In termini geopolitici, li definiscono “microstati”. Sono quegli Stati nazionali con poca popolazione e un’estensione territoriale ridotta. Incastonata ai suoi confini con l’Emilia-Romagna, nella provincia di Rimini, la Repubblica di San Marino è uno di questi e, con una popolazione di 34.000 abitanti e una superficie di territoriale di 61,19 chilometri quadrati, è parte di Consiglio d’Europa e Nazioni Unite. Qui, sul finire del 2014, cinque ragazzi sammarinesi, allora trentenni, hanno deciso di trasformare la loro passione in un’attività brassicola e hanno così fondato la società a responsabilità limitata “Birrificio 5 Srl”, produttrice del marchio “Birrificio Abusivo”. Oggi Enea Bruschi non è più con loro, purtroppo deceduto nel 2019. Ma i quattro – Ivan Pelliccioni, Luca Battistini, Gabriele Giglietti e Andrea Mina – ora quarantenni, non hanno smesso di portare avanti questo sogno. Partiti nel 2015 con le prime cotte in un impianto da 100 litri, nel tempo hanno investito in un impianto da 3 ettolitri a cotta e spaziato negli stili, arrivando a vincere prestigiosi premi. Così nel 2020 hanno chiuso l’anno con 140 ettolitri e 20.000 bottiglie, confermando un ulteriore crescita produttiva nel 2021 e già pensando come una chimera alla possibilità di un impianto di imbottigliamento isobarico.
Abbiamo parlato di storia e prospettive del Birrificio Abusivo con Andrea Mina, ingegnere di 44 anni, uno dei soci titolari, che nella vita continua la sua professione nel settore pubblico, ma che non manca di portare quotidianamente il suo supporto nel “covo” di Domagnano, alle porte di San Marino. Con lui, a parlare con passione dei nuovi progetti, anche il birraio e socio lavoratore di 46 anni, Ivan Pelliccioni.
L’idea e i primi passi
«Il nome Birrificio 5 Srl nasce perché quando siamo partiti eravamo in cinque in questo progetto – ricorda Andrea Mina, menzionando l’amico Enea Bruschi che non c’è più -. Abbiamo tutti più o meno la stessa età, e qui a San Marino ci si conosce tutti. Con Gabriele Giglietti siamo coetanei, siamo amici sin da ragazzini e abbiamo studiato assieme: è ingegnere come me e come me presta in birrificio un’attività esterna di ausilio. Per ciò che riguarda l’amministrazione, se ne occupa Luca Battistini, che è un tecnologo alimentare di 45 anni. Mentre Ivan Pelliccioni è il nostro mastrobirraio e ha 46 anni. Abbiamo iniziato bevendo tutti assieme tra amici le birre che Ivan produceva in garage con i soliti pentoloni e kit brassicoli con cui hanno iniziato tanti homebrewer. Le sue ricette piacevano a noi, ma anche a tanti altri. Così un giorno ci siamo decisi a fare le cose un po’ più in grande e a produrre anche per vendere in maniera più organizzata. Abbiamo fondato la società a fine 2014 e nel 2015 abbiamo fatto le prime cotte come Birrificio Abusivo. Ci siamo voluti chiamare così rifacendoci alle feste da cui siamo nati e sfruttando questa immagine anche ai fini di riconoscibilità e di marketing abbiamo spinto su un approccio antiproibizionista. Sino a un paio di anni prima del Covid, ci eravamo anche organizzati come associazione per poter fare degustare le nostre birre qui in Tap Room, ma poi si è fatto tutto più complicato e proprio in queste settimane stiamo cercando un nuovo posto, da prendere in affitto per aprire un nostro locale di somministrazione.»
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