fermentatori tronco conici».
L’imbottigliamento
«Il Birrone raggiunge annualmente una produzione di circa 5.000 ettolitri – conclude Simone -. Ogni anno realizziamo all’incirca 300.000 bottiglie con una potenzialità di imbottigliamento attorno ai 10 ettolitri l’ora. Disponiamo di una linea d’imbottigliamento GAI isobarica da 3.000 bottiglie all’ora con cui realizziamo il confezionamento di circa 50 bottiglie al minuto, garantendo l’assoluta protezione del prodotto da ossidazioni e potenziali infezioni. Non utilizziamo capsule e per le etichette usiamo una etichettatrice Enos. Utilizziamo bottiglie da 33/50/75 centilitri, tutte di colore ambrato. Come fusti, utilizziamo il formato sia da 20 che da 30 litri, entrambi in acciaio; in aggiunta al formato da 24 litri in polykeg. A partire dal 2020, abbiamo introdotto anche il formato in lattina: la prima lattina di Birrone è stata la nostra Berliner Weiss con Ciliegia, La Gina a Berlin, etichetta tutta rosa e due grosse ciliege rosse. Abbiamo quindi in dotazione oltre all’imbottigliatrice GAI, anche una lattinatrice americana Wild Goose Filling, che ci garantisce lattine perfette, sia nel formato 33 che nel 44 centilitri. Per le bottiglie ci riforniamo in Germania da Ardagh Glass Gmbh, mentre le lattine le prendiamo da Crown Commercial Italy di Parma. I nostri tappi sono tappi corona bianchi con il nostro logo. La grafica del nostro logo, così come tutta l’immagine grafica del Birrone, l’ha pensata per noi lo studio grafico Brixten di Vicenza».