Birra del Bosco, la birra di montagna

Con una produzione annua di circa 1200 ettolitri, più di una decina di referenze e quasi 130.000 pezzi tra lattine e bottiglie, Birra Del Bosco ha la sua sede a San Michele all’Adige, un comune di 4.000 anime in provincia di Trento che nasce ai piedi di un antico monastero agostiniano, sormontato dalle montagne del Trentino Alto Adige. Fondatore e titolare del birrificio è Marco Pederiva che qui ci racconta delle sue passioni e di come nasce una Birra Del Bosco.

La nascita del birrificio

Marco Pederiva, fondatore e titolare di Birra del Bosco

«Sono nato 40 anni fa. Mi sono laureto in Ingegneria civile, anche se che non ho mai praticato la professione. Dal 2013, l’anno in cui abbiamo aperto il birrificio, sono socio fondatore e titolare del birrificio. Ho iniziato questa attività per trasformare il mio hobby in un lavoro vero e proprio, visto anche il momento strano di quell’epoca. Il birrificio ha sede a San Michele all’Adige: siamo sempre rimasti qui nello stesso luogo e non intendo spostarmi, per ora. Lo abbiamo chiamato Birra Del Bosco per la passione che ho per il mondo dell’outdoor, della montagna, dei boschi, e degli indiani d’America… niente boschi attorno a noi, solo vigne! Nel corso di questi anni il birrificio ha cambiato ragione sociale ed era cambiato un altro socio, ma dal 2022 sono titolare unico di Birra Del Bosco. Qui con me lavorano Mauro Degasperi e Federico Frachesen: Mauro ha 28 anni ed è il mastro birraio; Federico ha 32 anni ed è il responsabile di magazzino».

La filosofia di Birra Del Bosco

«L’idea è sempre stata quella di fare birre “facili da bere”, seppur spaziando tra stili diversi – continua Marco -. Abbiamo la passione della montagna, quindi appena possibile andiamo a sciare, o in bici, o a fare hiking. Credo fermamente nella valorizzazione del tempo libero e cerco di trasmettere questo anche ai miei dipendenti. Voglio che sia un posto di lavoro dove la gente viene a lavorare volentieri e per questo cerco di mantenere un certo clima. Anche per questo non ho nessuna intenzione di aprire un locale o di ampliarmi all’infinito: ho le idee piuttosto chiare su dove voglio arrivare in termini di espansione e livello di mercato». «Siamo sempre cresciuti, a parte una piccola contrazione durante il periodo Covid, con un trend costante – prosegue Marco –. Essendo ingegnere ho la fissa dei numeri e credo che una buona gestione aziendale non debba prescindere dall’analisi e della gestione dei dati. Per questo ogni anno lavoro sul budget e cerco di raggiungerlo, programmando e organizzando tutto al meglio. Per un’azienda di tre persone, non posso proprio lamentarmi quanto a fatturato. Lavoriamo esclusivamente sul canale Horeca e con la vendita al dettaglio come spacci aziendali, oppure tramite e-shop. Vendiamo in tutta Italia, seppur a macchia di leopardo, e ci avvaliamo di agenti e distributori, a seconda della zona. In Trentino Alto Adige, che è la nostra regione, riusciamo anche a distribuire direttamente. La Grande Distribuzione non è tra i nostri canali di vendita. E nemmeno abbiamo una produzione conto terzi per i Beer Firm. Mentre facciamo un po’ di export, attorno al 2-3% del fatturato, con qualche cliente tra Germania e Austria».

La produzione

«Annualmente Birra Del Bosco produce attorno ai 1200 ettolitri per un totale di 130.000 pezzi circa, tra bottiglie e lattine. Facciamo molte birre diverse. Inizialmente siamo partiti con un unico prodotto, al quale poi ne abbiamo aggiunti altri col trascorrere del tempo e l’analisi del mercato. Ogni anno facciamo almeno due o tre birre nuove, one-shot o stagionali. Cerchiamo sempre di avere una bella offerta per il cliente, tra basse e alte fermentazioni. Al momento abbiamo a catalogo un portfolio di otto birre continuative, tre birre stagionali e altre one shot di vario formato. Tra le etichette fisse abbiamo: Pale Whale, Foxtail, Dark Deer, Froggy Hops, Weissbear, Hellpecker, Karmaleon e Cabron. Mentre come birre stagionali abbiamo Atanea, Lilyth e Flabby Brown.»

