«A dispetto delle necessità del momento, l’anno che sta per cominciare potrebbe vedere scomparire gli sconti attualmente in vigore per le accise sulla birra, con il rischio di incrementare, quindi, le tasse per i piccoli produttori, in controtendenza con questa fase di rilancio del settore, dopo le non poche difficoltà derivanti dalla pandemia», così Vittorio Ferraris, direttore generale Unionbirrai, ha commentato la possibilità che dal 1° gennaio 2023 si verifichi un aumento della tassazione sul settore, se l’emendamento 78.035 alla Legge di Bilancio a firma Nevi, Carloni, Cerreto, Gadda, che prevede il mantenimento degli sconti progressivi per i piccoli birrifici oltre a chiedere di prorogare la riduzione a 2,94 euro per ettolitro di grado plato per tutti, non dovesse passare.
«Stiamo seguendo con grande attenzione i lavori sulla Manovra. Se non dovesse passare l’emendamento, gli aumenti sulle accise potrebbero avere un impatto devastante sui piccoli produttori. – ha proseguito Ferraris – Il comparto è compatto nel sostenere l’urgenza di bloccare l’aumento delle accise sulla birra nel 2023. In accordo con le altre associazioni, AssoBirra e Coldiretti, Unionbirrai ha spinto affinché ci sia una proroga agli sconti, per dar forza ad un settore giovane e dinamico che continua a investire e rappresentare la qualità italiana con il suo prodotto artigianale, impiegando più di 9000 addetti. Per dare sostegno e contribuire a rilanciare l’intera filiera brassicola italiana è necessario approvare questo emendamento».