In poco più di un ventennio Cantina di Soave, cantina sociale storica del Veneto, attraverso diverse acquisizioni strategiche e un’incisiva politica qualitativa, commerciale e di marketing ha saputo affermarsi a livello nazionale e mondiale. Una corretta gestione della denominazione protetta, la focalizzazione sui marchi aziendali chiavi della svolta.
Con i suoi 2200 soci, 30 milioni di bottiglie prodotte annualmente, i suoi 6 stabilimenti produttivi e un fatturato di 105 milioni di euro (dato 2012), Cantina di Soave è sicuramente oggi tra le aziende vitivinicole che meglio ha saputo interpretare gli importanti segni di cambiamento sul mercato nazionale e sui mercati esteri, sviluppando politiche produttive e commerciali mirate e vincenti.
Forte di un passato importante, con oltre un secolo di storia, impegnata in un presente denso di attività, Cantina di Soave guarda al futuro più prossimo pensando a tre principali obiettivi: valorizzare le denominazioni tipiche territoriali Soave e Valpolicella, grazie all’importante peso che l’azienda ha acquisito in seno a queste denominazioni a seguito d’importanti acquisizioni; implementare ulteriormente il livello qualitativo investendo sull’attività di ricerca e sviluppare nuovi prodotti e tecniche produttive; fidelizzare il cliente attraverso un potenziamento dei marchi aziendali e l’ottimo rapporto qualità/prezzo dei propri prodotti. Di Cantina di Soave, parla il suo direttore generale, Bruno Trentini.
Direttore Trentini, un passato importante il vostro sul quale fondare strategie moderne di sviluppo.
La cantina festeggia il suo 115° anniversario dalla fondazione avvenuta qui a Soave nel lontano 1898. Gli intenti di questa cooperazione, che unì vitivinicoltori di Soave e Monteforte d’Alpone, fu comune a quello che diede seguito a molte altre cantine sociali: abbattere i costi produttivi, condividere gli utili. Sebbene la cantina cominci a operare in quegli anni, l’ufficializzazione del sodalizio avverrà parecchio tempo dopo, nel 1930, in un momento economico difficile e complesso.
Nei dieci anni successivi il numero dei soci pressoché raddoppia arrivando a 322 per un conferimento di 48 mila quintali di uva. Il vero balzo in avanti accade però nel Dopoguerra quando il modello cooperativistico attecchisce nel tessuto economico e sociale del Veneto rappresentando per migliaia di famiglie una garanzia di crescita economica e di sviluppo. Cantina di Soave cresce, riprende la commercializzazione dei propri vini in Italia e soprattutto all’estero, amplia gli stabilimenti di produzione nella sede storica di via Roma in centro a Soave.
Nel 1961 vengono inaugurati gli stabilimenti di viale della Vittoria e Cantina di Soave si conferma produttore vitivinicolo primario a livello europeo con una produzione che raggiunge i 393mila quintali d’uva conferita. In questi anni l’azienda cresce dal punto di vista delle acquisizioni e comincia ad adottare importanti politiche di marchio, tese alla differenziazione commerciale. È del 1981 l’acquisizione delle ex Cantine Ruffo, in centro a Soave, dalle quali nascerà Borgo Rocca Sveva, il centro di eccellenza di Cantina di Soave, quell’azienda nell’azienda dedicata oggi alle nostre produzioni più raffinate.
Nei suoi 10mila metri quadrati di grotte Rocca Sveva ospita: una struttura produttiva nella quale avviene la vinificazione, l’affinamento e l’imbottigliamento dei vini a marchio Rocca Sveva e degli spumanti Metodo Classico Equipe 5; un moderno centro congressi e una sala conferenze da oltre 800 posti; un elegante wine shop. Attorno all’edificio si sviluppa poi un vigneto sperimentale realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona e l’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano, che raccoglie più di 50 varietà di uve tra bianche, rosse, italiane e internazionali. Una struttura aperta al pubblico per visite su prenotazione.
Il top delle vostre produzioni…
A Rocca Sveva la selezione è quasi maniacale, e questo a partire dalle uve che vengono raccolte a mano, deposte in cesti etichettati al fine di poter risalire, secondo il sistema di rintracciabilità di filiera, al singolo produttore socio. Da qui la vinificazione che avviene utilizzando presse pneumatiche di ultima generazione, una tecnologia oggi presente in tutti i nostri siti produttivi.
Sono 39, infatti, le presse pneumatiche che abbiamo acquistato, a partire dal 2006, capaci di migliorare ulteriormente la qualità di vinificazione, in particolare quando si tratta di vini bianchi! Dopo l’affinamento negli ampi spazi sotterranei dell’edificio in parte riscoperti durante le fasi della ristrutturazione, si passa all’imbottigliamento con una moderna linea produttiva che supporta una produzione annua di 500mila bottiglie.
La qualità è un cardine del vostro sviluppo…
Su di essa abbiamo investito parecchio. Solo per portare un esempio significativo in tal senso, sono nove gli agronomi che seguono i nostri vigneti, un numero elevato e inconsueto per una realtà produttiva italiana! Tornando alla tecnologia, oltre alle presse pneumatiche, alle performanti linee d’imbottigliamento via via introdotte, abbiamo sviluppato per primi, otto anni fa, un sistema capace, in fase di conferimento, di analizzare 17 parametri qualitativi dell’uva per ciascun carro di raccolta che giunge in azienda.
Questo ci consente di smistare i raccolti verso i diversi siti di trasformazione di Cantina di Soave in relazione alle prerogative di ciascun lotto di uva conferito. L’introduzione di criteri di verifica della qualità delle uve è stato un passaggio chiave nel rapporto con i conferenti che ci ha permesso, pur rispettando il sacrosanto diritto di conferimento di ciascun socio, di premiare chi s’impegna a produrre uve migliori. Ciascun socio può liberamente decidere in quale fascia qualitativa porsi, e di conseguenza il corrispettivo economico che potrà raccogliere.
Sempre in termini di qualità, la vostra è un’azienda certificata.
Un’ulteriore conferma di quanto perseguiamo la qualità delle nostre produzioni lungo l’intera filiera. Siamo certificati UNI EN ISO 9001: 2008, UNI EN 22005: 2008, BRC (British Retail Consortium), IFS (International Food Standard).
Gli anni ‘90 segnano una nuova svolta per l’azienda.
Un primo passo significativo è la realizzazione del nuovo stabilimento produttivo di viale della Vittoria a Soave con un efficiente impianto produttivo dotato di 2 linee d’imbottigliamento, per una produzione annua di 30 milioni di bottiglie. Il nuovo stabilimento segna per la struttura cooperativa l’inizio della fase d’industrializzazione, fase che per certi versi si discosta dal concetto classico di cooperazione di una cantina sociale tradizionale con un approccio più diretto e coinvolgente sul mercato.
L’ingresso di Cantina di Soave sul mercato avviene nel modo più semplice in quegli anni, cioè quello delle private label, attraverso contratti con la grande distribuzione europea. Nel frattempo inizia anche la commercializzazione in Italia, esperienza particolarmente significativa perché ci permette di sviluppare conoscenze più approfondite sul mercato e a comprendere l’importanza di un contesto di filiera per la produzione.