Un fiore per ogni sentore: così ha pensato la nuova immagine di Paiè Moscato d’Asti DOCG, la designer Cristina Ciamporcero. Per identificare e proporre uno tra i vini più importanti di Cantina di Alice Bel Colle ha scelto una grafica in cui i fiori bianchi, in particolare il mughetto, hanno un ruolo centrale. Un ruolo adeguato alle sensazioni della degustazione, che si basa sull’aromaticità del Moscato d’Asti attraverso la ricerca di note floreali e fruttate tipiche del vitigno Moscato e che sono espressioni dell’Alto Monferrato Acquese.
Il Moscato d’Asti DOCG è uno dei “tre vertici” protagonisti della nuova immagine aziendale di Alice Bel Colle, una cantina sociale composta da 100 viticoltori che lavorano 350 ettari di vigneti, di cui 270 dedicati alle uve aromatiche, che si estendono a 360° attorno al paesino di Alice Bel Colle (AL). La nuova etichetta di Paiè si inserisce all’interno di un progetto di total rebranding dell’azienda, affidato nel 2018 alla Wine Stylist® piemontese che da oltre vent’anni opera nel settore del packaging di alta qualità. «La richiesta della cantina – racconta la designer – è stata quella di disegnare delle etichette che richiamassero “il territorio” e spingessero il consumatore a visitare questa zona di Piemonte. L’enoturismo il più delle volte si ferma nei luoghi più blasonati, tralasciando paesi evocativi come Alice Bel Colle, per il semplice fatto che non ne è a conoscenza. Devo dire che sin dal primo brief mi sono innamorata di questo paesino arroccato su di un “bel” colle e con una vista panoramica a 360° sul Monferrato e oltre, sulle montagne, sino al mare. È stato quindi facile per me immaginare delle etichette che richiamassero questa meravigliosa provincia».
«La genesi del Paiè – afferma Claudio Negrino, presidente dell’azienda – è stata la più difficile perché teniamo molto a questo prodotto. È il nostro cru di Moscato d’Asti e volevamo dare la giusta immagine al vino. Abbiamo effettuato numerosi tentativi per poi scoprire che la strada più semplice era quella giusta, trattandosi di un vino che, amo dire, va bevuto prima di tutto con il naso, rappresentare in etichetta i suoi profumi era la scelta più ovvia, ci abbiamo messo solo un po’ di tempo ad arrivarci».
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