Birra: servono nuove leggi!

Produzione, consumi, esportazioni: il settore brassicolo, nell’ultimo decennio, ha fatto registrare dati in forte crescita in ogni ambito, risultati che hanno avuto, tra gli altri effetti, un aumento dell’occupazione del comparto e un incremento diffuso della cultura birraria. I microbirrifici nati nel Belpaese dal 2009 ad oggi sono oltre 800, secondo il report 2019 di AssoBirra, che conferma come il potenziale di sviluppo del mercato italiano della birra sia, effettivamente, enorme; a questo potenziale si affiancano le competenze dei maestri birrai, altrettanto significative. Occorre, ora, che tali risultati e competenze vengano supportati da “dinamiche strutturali” ben precise – in special modo normative – che permettano di far fronte in modo chiaro ai rapidi cambiamenti che hanno caratterizzato e che, tutt’oggi, stanno caratterizzando il mondo della birra. Abbiamo intervistato, in merito, l’Avvocato Massimo Palumbo, titolare dell’omonimo Studio legale specializzato in diritto e sicurezza alimentare e cultore di diritto agrario e agro-alimentare all’Università di Bologna.

Massimo Palumbo

Quello brassicolo è un settore normativo che sembra necessitare di più di un intervento…

Sono solito dichiarare sempre, provocatoriamente, che fino a poco tempo fa la birra, a differenza del vino, era un prodotto puramente goliardico. Oggi, invece, la birra è cultura e questa è una rivoluzione non da poco. Il diritto, per sua natura, interviene modellando determinate “strutture” create dall’uomo solo dopo che esse sono state realizzate: è raro, infatti, che una norma anticipi i fenomeni antropici, di solito è sempre il contrario. Pensiamo, ad esempio, alla vendita a distanza tramite l’e-commerce: sono prima stati inventati e creati siti e call center e, in seguito, il diritto è intervenuto a disciplinarli. Le norme del mondo birrario sono tendenzialmente ferme agli anni 60 (legge n. 1354 del 1962), con una rinfrescata risalente al 1998 (D.P.R. n. 272 del 1998) e un ultimo adeguamento del 2016 (legge n. 154 del 2016): all’epoca le esigenze erano altre, diverse da oggi, sotto ogni punto di vista. Ora, se è pur vero che l’intervento del 1998 apporta interessanti novità alla disciplina degli anni Sessanta, altrettanto vero è che la struttura-impalcatura rimane datata al ‘62: parliamo di una legge che ha cinquantanove anni e che è stata timidamente innovata solo due volte! Data la rapidità dei cambiamenti culturali-fattuali-produttivi e la stasi del legislatore sul tema, rischiamo che la norma diventi archeologia…

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