Fattoria La Maliosa: metodo e identità tutto in etichetta

I consumatori odierni richiedono sempre più spesso informazioni sui prodotti alimentari: vogliono sapere come nascono, dove vengono realizzati, come vengono trasformati. Una richiesta legittima, che riguarda la maggior parte degli alimenti e, in particolar modo, il mondo del vino. Eppure poche sono, ancora, le informazioni che i produttori vinicoli trasferiscono in etichetta. Da questa constatazione, apparentemente banale, ma indiscutibile, è nato un progetto ben preciso, frutto di Fabrizio Bernasconi, co-founder dell’agenzia milanese indipendente dedicata alla creazione di identità di marca RBA Design, con alle spalle oltre 25 anni di esperienza nel packaging e nel design correlato al settore vinicolo. Sostenibilità, trasparenza e autenticità sono gli elementi sui quali è stato sviluppato il progetto, con l’obiettivo di esprimere, attraverso le potenzialità dell’etichetta, i valori distintivi delle referenze di un’azienda, trasformando i dati in informazioni per il consumatore e rendendo il packaging il primo strumento di comunicazione del prodotto.

165 ettari gestiti con il Metodo Corino

L’intuizione di Bernasconi è divenuta realtà grazie alla capacità di coordinamento e collaborazione dimostrate anche da altre aziende e ha trovato la sua applicazione nella talking label creata per Fattoria La Maliosa, la prima in assoluto nel mondo dei vini naturali. Questa azienda agricola, fondata da Antonella Manuli a Pitigliano (GR), nella Maremma collinare, si estende oggi su circa 165 ettari e produce olio e vini naturali adottando il Metodo Corino (brevetto depositato e marchio registrato di Antonella Manuli e Lorenzo Corino), che realizza un insieme di processi agronomici innovativi per la produzione di uva da tavola e vino. Tale metodo, privilegiando la vitalità dei suoli, la salubrità dell’ambiente, dei produttori e dei consumatori, opera scelte mirate e innovative riguardanti le condizioni ambientali, i vitigni e le tecniche colturali ottimali per vigneti a elevato valore conservativo dei luoghi e paesaggi e l’azienda, nel tempo, certificando tutti i passaggi della sua produzione, ha raccolto molteplici dati ai quali oggi il consumatore può accedere. Grazie al lavoro compiuto insieme alla società IndaCO2, spin off dell’Università di Siena, infatti, dal 2014 in poi Fattoria La Maliosa è stata in grado di misurare la propria sostenibilità, ovvero la carbon footprint dell’azienda e dei prodotti, fornendo una base di informazioni tra le più complete nel proprio settore, necessarie per comunicare in trasparenza.

Certificare ogni dato in modo sicuro

Partendo da questa matrice di informazioni, il progetto ha preso vita grazie all’integrazione delle soluzioni di smart labelling della divisione Rafmore di UPM Raflatac, leader globale nella fornitura di materiali autoadesivi sostenibili, con la tecnologia blockchain di MGA Milano Global Advisors, fornita attraverso il partner Swiss Crowd, una partnership che ha creato un circolo virtuoso e ha coinvolto altri importanti fornitori e realtà imprenditoriali quali Amorim Cork per i tappi ed Eurostampa per la stampa delle etichette. «Puntando a fornire ulteriore valore al consumatore, le informazioni trasmesse da Fattoria La Maliosa sono state autenticate sulla blockchain Ethereum grazie al know-how tecnico della divisione Fintech di MGA – spiega Stefano De Nart, Responsabile dell’area Finanza della società di consulenza indipendente Milano Global Advisors –. L’azienda agricola ha volutamente utilizzato la tecnologia blockchain in quanto essa è considerata, nell’ambito informatico, una delle innovazioni più importanti degli ultimi anni, in grado di certificare e protocollare in modo sicuro qualsiasi transazione o dato».

L’articolo completo sul numero di settembre

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