Comunicare i prodotti aziendali in modo unico, più moderno e singolare, rispettando le tradizioni e le origini da cui derivano, ma dando loro anche quel tocco di novità che può destare la curiosità dei consumatori più giovani. È stato questo, per i titolari dell’azienda vitivinicola di Montalto Pavese (PV) La Piotta, l’obiettivo che ha guidato, fin dall’inizio, la rivisitazione della veste grafica dei tre spumanti Talento, Suspir e Nature: tre Metodo Classico ottenuti – in un numero di 7.000 bottiglie l’anno – da sole uve Pinot Nero, un vitigno molto adatto alla spumantizzazione presente in Oltrepò Pavese. Un progetto non nuovo, questo, per la Cantina lombarda, la quale, negli ultimi anni, ha effettuato il restyling anche di tutte le altre etichette delle sue quattro linee di vini. «Per rimanere competitivi all’interno del mercato food and beverage – spiega Luca Padroggi, titolare aziendale –riteniamo fondamentale contraddistinguerci per identità, senza modificare il nostro essere in base alle esigenze del mercato, ma cercando, allo stesso tempo, di rimanere al passo con i tempi».
Immagine moderna, ma di classe
Così sono nate le tre nuove etichette, una decisione presa circa un anno e mezzo fa, in seguito all’edizione 2018 di Vinitaly. «Abbiamo pensato che fosse importante ringiovanire l’immagine di questi prodotti, un po’ troppo antica rispetto al resto della linea Spumanti, senza però estremizzare, poiché, per i Metodo Classico, volevamo comunque mantenere una certa eleganza». Il Talento è stato il primo dei tre vini rivisitati: un Brut, prodotto dai Padroggi fin dal 1985, con un residuo zuccherino di 5 g/l e caratterizzato da una sosta di almeno 24 mesi sui lieviti. Si è poi proceduto con il Nature, l’ultimo nato, non dosato e distinguibile per via di una sosta di almeno 30 mesi sui lieviti, e con il Suspir, un rosé la cui prima vendemmia risale al 2011, contraddistinto da una sosta sui lieviti di 24/30 mesi. Per il restyling, La Piotta si è rivolta all’azienda Roberta Bolsi di San Secondo Parmense (PR), impegnata nella realizzazione e produzione di etichette di alta qualità dal 1976. «Solitamente – rivela Padroggi – le prime idee per i nostri packaging nascono dal confronto con un amico, che attualmente ricopre il ruolo di direttore di un’azienda inglese che importa vini di nicchia da tutto il mondo. In questo caso ci siamo rivolti direttamente allo studio Roberta Bolsi, con cui collaboriamo dal 2011: ormai la designer che ci segue ci conosce molto bene e bastano poche delucidazioni per capirsi. Le abbiamo richiesto un’etichetta moderna, ma elegante, e ne è risultato un progetto bellissimo, di cui siamo molto soddisfatti. Per la bottiglia in vetro abbiamo mantenuto la tradizionale champagnotta, perché, a parer mio, è la più indicata per gli spumanti. Anche le etichette hanno una forma classica, ma, per esse, abbiamo lavorato molto sulle tecniche di stampa, utilizzando braille, soft touch e lamine a caldo».
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