Birraio dell’Anno 2016: i vincitori

Il Birraio dell’Anno 2016 è Marco Valeriani del birrificio Hammer. Il suo nome è stato pronunciato domenica 22 gennaio sul palco del teatro ObiHall di Firenze durante la cerimonia di premiazione che da otto anni assegna il titolo al miglior produttore italiano di birra. I cento giudici interpellati non hanno avuto dubbi in questa ottava edizione, conquistati dalle birre di Marco Valeriani che ha dimostrato costanza e abilità produttiva sia con stili tradizionali che, soprattutto, con tipologie più moderne animate da generose luppolature.

bArmonia è la parola d’ordine di questo giovane birraio, che riesce, anche quando la birra diventa più strutturata e caratterizzata, a smussare gli angoli e a non affaticare mai la bevuta. Una mano produttiva precisa, che lavora di cesello e che regala spesso birre dalla bevuta spensierata come la Wave Runner, un riferimento per chi ama il genere delle luppolate alla maniera statunitense delle West Coast IPA, o come la tanto acclamata Killer Queen (Double IPA), o ancora la kölsch Westfalia, interpretazione di uno stile tedesco molto amato dal birraio. Una creatività che in birrificio trova sfogo anche in prodotti dall’anima dark come la Daarbulah (Imperial Stout), la Black Queen (Black IPA) e la Bulk (Porter). Una passione nata come molti altri birrai da un hobby, l’homebrewing, e poi sbocciata definitivamente con l’incontro di Enrico Dosoli di Menaresta, il birrificio brianzolo con il quale ha lavorato a lungo portando in dote ricette che sono diventate un must nel mondo artigianale. Il salto arriva nel gennaio 2015, quando, sempre come dipendente, entra a far parte del nascente team di Hammer: con attrezzature e tecnologia all’avanguardia riesce ad esprimersi al meglio e a spingere il birrificio bergamasco in brevissimo tempo tra i produttori di riferimento nel panorama artigianale italiano.

Se l’ambito premio vola nel bergamasco anche gli altri piazzamenti d’onore non fanno che incoronare il nord e in particolare la Lombardia come la regione con la più alta concentrazione di birre di qualità. Riconosciuti infatti anche Emanuele Longo del Birrificio Lariano di Dolzago (LC), giunto al secondo posto; Alessio Gatti del birrificio Canediguerra di Alessandria, terzo; Agostino Arioli del Birrificio Italiano di Limido Comasco (CO), quarto; e Luigi D’Amelio del birrificio Extraomnes di Marnate (VA) quinto.

Nella categoria Birraio Emergente conquista il titolo Conor Gallagher Deeks del birrificio Hilltop (Bassano Romano, Viterbo). Un giovanissimo che si è distinto nei due anni di attività con birre molto inquadrate nei canoni della tradizione, ma sempre connotate da elementi di originalità. Un esempio famoso di una gamma che viaggia tra Belgio e Inghilterra, è la Gallagher Stout, dove le radici con l’Irlanda (che ha dato i natali alla madre) emergono grazie ad una interpretazione magistrale arricchita da una calibrata quanto inconsueta infusione di alghe affumicate proveniente dalla costa a sud di Belfast.

Se il premio Birraio dell’Anno è appannaggio del settentrione, la classifica dedicata ai birrai con meno di due anni di attività vede protagonista le il centro-sud: oltre al vincitore, viterbese, il terzo posto va a Luciano Landolfi del birrificio Eastside di Latina; il quarto a Flaviano Brandi del birrificio Bibibir di Castellalto (TE); il quinto a Michele Solimando del birrificio Ebers di Foggia. Unica eccezione il secondo posto di Marco Ruffa del birrificio CR/AK di Campodarsego (PD) giunto secondo.a