Birrificio Malatestiano: la birreria gastronomica

Un brewpub che affonda sempre più le sue radici nel territorio e pian piano diventa pronto per spiccare il volo su scala nazionale e raccontare il territorio attraverso le sue materie prime e le sue ricette. Il Birrificio Malatestiano di Cesena procede per tappe, ma guarda sempre avanti grazie ad Alessandro Buttarelli ed Elisa Ghetti, coppia nel lavoro e nella vita, romano di 52 anni lui e cesenate di 46 anni lei, titolari dell’azienda “Mastrobirraio” che produce con questo marchio.

L’idea di una “birreria gastronomica”, ossia di un posto dove produrre birra e fare insieme anche ristorazione al pubblico, viene attorno al 2002. Si informano bene, studiano, si preparano con spazi e attrezzature: nel 2005 aprono il loro brewpub, “Mastrobirraio”, in pieno centro a Cesena. Poi però la produzione di birra cresce e necessita di nuovi spazi: nel 2014 inaugura la nuova sede produttiva poco fuori città. L’anno seguente, nel 2015, oltre ai fusti introducono le bottiglie per ampliare le capacità di vendita. E nel 2017 è anche tempo di un nuovo nome commerciale, appunto “Birrificio Malatestiano”, per espandersi sempre di più con il proprio marchio.

Partiti nel 2005 con due tipologie di birra e 100 ettolitri in un anno, oggi producono oltre 12 etichette e 600 ettolitri annui. E proprio questo finire di 2021 sarà un anno da ricordare, grazie al nuovo impianto di imbottigliamento isobarico in arrivo a novembre, insieme a un paio di nuovi fermentatori. L’ambizione è quella di aumentare la produzione di altri 250 ettolitri l’anno e di introdurre nuove tipologie di birra, come quella al peperoncino, possibili grazie al perfetto mantenimento di gusti e aromi in bottiglia. Intanto, dal lato della commercializzazione, si punta alla distribuzione nazionale entrando a socio con una nuova realtà del settore; mentre dal lato delle materie prime, la predilezione per il locale spinge all’uso di luppoli locali e porta già in nuce il progetto di una collaborazione con un’azienda agricola per produrre da sé almeno un po’ del proprio malto.

Vuoi continuare a leggere?

Se sei GIA’ abbonato accedi all’area riservata 

Se NON sei abbonato vai alla pagina degli abbonamenti