Assaggi di gruppo finalizzati alla produzione di nuove grappe e scelte condivise anche relativamente ai progetti legati al packaging: è questa la politica di Distillerie Berta, l’azienda piemontese che ha fatto dello spirito di squadra uno dei suoi punti di forza.
Ha settant’anni ma non li dimostra, Distillerie Berta di Casalotto di Mombaruzzo (At), che continua a far conoscere e a esportare i suoi prodotti nel mondo con la stessa passione e lo stesso entusiasmo che caratterizzano da sempre la famiglia Berta. Oggi l’azienda è presente all’estero in 70 Paesi e punta sulla qualità dei suoi distillati come in quel lontano 1947, sperimentando e senza paura di osare, fedele comunque alle proprie origini e alle tradizioni piemontesi. «Le nostre grappe più rappresentative – chiarisce il titolare, Enrico Berta – sono quelle che nasceranno l’anno prossimo, perché la nostra filosofia è che possiamo sempre fare meglio!». In qualità, certo, ma non solo: anche l’estetica e l’appeal dei prodotti sono importanti per Berta. «Il packaging conta moltissimo nel nostro comparto: un’adeguata presentazione aiuta ad essere identificati più prontamente sullo scaffale, soprattutto se ci riferiamo a un prodotto come la grappa».
Attenta combinazione di angoli, curve e colori
Fin dal giorno della fondazione dell’attività, uno dei tratti distintivi delle grappe Berta è proprio la bottiglia. Ogni forma, con il rispettivo tappo, è stata brevettata e consente al consumatore di riconoscere ciascuna etichetta già a livello visivo. «Anche questa è una tradizione di famiglia – spiega Berta –: la prima sagoma caratterizzante fu quella della beuta – il contenitore graduato usato nei laboratori di chimica -, in cui venivano imbottigliate le grappe nei primi anni 70, ispirata alla professione di farmacista svolta dal fratello di mio nonno, Michele Berta, agli inizi del 1900. A partire da questo prototipo le forme si sono evolute progressivamente fino a tramutarsi nelle bottiglie attuali, le quali consistono in un’attenta combinazione di angoli, curve e colori che permette di distinguere una grappa Berta dalle altre ancora prima di leggere il marchio». Una ricerca di profili e formati, portata avanti negli ultimi decenni dai fratelli Enrico e Gianfranco, che si protrae di anno in anno con l’obiettivo di differenziare le grappe Berta nel packaging, anche per via dei numerosi tentativi di plagio subiti dall’azienda. In particolare nel 2002, quando, con il boom delle grappe invecchiate – una tradizione che Berta iniziò oltre 50 anni prima -, sono comparse sul mercato più bottiglie chiaramente ispirate a quelle della distilleria piemontese. «Abbiamo implementato lo studio di nuove varianti, eccezion fatta per la ‘Paolo Berta’, dal momento che la caratteristica forma a goccia di questa bottiglia è immutata dall’82, anno del lancio della prima annata di questa riserva invecchiata 20 anni».
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