In questo nuovo contesto è importante gestire l’emergenza sanitaria accanto alla garanzia di approvvigionamento e garantendo il valore dei settori produttivi. Cosa sta facendo il settore birrario nazionale? Lo abbiamo chiesto al Direttore Generale di Unionbirrai, Vittorio Ferraris.
Le filiere agroalimentari stanno continuando il loro lavoro prezioso per consentire l’approvvigionamento degli italiani e continuare l’esportazione. Cosa sta facendo Unionbirrai per gestire la situazione e cosa stanno facendo le aziende per proseguire le attività produttive?
Ritengo opportuno fare una premessa molto importante. L’emergenza a seguito del dramma epidemico e le restrizioni, giustificatissime, che sono state predisposte per fronteggiare i contagi, hanno creato un problema molto serio per il comparto della birra artigianale italiana e ai piccoli birrifici indipendenti che la nostra Associazione rappresenta.
Le nostre imprese hanno un unico sbocco commerciale rappresentato dal settore Ho.Re.Ca. che per sua natura è stato il primo ad essere bloccato tra le attività a rischio. Progressivamente tutti i Paesi Europei ed Extra-Europei hanno adottato la politica di lockdown che ha azzerato ogni possibilità di commercializzazione dei nostri prodotti sia sul territorio nazionale che internazionale.
Più che parlare di problematiche di approvvigionamento oggi dobbiamo fare i conti con l’esigenza di attuare strategie di mantenimento delle imprese. L’unica opportunità, al momento, resta quella di raggiungere il consumatore finale direttamente o indirettamente attraverso strutture specializzate, anche perché il mercato della Grande Distribuzione non accoglie la nostra offerta sia per caratteristiche di prodotto estremamente deperibile che per posizionamento di prezzo spesso non sostenibile.
Da un sondaggio somministrato agli associati risulta una contrazione media sul fatturato di marzo pari all’85-90% con punte verso i brewpub del 100%.
L’Associazione insieme con alcuni operatori di settore sta contribuendo con lo sviluppo di piattaforme di E-Commerce per garantire attività di sostegno, ma dobbiamo sperare in tempi molto brevi di ripresa.
Quali sono i progetti che Unionbirrai sta valutando per la ripresa delle attività?
La birra, e soprattutto la birra artigianale, rappresenta da sempre un momento di aggregazione e socializzazione e pertanto andranno progettate nuove forme di condivisione del consumo. Per questo dobbiamo prestare molta attenzione a tutta la filiera che va dal produttore al consumatore passando per i locali di somministrazione che attraverseranno la crisi. Non riteniamo che tutto potrà risolversi con la sviluppo di una catena “virtuale” di commercializzazione che oggi sta garantendo un minimo di sopravvivenza.
Per quanto riguarda l’approccio alla Grande Distribuzione, siamo convinti sarà una grande opportunità da esplorare con regole innovative, ma servono comunque progetti speciali per permettere al comparto di ri-consolidarsi in un’economia tutta da scoprire.
Sul brevissimo pensiamo al turismo brassicolo, agli eventi diffusi, allo sviluppo del consumo connesso alla produzione agricola, e a tutto ciò che possa dare linfa nell’attesa di poter ritornare alle abitudini che caratterizzano questo splendido settore che fa della condivisone e della partecipazione alla vita sociale il suo motore principale
Sarà una sfida difficilissima, ma dobbiamo crederci e mettere in campo tutta la determinazione possibile affinché il nostro Paese possa continuare a fregiarsi di una eccellenza che ci fa onore in tutto il mondo ormai da molti anni!