Le attrezzature

«Siamo nello stesso capannone dal 2013. Si tratta di un ex magazzino di prodotti per la panificazione di circa 500 m2 che abbiamo preso in affitto. Qui abbiamo una piccola tap-room con annesso uno spaccio aziendale. In termini di cantina volendo abbiamo ancora la possibilità di espanderci, ma al momento non ne avvertiamo l’esigenza. La sala cottura è composta da tre tini da 10 ettolitri nominali della Tecnogen di Pergine, un’azienda del territorio. La capienza totale della cantina è di 1800 ettolitri. Abbiamo 5 serbatoi da 10 ettolitri, uno da 20 ettolitri e due da 40 ettolitri. L’impianto di imbottigliamento è una GAI 1030 a 6 becchi in linea che ci consente di realizzare all’incirca 1200 pezzi all’ora. Insieme a questa utilizziamo un’etichettatrice ENOS. Al momento invece per quanto riguarda le lattine ci avvaliamo di un service esterno, Finix Mobile Canning di Falzes (BZ) che lavora con una CASK isobarica da 900 pezzi/ora, con peak O2 quasi inesistente. Stiamo valutando l’acquisto di una inlattinatrice in futuro. Ma la decisione dipenderà dalla “massa critica” che riusciremo a fare quest’anno in termini di lattine. Purtroppo il vetro subirà una contrazione a causa dell’aumento selvaggio e speculativo della materia prima (+60% di aumento solo nel 2022 sulle bottiglie)». Birra Del Bosco viene commercializzata in fusti, in bottiglie in vetro e in lattina. Le bottiglie sono disponibili in tre formati: da 33, da 50 e da 75 centilitri. I fusti hanno capienza da 24 litri oppure da 30 litri. Per le bottiglie, utilizziamo vetro scuro di diversi modelli: Premium Ale per il 33 e 50 centilitri, Spumante Astro per il 75 centilitri. Produciamo anche birra in lattina, nel formato da 44 centilitri. A produrre birra in lattina abbiamo iniziato nel 2018, con il formato da 33 centilitri. Penso di poter dire che siamo stati tra i primi in Trentino Alto Adige, e ai tempi eravamo anche tra i pochi in Italia a farlo. In seguito, abbiamo eliminato il 33 centilitri e siamo passati al formato da 44 centilitri, per seguire le richieste della clientela. Da lì in poi parliamo di una tendenza che si è espansa parecchio. Per la fornitura di bottiglie al momento ci rivolgiamo a Euroglass e Vetri Speciali, mentre le lattine le prendiamo da Ball Beverage Packaging. Per i tappi ci riforniamo da Clemente Rigamonti e Pelliconi. Le etichette le stampa Fe Group a Bolzano, mentre i cartoni sono dello Scatolificio Pozzi. Per la grafica ci affidiamo da sempre allo studio Brand&Soda di Trento, che ci ha seguiti fin dalla nascita per tutto quello che riguarda l’immagine, dal logo alle etichette, passando per il sito. Il logo originale del birrificio l’ho disegnato personalmente e rappresenta un’aquila pescatrice in stile Haida (gli indiani del Pacific North West del Nord America) e si discosta volutamente dall’iconografia classica della birra. Per le bottiglie utilizziamo tappi a corona (di diametro 26 e 29). Le etichette sono molto d’impatto, con soggetti diversi a seconda della tipologia (animali e piante): sono un elemento che contraddistingue i nostri prodotti, sia per i colori che per i tratti molto “american style”, un po’ cartoon forse».

Progetti e obiettivi
«Stiamo lavorando a collaborazioni trasversali con altre giovani aziende che operano in campo outdoor e non necessariamente solo nel food&beverage. Pensiamo anche a nuove collaborazioni con altri birrifici e abbiamo in progetto delle nuove ricette di birre one-shot, nonché soprattutto una Special Edition per il decimo anniversario del birrificio. Abbiamo aperto il birrificio nel 2013: ne è passata di acqua sotto ai ponti, ma possiamo affermare una cosa: ci piace quello che facciamo, cerchiamo di farlo al meglio, e di sicuro siamo sempre pronti a migliorare e a migliorarci. Birra Del Bosco è un’azienda giovane e dinamica, che ha deciso di raggiungere l’obbiettivo principale di creare e vendere buone birre, all’interno di un ambiente lavorativo il più possibile sereno e stimolante, instaurando collaborazioni e sinergie con piccole realtà come la nostra, non solo del settore del food&beverage ma anche del settore dell’attivismo e della salvaguardia ambientale, della montagna e della vita outdoor in generale. Queste tematiche sono per noi parte integrante della nostra mission e le abbiamo vissute concretamente, negli anni, allacciando relazioni umane e professionali in questo ambito, per noi fonte di continue soddisfazioni e stimoli e parte del successo finora raggiunto. E continuiamo a vivere questi valori portando di tanto in tanto le nostre attività al di fuori del birrificio, in mezzo alla natura, sciando, andando in bici o facendo trekking, insieme ai nostri partner professionali e ad amici e famigliari che in essi si riconoscono».