La Morosina: l’agribirrificio del Parco naturale del Ticino

 

Il team de La Morosina

La Morosina di Abbiategrasso (Mi) oggi non è solo un birrificio artigianale, ma un’azienda agricola vera e propria, con terreni, cascina, birrificio e agriturismo. Ubicata all’interno del Parco naturale del Ticino, la cascina fu acquistata nel 1981 da Giuseppe Pasini, nonno di Filippo Ghidoni e produttore di formaggi, che nel 1983 avviò un caseificio per trasformare il latte proveniente dalle stalle limitrofe. Filippo ne assume la guida nel 2010, ridando vita a un’attività che si era fermata con il pensionamento del nonno. L’idea è di convertirne la produzione agricola da monocultura del mais creando un prodotto di filiera, locale al 100%: la Birra Agricola. Comincia quindi a coltivare orzo distico, frumento e luppolo; l’acqua è quella della falda della Morosina.

Una storia di terra e passione

«Qui siamo all’interno del Parco del Ticino – ci spiega Filippo Ghidoni mentre ci accompagna attraverso la campagna dell’azienda agricola, immersa nella nebbia -.  Il fiume Ticino scorre a 5 km da qui e il bosco è a 3 km. Siamo proprio all’interno del Parco e viviamo il suo paesaggio e la sua fauna, ma anche le sue regole e i suoi vantaggi, come quello di poter proporre tutti i nostri prodotti con il marchio del Parco, che identifica le aziende che ne seguono il disciplinare; nel 2017 infatti abbiamo ricevuto dall’ente parco il marchio “Parco Del Ticino – Produzione Controllata”, a garanzia e dimostrazione delle soluzioni adottate a cura, salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente e del Parco Naturale. Produciamo anche ortaggi, che vendiamo all’ingrosso, e coltiviamo una varietà di mais antico, rosso, naturalmente colorato con pigmenti ricchi di antiocianine, microelementi con provate proprietà antinvecchiamento, con cui realizziamo prodotti lavorati dal mais come farina, gallette e così via».  «Questa è sempre stata un’azienda agricola – continua – e ci sono tracce che già intorno al 1600 fosse presente. I miei nonni materni acquistarono questa cascina con i terreni circostanti a inizio anni 80 per produrvi formaggi, e infatti Abbiategrasso è uno dei comuni del Consorzio del Gorgonzola. Quando mio nonno pose fine alla sua attività per anzianità, il caseificio, che aveva il marchio DOP del Consorzio, per un po’ venne dato in locazione a Cademartori. Poi, dal momento che nessuna delle sue figlie proseguì nell’attività agricola, caseificio e campi vennero abbandonati per un po’. Fino a che io stesso, a inizio anni 2000 e poco più che ventenne, ho pensato che occuparmi dell’azienda agricola potesse darmi delle soddisfazioni, non solo coltivando il terreno ma facendone un’attività di trasformazione, fino alla tavola. Da qui l’idea di produrre la birra, realizzandola con le materie prime dell’azienda. Ma ci tengo a sottolineare che noi siamo prima di tutto un’azienda agricola, la cui attività è il fondamento stesso e imprescindibile dell’attività del birrificio».

Coltivata in casa

Materie prime come l’acqua, di cui il sottosuolo sassoso, vecchia pianura alluvionale del Ticino, è ricco. «Questa azienda agricola non è collegata all’acquedotto perché da sempre ha un pozzo che pesca a 80 metri di profondità – ci racconta Ghidoni – e senza trattamenti l’acqua è potabile e ottima. Questo è per noi un elemento fondamentale ed è stato uno dei volani che ci ha convinto a voler fare la birra». E poi c’è la coltivazione dell’orzo, la cui semina autunnale dà chicchi più grossi, ideali nella realizzazione della birra, il frumento e anche il luppolo. «Il luppolo cresce spontaneamente nella nostra zona, dove c’è la roggia ci sono tralci di luppolo selvatico che si arrampicano; non è una varietà che va bene per fare la birra, però partendo da questa osservazione abbiamo provato a impiantare delle varietà di luppolo e dopo qualche tentativo ne abbiamo selezionate cinque, che ora abbiamo costantemente in coltivazione. Abbiamo un impianto sperimentale dove ogni anno proviamo almeno quattro varietà diverse per capire quali possano impiantarsi bene adattandosi a questo clima e a qualche ricetta. Le cinque varietà selezionate le utilizziamo nelle nostre birre da circa tre anni, ma siamo sempre curiosi di vedere se ci sono altre varietà».

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