Santa Tresa: la Sicilia in etichetta

Si trova nel Comune di Vittoria (RG), nel Sud Ovest della Sicilia e a 240 metri sul livello del mare, Santa Tresa, una tenuta vinicola che copre 50 ettari, di cui 39 coltivati a vigneto. A gestirla sono Stefano e Marina Girelli, fratelli di origini trentine che, qualche anno fa, scelsero la Sicilia come patria d’adozione. Per entrambe le loro tenute – a Santa Tresa si affianca, infatti, anche l’azienda agricola Cortese – Stefano e Marina, da tre generazioni nel mondo del vino, si sono avvalsi di tecniche antiche, reinterpretate con consapevolezza per esprimere l’autenticità dell’isola, dei suoi vitigni autoctoni e dei cloni presenti nei vigneti, facendo della sostenibilità una filosofia che oggi accompagna ogni fase della produzione. Per Santa Tresa, infatti, il biologico non è solo una moda: esso si traduce in un vero e proprio stile di vita, una filosofia di produzione a 360 gradi che ha portato l’azienda a realizzare, da oltre 10 anni, esclusivamente vini bio certificati e vegan. Oltre agli autoctoni, come Nero d’Avola e Frappato – in purezza e nei blend che danno origine a un rosato e al Cerasuolo di Vittoria –, la Cantina produce anche un bianco – che unisce il Grillo, autoctono siciliano per eccellenza, impiantato dopo l’acquisizione dell’azienda, con il Viognier, varietà alloctona che qui ha trovato le condizioni climatiche ideali – e due spumanti da varietà locali, ovvero un Brut di Grillo e un Brut di Frappato. In totale circa 400mila bottiglie l’anno, commercializzate principalmente attraverso il canale Ho.Re.Ca. e i negozi specializzati, sia in Italia che all’estero, soprattutto in quei mercati del Nord Europa da sempre attenti al biologico e alla sostenibilità.

Stefano e Marina Girelli

Tradurre un’idea in progetto

«Il nostro lavoro include tutti gli elementi che concorrono alla tipicità del prodotto – spiega Stefano Girelli –: abbiamo voluto valorizzare al massimo il territorio e le sue eccellenze, investendo nello studio dei cicli biologici della fauna e della flora terricola, esaminando a fondo la stratificazione della terra rossa caratteristica di questi luoghi e impegnandoci nello sviluppo dei vitigni autoctoni e di tutto ciò che rappresenta il patrimonio enologico e, allo stesso tempo, culturale di quest’isola, che è diventata la nostra seconda casa. Riteniamo che solo andando oltre le certificazioni e le norme, trasformando il biologico in un preciso metodo di lavoro, si possa preservare il segreto dell’autenticità che si ritrova, in seguito, nel bicchiere».

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