Confezionamento dell’olio extravergine d’oliva? Non più solo vetro

Non esiste il contenitore perfetto

«Il vetro è senz’altro il packaging primario maggiormente utilizzato, poiché non altera il sapore dei cibi, rispetta l’ambiente ed è riciclabile all’infinito oltre ad essere il materiale più altamente riciclato», sottolinea Michele Labarile, direzione controllo qualità, materie prime, R&D di Monini SpA. «Questo materiale presenta indubbi vantaggi, tuttavia seppure molto efficace per la luce UV, è una flebile barriera alla luce visibile e un’ottima barriera per l’ossigeno. L’utilizzo di vetri colorati e “UV grade”, pur migliorando la protezione dalla luce, restano insuffi cienti, soprattutto nel caso di esposizione alla luce diretta anche per poche ore (durante le operazioni di carico, scarico dei prodotti al centro di distribuzione e di lì verso i vari supermercati).

Per contro l’utilizzo di vetro molto scuro o “UV grade” pur assicurando una migliore protezione, nascondendo il colore dell’olio, rende impossibile apprezzare cambiamenti di colore del prodotto per ossidazione, cosa che nel caso dei vetri incolori può quanto meno allarmare gli operatori della produzione o il consumatore. La banda stagnata, comunemente utilizzata per le lattine, costituisce, per sua natura, una perfetta barriera alla luce, tuttavia la scarsa praticità d’uso unitamente allo sviluppo di off-fl avours e alla incontrollabile formazione di un deposito sulla superfi cie interna del contenitore non ne favoriscono l’utilizzo, e di fatti il loro utilizzo è destinato a ridursi ulteriormente. I contenitori in PET, infi ne, pur con l’utilizzo di fi ltri barriera per l’ossigeno restano, comunque, inadeguati e non arginano lo sviluppo di rancidità durante la shelf life del prodotto».

[box bg=”#cccccc” color=”#000000′ title=”Puntiamo sul vetro con soluzioni innovative”]
Michele Labarile, direzione controllo qualità, materie prime, R&D di Monini SpA.

Da anni in Monini stiamo valutando soluzioni innovative che pur salvaguardando l’utilizzo del vetro, assicurino una completa protezione dalla luce; le possibilità allo studio sono quelle dell’utilizzo di etichette “shrink sleeve” a copertura integrale della bottiglia, etichette stampate sia sul lato esterno sia interno con l’utilizzo colori di fondo tali da costituire una barriera totale alla luce. In alternativa o in sinergia, stiamo valutando l’utilizzo di pellicole termoretraibili (shrink wrapping) impenetrabili alla luce e applicabili all’intero termopacco (packaging secondario).

Accanto a queste soluzioni protettive stiamo studiando alcune soluzioni “preventive” attraverso l’uso di vernici foto-termocromiche, anch’esse applicabili sia al packaging primario (etichetta) sia a quello secondario (termopacco), a colorazione cangiante (reversibilmente o irreversibilmente) e tali da rivelare un’esposizione a condizioni di illuminazione e di temperatura inadeguate. Una soluzione che estende la tracciabilità anche alle condizioni di stoccaggio del prodotto, e tale da informare persino il consumatore su come sta conservando il prodotto.
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PET con performance equiparabili al vetro

Proprio sui contenitori in PET si è concentrata l’attenzione di diversi oleifi ci, tra questi ancora Mataluni: «Il packaging in PET che abbiamo sviluppato», spiega Vincenzo Mataluni, amministratore delegato degli Oleifi ci Mataluni, «è il frutto di uno studio accurato, perché tutte le caratteristiche dell’imballaggio contribuiscano all’obiettivo di preservare al meglio la qualità di un alimento pregiato: lo spessore della bottiglia, il colore, l’etichetta sleeve protettiva, tutto è stato ottimizzato per offrire al consumatore non solo la sicurezza alimentare, ma anche la garanzia di un’elevata qualità nutrizionale e sensoriale. L’olio, infatti, teme luce, calore e aria. Le bottiglie in vetro sono spesso trasparenti e hanno un’etichetta e una retro-etichetta che lasciano gran parte della superfi cie scoperta. Questo può rappresentare sicuramente uno svantaggio. Certo è che il vetro resta uno dei materiali di confezionamento più amati. Consigliamo, a chi preferisce acquistare oli in vetro, di non esporre la bottiglia alla luce, poiché rende il suo contenuto vulnerabile. Crediamo, però, che i consumatori presto capiranno i grandi vantaggi dell’olio di oliva in PET. Basti pensare che una bottiglia di olio in vetro pesa circa 1,5 kg rispetto a 1 kg circa di quella in PET».

