Amarcord: un birrificio di famiglia

I fratelli Andrea ed Elena Bagli, titolari del birrificio familiare Birra Amarcord, al canale della Grande Distribuzione Organizzata hanno creduto da subito e stanno continuando a puntarci. Tanto che ad oggi – registrato nel 2020 un fatturato complessivo di 7,1 milioni al netto dell’accisa – una metà degli incassi è dovuta ai prodotti realizzati in private labels, con una percentuale del 70% ascrivibile alle vendite in GDO. Risultati cui si accompagna un export al 18% (relativo esclusivamente al marchio Amarcord), con tre collaborazioni internazionali per le proprie ricette e 30 Paesi al mondo raggiunti. Ormai prossima ai 25 anni di attività, Birra Amarcord – nata nel 1997, con una sede legale a Rimini e lo stabilimento produttivo di Apecchio, in provincia di Pesaro Urbino, con 70.000 mq (di cui 4.000 coperti) e 25 dipendenti – ha una capacità produttiva di 60.000 ettolitri che si traduce annualmente in 8 milioni di bottiglie in 15 diversi formati.

A parlarne nel dettaglio sono Andrea Bagli, titolare del birrificio, e Andrea Pausler, mastro birraio.

Dalle origini a oggi

«La birra è una passione che arriva da lontano – racconta Andrea Bagli -. Mio nonno ha importato, a partire dal 1959, un famoso marchio di birra tedesca e negli anni Ottanta siamo stati i primi ad aver portato in Italia la birra biologica. È poi nel 2007 che decidiamo di produrla, prendendo in mano a tutti gli effetti il birrificio Birra Amarcord, che nasce a Rimini nel 1997 con la licenza numero 7. Birra Amarcord è infatti tra i primi birrifici nati in Italia. La nostra storia parte dall’inizio del secolo scorso, ovvero nel 1908, anno di fondazione della ditta Bagli Giovanni, il mio bisnonno. Ai tempi i Bagli erano anche produttori e distributori di bevande gasate e la zona di nostra competenza andava dalle Fontanelle di Riccione fino a Misano, in provincia di Rimini, muovendosi con carri trainati dai cavalli. È bello pensare che la nostra storia di imprenditori del beverage parta da così lontano e continui tuttora con me e mia sorella Elena. Attualmente, esportiamo anche all’estero, che rappresenta il 18% del nostro fatturato. Principalmente in Europa: Spagna, Francia, Svezia, Danimarca, Regno Unito. Per quanto riguarda poi la Grande Distribuzione Organizzata, nel 2020 ha assorbito il 70% del nostro fatturato, crescendo rispetto al 2019 di 15 punti. Parlando invece delle private labels, incidono sul nostro fatturato del 50% circa, ma parliamo di un mondo composto per il 64% da nostri marchi. Abbiamo infatti marchi di nostra proprietà, ideati e creati da Birra Amarcord e venduti in esclusiva alla Grande Distribuzione; come anche, in percentuale inferiore, private labels dei player della Grande Distribuzione. Quanto infine al canale delle vendite online, non lo trattiamo direttamente, ma le nostre birre sono presenti su noti e-commerce di vendita di birra come anche di vino».

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