Confezionamento dell’olio extravergine d’oliva? Non più solo vetro

La recente presentazione della bottiglia in rPET per l’imbottigliamento dell’olio extravergine d’oliva è un segnale che qualcosa nel packaging dell’olio sta cambiando, seppur molto timidamente. Se il vetro rimarrà anche nei prossimi anni il materiale preferito da molte aziende e dal consumatore, c’è chi guarda lontano scommettendo anche sui biopolimeri

Le nuove frontiere del confezionamento dell’olio alimentare passano per il PET riciclato. I nuovi contenitori sono stati presentati da Fabio Mataluni & C. all’ultima edizione dell’Anuga Food Tech a Colonia. Frutto di un progetto di ricerca triennale “Re-Pack Edoils” (Use of 100% Post-Consumer Recycled Polyethylene Terephthalate to produce packaging for edible oils), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma CIP Eco- Innovation, che si concluderà nel 2014, l’innovativo packaging sviluppato interamente in Italia verrà introdotto al termine delle ricerche nei Paesi dove è consentito l’uso della plastica riciclata a contatto con alimenti. L’obiettivo di Mataluni è di estendere il campo di applicazione dei materiali plastici riciclati, al momento limitato in ambito alimentare al settore delle acque minerali, acquisendo così importanti elementi di competitività e aprendo interessanti opportunità di sviluppo e innovazione.

«La diffusione di contenitori in rPET», spiega Maria Rosaria Galdi, consulente degli Oleifici Mataluni, «favorirà l’innescarsi di un ciclo virtuoso che parte da una corretta progettazione, dall’utilizzo di manufatti che garantiscano al consumatore la sicurezza e la qualità dell’alimento, e che si completa con la valorizzazione del fine vita dell’imballaggio stesso. L’utilizzo di PET riciclato al posto di PET vergine comporta anche un’interessante riduzione di emissioni di CO2 data dal minore impiego di risorse petrolifere non rinnovabili, che sono attualmente le principali fonti per la sintesi di tale plastica».

Il consumatore è per il vetro, ma…

Anche nel comparto dell’olio alimentare, quindi, qualche novità e anche in un segmento fortemente tradizionalista come quello dell’olio extravergine d’oliva, dove il vetro rimane il materiale d’eccellenza, la bottiglia in PET inizia timidamente a farsi strada. «Il consumatore è fortemente legato al vetro quando parliamo dell’olio extravergine d’oliva, soprattutto in consumatori, italiani e non, che utilizzano abitualmente questo prodotto», chiarisce il professor Raffaele Sacchi, docente di Scienze e Tecnologie Alimentari presso l’Università Federico II di Napoli.

«Da ricerche che abbiamo condotto presso il nostro dipartimento di Agraria, è stato, tuttavia, evidenziato come il consumatore più giovane, senza una storicità d’impiego alle spalle, accetti con maggiore facilità packaging innovativi come, per esempio, la bottiglia in PET, ma anche quella nel più tradizionale vetro, sebbene scuro, purché si sottolineino i vantaggi della conservazione dell’olio extravergine in questa tipologia di materiale. Il packaging dell’olio deve, comunque, rispondere a requisiti ben precisi, innanzitutto all’inerzia, quindi l’assenza di rilascio di sostanze nell’olio che possano alterare la qualità sensoriale, nutrizionale e, naturalmente, la sicurezza del prodotto. Ci sono poi i requisiti di proprietà barriera, quindi isolamento rispetto ai gas e alla luce – quest’ultimo quando esigenze di marketing non impongano l’utilizzo di contenitori trasparenti. Ci sono, infine, altri fattori da computare nella scelta del materiale per il confezionamento, quali: la pesantezza, il rapporto cioè tra il peso del contenitore e quello della sostanza contenuta, la convenienza, la comodità d’uso, il trasporto, l’infrangibilità. Proprio questi ultimi elementi di razionalizzazione hanno spinto negli ultimi anni la ricerca verso materiali di confezionamento innovativi con l’obiettivo di utilizzare per l’olio extravergine d’oliva packaging polimerici tradizionalmente impiegati per altri alimenti liquidi. La ricerca ha avuto l’obiettivo di caratterizzare e sviluppare materiali e tecnologie che portassero a contenitori infrangibili con proprietà barriera simili a quella del vetro, ma molto più leggeri, più maneggevoli, che potessero migliorare le performance, anche in termini di costo e di emissioni di CO2, nel trasporto d’importanti masse d’olio».

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Vincenzo Mataluni, amministratore delegato degli Oleifici Mataluni

La nostra è stata una delle prime aziende a lanciare al mercato una sfida ambiziosa, anticipando i tempi nel settore del packaging plastico con la sostituzione dei materiali da imballaggio tradizionali con quelli in PET anche per l’olio extravergine di oliva. Puntiamo così sui vantaggi di una maggiore praticità, di un costo contenuto e di un miglior profilo ambientale. Non tutti i mercati hanno raccolto la sfida con lo stesso entusiasmo: sicuramente quelli esteri sono più aperti a recepire le innovazioni e, in particolare, quello giapponese si è mostrato pronto a credere nella validità del PET per l’imbottigliamento dell’olio extravergine di oliva. Anche alcuni clienti tedeschi stanno migrando verso questo materiale, mentre in Italia tale percorso va un po’ più a rilento, a causa dei pregiudizi sull’utilizzo del PET in un settore, come quello oleario, fortemente legato alla tradizione.

L’ultimo nato in casa Dante, ConDisano – l’olio extravergine di oliva arricchito con vitamina D – è disponibile nell’innovativo packaging in PET: più pratico e leggero del vetro, e 100% riciclabile. Da poco, abbiamo lanciato la nuova bottiglia eco-sostenibile in PET riciclato, una novità assoluta in Europa. Siamo i primi, dunque, a produrre imballaggi per oli alimentari realizzati in plastica 100% riciclata, un’innovazione “green” che riduce l’impatto ambientale e che garantisce al consumatore la massima sicurezza e qualità.

Stiamo lavorando su vari materiali plastici innovativi, in vista dei prossimi cambiamenti legislativi, oltre che di tendenze e consumi. Una delle prossime frontiere, oltre al PET derivato da PET riciclato, è il PLA, l’acido polilattico, un materiale biodegradabile. Vogliamo acquisire importanti elementi di competitività, estendendo il campo di applicazione dei materiali plastici riciclati, al momento limitata solo ad alcuni settori (acqua minerale e non-food). Il nostro Centro di ricerca è impegnato, infatti, da oltre dieci anni in progetti per lo sviluppo di materie olearie e packaging innovativo, attivando collaborazioni e partnership con le migliori università italiane.
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