L’acciaio inox

Con obiettivi diversi, rivolto a un consumatore orientato verso la qualità, la cura dell’alimentazione e il salutismo, sostenuto da evidenze scientifi che maturate nel corso di una sperimentazione presso il Laboratorio Chimico Merceologico Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze (Alessandro Parenti et al., Stainless steel bottles for extra virgin olive oil packaging: effects on shelf life, Packag. Technol. Sci. 2010), nasce Olipac, un contenitore in acciaio inox ad oggi impiegato da oltre un centinaio di produttori in tutta Italia. Un contenitore probabilmente destinato a focalizzarsi su un consumo di nicchia, che apre, comunque, un’interessante alternativa nel packaging dell’olio extravergine d’oliva.

La sperimentazione scientifi ca, condotta dal Laboratorio Chimico Merceologico in collaborazione con il Deistaf dell’Università di Firenze, ha evidenziato che un olio extravergine di media qualità (contenuto totale di fenoli all’imbottigliamento pari a 423 mg/kg), con parametri di base idonei all’imbottigliamento (acidità libera pari a 0,14% in peso di acido oleico e numero di perossidi pari a 4,20 meq/kg di olio), si conserva meglio, a parità di altre condizioni, rispetto allo stesso imbottigliato in vetro chiaro e scuro.

A un anno dall’imbottigliamento l’olio contenuto nella bottiglia d’acciaio mostrava una migliore conservazione delle caratteristiche qualitative in termini di minor ossidazione (numero di perossidi: acciaio inox 10,0 meq/kg; vetro scuro 54,85 meq/kg di olio; vetro chiaro 74,75 meq/kg di olio), di ridotta perdita in composti antiossidanti (polifenoli totali: acciaio inox 318 mg/kg di olio; vetro scuro 242 mg/kg di olio; vetro chiaro 238 mg/kg di olio), preservazione delle caratteristiche sensoriali.

[box bg=”#cccccc” color=”#000000′ title=”Packaging? Devono, innanzitutto, crescere le conoscenze del prodotto da parte del consumatore”]
Raffaele Sacchi, docente di Scienze e Tecnologie Alimentari presso l’Università Federico II di Napoli

L’innovazione del packaging dell’olio extravergine d’oliva sarà probabilmente lenta perché ancora molte aziende si rifaranno a contenitori tradizionali, adeguandosi così alla percezione comune del consumatore che il vetro sia il materiale d’eccellenza per la conservazione dell’olio extravergine d’oliva e la preservazione delle sue caratteristiche qualitative, la percezione delle quali – caratteristiche sensoriali come il fruttato, l’amaro, il piccante, assenza di difetti fermentativi ecc. – è comunque parecchio bassa nel consumatore.

È auspicabile, quindi, una crescita delle conoscenze di quest’ultimo, della sua capacità di valutare la qualità di un olio, serve, a tale proposito, uno sforzo comune a livello istituzionale e privato, anche nell’ottica di utilizzare in maniera efficace la protezione Unesco accordata alla dieta mediterranea.
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Dal PET al PLA

Seppur a passi misurati, il confezionamento dell’olio extravergine d’oliva si sta evolvendo. Dopo il PET riciclato le nuove frontiere del packaging in questo campo sono rappresentate sempre da materiali a minor impatto ambientale capaci di ridurre il carbon footprint, cioè l’emissione di anidride carbonica per la loro produzione. In questo senso, le bioplatiche, quelle alternative al petrolio, come l’acido polilattico (PLA), ottenute dalla lavorazione di risorse naturali rinnovabili, sono i materiali su cui maggiormente si sta focalizzando la ricerca e la sperimentazione.

[box bg=”#cccccc” color=”#000000′ title=”PET da modulare sul mercato di riferimento”]

La scelta della bottiglia in PET, con la quale abbiamo maturato un’esperienza pluriennale, lunga sedici anni, dipende da diversi fattori che variano in funzione del mercato di riferimento. In Giappone, ad esempio, prevale il fattore “leggerezza” per un prodotto da 750 ml; per l’India sono rilevanti tre fattori: leggerezza, sicurezza e costo. In Italia, dove solo recentemente la confezione è stata lanciata, prevale il fattore costo, in una sfida competitiva purtroppo molto accesa.

In altri mercati la bottiglia di PET non viene accettata per l’olio di oliva giacché prevale il fattore “immagine” che il prodotto stesso ha nel mondo. Sulla base della nostra esperienza le bottiglie in PET di colore verde, hanno un riscontro positivo, sotto tutti gli aspetti, anche di shelf life. Nel nostro caso impieghiamo i formati da 750 ml, da 1 litro e da 5 litri.
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