Quanti appassionati di birra artigianale conoscono il periodo di raccolta dell’orzo o del luppolo? Dall’inizio della maltazione al momento in cui avviene la brassatura quanto tempo passa? Quanto è fresca la birra che sto consumando, considerando la data di imbottigliamento? A queste, e ad altre domande, risponde oggi BeerLife, uno strumento che, prendendo in esame ogni passaggio che rende possibile la produzione della birra contadina, dal campo alla tavola, trasmette al consumatore le informazioni correlate al prodotto che ha scelto, consentendogli di capire realmente come esso nasca, dandogli la possibilità di acquisire una consapevolezza tecnica nuova e diversa e caratterizzandone la bevuta tramite un approccio emozionale. Elaborato nel corso del 2019, BeerLife prende vita nell’ambito di una serie di collaborazioni che già da tempo legano – nel campo di progetti scientifici e divulgativi legati al settore agroalimentare – il Birrificio contadino piemontese Cascina Motta, l’Associazione Tecno.Food e l’Accademia italiana della birra.
Un valore strategico per il marketing
Nello specifico, il progetto riassume un intento ben preciso: dimostrare come molti dei dati e delle informazioni di processo che attualmente vengono considerati dalle imprese alimentari come un fardello, correlato perlopiù ad aspetti legati a sicurezza e tracciabilità, possano, invece, trasformarsi in un valore strategico per il marketing, in grado di mettere in evidenza il concetto di made in Italy e di fidelizzare maggiormente il consumatore. Pur essendo BeerLife un approccio di blockchain applicato al settore della filiera della birra, infatti, esso è concettualmente estendibile ad altre categorie di prodotto, anche nel caso di aziende e processi più articolati e complessi di quelli di Cascina Motta. Questo Birrificio contadino del Comune di Sale, in provincia di Alessandria, risulta oggi l’unico, in Italia, a coltivare direttamente e a trasformare tutte le materie prime impiegate per la produzione delle proprie birre; al suo interno sono portate avanti tutte quelle attività specializzate che normalmente vengono compiute da aziende esterne e che sono, per la maggior parte dei casi, di natura industriale. «La nostra specificità – spiega Massimo Prandi, fondatore di Cascina Motta – complici anche i vincoli della certificazione agricola e di prodotto biologico a cui dobbiamo attenerci, nel tempo ha portato allo sviluppo di un sistema documentale molto dettagliato inerente alle fasi di coltivazione, stoccaggio e trasformazione, informazioni che, generalmente, ricadono nel “dimenticatoio” degli archivi aziendali. Grazie a BeerLife e al supporto dei nostri partner, abbiamo deciso di selezionare le informazioni dell’archivio che ritenevamo rilevanti per il consumatore, quelle più rappresentative, a parer nostro, del prodotto birra contadina».
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