Siamo sull’ultima propaggine del Monferrato, prima dell’Astigiano, a soli venti chilometri da Torino ma in un’oasi collinare di tranquillità poco raggiunta anche dai mezzi. L’ideale per la nascita, più di dieci anni fa, del birrificio artigianale LoverBeer, partito fin da subito con l’intento di valorizzare e preservare, attraverso la produzione di birre speciali, i sapori caratteristici e spesso rari del territorio locale. «Nel 2002, già con diverse passioni per le fermentazioni di vini e formaggi, ho incontrato la birra e ho cominciato a farla in casa per hobby – ci racconta Valter Loverier – e mi sono subito creato una filosofia che mi ha accompagnato fino a oggi, che è quella di creare un prodotto partendo da uno studio attento della storia della birra, in particolar modo dei paesi del nord Europa, per recuperare tecniche pre-moderne e tipologie di prodotti ormai scomparsi. A questo si è aggiunta la volontà di mantenere forte il legame e l’appartenenza con il territorio, italiano e in particolar modo piemontese, intriso di antica sapienza contadina e vitivinicola. Dal connubio tra questi due poli, con radici nella tradizione e visione creativa verso il futuro, sono nate idee innovative che reinterpretano l’uso di tecniche antiche al servizio di gusti moderni e non scontati. Ho quindi subito pensato all’idea di usare l’uva come componente zuccherina, oltre al malto ovviamente, per dare alla birra un carattere organolettico più particolare, più legato al mio territorio. La birra “BeerBera”, gioco di parole per birra + Barbera, risale proprio al 2002, ed è stato il primo esperimento di una serie che mi ha visto giocare con l’uso di frutta e legno, e questo mi ha accompagnato fino al 2007, quando, ancora informatico, ho cominciato a pensare seriamente di cambiare mestiere. Ho girato un po’ il mondo, soprattutto Stati Uniti e Belgio, andando a visitare birrifici e imparando dai migliori, creando una rete di amicizie e conoscenze basate sulla stima reciproca. E finalmente, nel 2009, ho deciso di fare il passo».
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