Selezione di luppoli autoctoni lombardi, il progetto di ricerca di Hibu e Università di Parma

Lunedì 14 novembre il birrificio Hibu, ospite dell’Assessore all’agricoltura Gianni Fava, ha presentato a Palazzo Pirelli di Milano, lo stato di avanzamento dello studio curato dall’Università di Parma “Selezione di luppolo autoctono in Lombardia”. Il convegno, patrocinato dalla Regione Lombardia e promosso dal birrificio agricolo Hib,u ha avuto come relatori: l’Assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava, il prof. Tommaso Ganino e la dottoranda Margherita Rodolfi dell’Università di Parma, il mastro birraio Raimondo Cetani e Tommaso Norsa sempre per Hibu.

«L’Europa ha complicato la vita dei birrifici artigianali togliendone la produzione dalla trasformazione agricola per inserirla in quella industriale – ha esordito l’Assessore Gianni Fava aprendo i lavori del convegno. Ma i più innovativi si sono dati da fare per definire un progetto di filiera, andando nella direzione di una vocazione che abbiamo perso. Salutiamo con favore questa idea, diventata originale nel momento in cui tutto il resto del mondo va in un’altra direzioneLa quasi totalità delle aziende impiega luppoli esteri, Hibu ha scelto di percorrere la strada della tradizione. Per anni mi sono sentito dire, a torto, che il nostro clima non è idoneo alla coltivazione del luppolo – ha concluso Fava – per cui mi auguro che questa sperimentazione vada avanti con la riscoperta delle varietà autoctone che già in passato venivano coltivate in Lombardia. La birra artigianale non è più una produzione di nicchia, ma ha un proprio spazio che muove economia, come tale ritengo che vada sostenuta nei suoi percorsi d’innovazione».

I relatori del convegno
I relatori del convegno

In effetti gli studiosi dell’Università di Parma (Tommaso Ganino e Margherita Ridolfi) che curano il progetto sui luppoli autoctoni lombardi, hanno raccontato di come in passato già questa regione (e altre parti d’Italia) fosse idonea alla coltura del luppolo. Dopodiché si sono dilungati nella descrizione tecnica del percorso che sta compiendo il loro progetto fatto di reperimento, valutazione, selezione, messa a dimora delle numerose campionature raccolte dalla pianura fino a spingersi intorno ai 600 metri di altitudine. «Ad oggi abbiamo prelevato 50 genotipi differenti, attualmente in fase di sperimentazione in campo – ha spiegato il prof. Tommaso Ganino, già curatore di uno studio parallelo in Emilia, nello specifico a Marano -. La Lombardia ha un enorme patrimonio di biodiversità». Studio che, se tutto andrà bene, al massimo fra tre anni darà il via alle prime prove di birrificazione con luppoli made in Burago di Molgora. Anche se, per dare un assaggio di una birra realizzata con luppolo fresco – quando solitamente viene impiegato secco – al convegno il mastro birraio Raimondo Cetani ha portato per la sua platea la “Surprise Hop”, una one shot attualmente in vendita nelle birrerie Hibu on Tap di Concorezzo, Impronta e Scott Duff a Milano e il Locale a Copenhagen. «L’idea è quella di arrivare ad utilizzare materia prima 100% italiana, e meglio ancora lombarda – ha concluso i lavori Raimondo Cetani -. Per cui appena possibile arriverà anche l’etichetta a chilometro zero».

Il progetto
Tale progetto è volto a integrare la filiera agricola dedicata alla produzione di birra Hibu. Filiera che già include l’orzo, a cui il mastro birraio vuole aggiungere anche il luppolo. «Per accentuare il legame con il territorio e per proporre profili sensoriali unici», motiva Raimondo Cetani. A tal proposito gli studiosi hanno effettuato una selezione di varietà autoctone lombarde da poter successivamente coltivare a Burago di Molgora (sede del birrificio), rivitalizzando un terreno attualmente in parte non utilizzato. Il progetto avrà un aspetto agricolo e uno scientifico che si integrano e si completano vicendevolmente. La parte di ricerca scientifica è coordinata dal Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Parma avviato sul campo già dalla primavera del 2016 in una prima fase di reperimento di germoplasma nelle campagne lombarde. Le successive fasi di selezione e validazione si stanno svolgendo nei campi di collezionamento a Marano (Mo) e termineranno presumibilmente nel 2019 con l’individuazione di una o più varianti di luppolo adatto alla birrificazione. A questo punto le piantine verranno propagate e installate nel luppoleto di Burago di Molgora (Mb). Inoltre, per individuare il terreno ideale per la coltivazione, nei primi mesi del 2016 è stato adibito un luppoleto in circa 2 ettari di terreno agricolo dietro il birrificio di Burago di Molgora che ad oggi vanta 23 ettari totali, a cui se ne aggiungono 15 in Basilicata dove Hibu coltiva il proprio orzo (il cereale deputato alla produzione brassicola). L’evoluzione delle varietà “note”, in essi impiantate, permetterà di comprendere l’impatto del clima e del terreno di Burago sulla coltivazione. Nei prossimi mesi verrà creata una vera e propria struttura agricola in grado di gestire le fasi di raccolta, esfoliazione, essicazione, pellettizzazione del luppolo.