Birrificio Acme: “Senza coraggio non si inizia un viaggio”

Un impiego ricco di soddisfazioni e risultati presso un noto birrificio artigianale, il coinvolgimento attivo nella crescita e nel consolidamento del brand nel mercato italiano ed estero, la sorpresa dell’acquisizione del birrificio stesso, più che appetibile, da parte di un grosso gruppo industriale, e la scelta, difficile e coraggiosa, di staccarsi dalla nuova realtà e di ricominciare, proseguendo autonomamente e portando avanti senza compromessi la propria radicata filosofia “craft”. Inizia così la storia del birrificio artigianale Acme di Basiano, attivo da nemmeno due anni, ma con risultati all’attivo già oltre ogni aspettativa.

Uno scorcio della TapRoom del Birrificio Acme

Il background culturale

Una storia che vede protagonisti tre soci, coraggiosi ma non improvvisati, che, forti della propria esperienza precedente nel settore craft brewery, hanno deciso di unire forze e competenze e di portare avanti la propria passione in una nuova realtà. Nicolas Parma, Maurizio Carelli, entrambi fuoriusciti dal birrificio inglobato nel gruppo industriale, e Michael Parma, proveniente dal settore ristorazione. «Quando abbiamo deciso di avviare una nostra azienda – spiega Maurizio Carelli, responsabile commerciale – avevamo le idee molto chiare ed eravamo consci che non potevamo permetterci di sbagliare da nessun punto di vista le scelte riguardanti la nostra start up. Gli strumenti per poter partire da subito a ritmi serrati li avevamo: Nicolas, il mastro birraio, aveva ricette proprie, pronte per la produzione, e conosceva bene il mestiere; io conoscevo bene il mercato e le dinamiche di distribuzione, anche su grande scala; Michael, responsabile amministrativo, sapeva coordinare e ottimizzare le sinergie grazie a spiccate doti organizzative e fiscali. Abbiamo unito il tutto, abbiamo lasciato il certo per l’incerto e, con una buona dose di adrenalina e ottimismo, ci siamo buttati in una nuova ed emozionante avventura».

Le scelte d’investimento

Ecco dunque prender vita poco alla volta una nuova “fabbrica della birra” a Basiano, un comune inserito nell’area del Parco del Rio Vallone, tra le città di Milano, Bergamo e Monza. Innumerevoli e complessi fin da subito gli adempimenti fiscali e normativi cui far fronte, ma tutti concordi su un aspetto fondamentale: partire subito con un parco macchine e con tecnologie produttive performanti e di ultima generazione, capaci di integrarsi, senza sostituirsi, alla mano sapiente del mastro birraio nella realizzazione di un prodotto di qualità. «Non è stato un percorso facile e ha richiesto a tutti sforzi e sacrifici anche economici non indifferenti – spiega Michael Parma – ma oggi possiamo dire di aver messo a punto un’attività che risponde appieno a qualunque normativa richiesta dal settore, talvolta anche andando oltre gli standard richiesti».

«Anche nella scelta della tecnologia produttiva, tutta nuova e italiana – aggiunge Nicolas Parma – abbiamo optato per soluzioni all’avanguardia e di aziende leader di mercato, in grado di offrirci la giusta consulenza, il giusto supporto tecnico e le necessarie garanzie di qualità. Soluzioni come quelle di Impiantinox e Cime Careddu per esempio, aziende da noi già conosciute e apprezzate».

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