La creatività incontra il beverage presentando nuove eleganti contaminazioni per degustare tra ricerca, emozione, provocazione, design e scienza.
Il messaggio trasmesso dal mondo del progetto all’uomo contemporaneo, il rapporto con i maestri e le tradizioni del passato, la sperimentazione delle nuove generazioni si incontrano sulla tavola, generando progetti e ipotizzando nuovi scenari conviviali. Un esempio. Immaginate una nuvola di aromi che si diffonde nell’aria da una ciotola di vetro, a metà strada tra una sorprendente caraffa e un oggetto tondo misterioso. Inspirate delicatamente la nube e una carezza sensuale solleticherà il vostro palato. Ecco che cosa è Le Whaf, l’ultima innovazione di Le Laboratoire. Con Le Whaf, gli aromi risvegliano la passione e i sapori un piacere gastronomico e poetico (immagine in apertura).
A casa domani
Nell’ambito del progetto di domotica “Sensing the future”, Whirlpool ha presentato contenitori intelligenti che sono in grado di interagire con il tavolo per definire la temperatura dei cibi o delle bevande. La linea di bicchieri e brocche è fortemente riconoscibile ed è caratterizzata da forme essenziali, costruite utilizzando rigore progettuale. Si rinuncia a ogni elemento non necessario, a livello sia formale sia funzionale (figura 1). Il set è rivoluzionario perché diventa un’unità intelligente, capace di dialogare con il tavolo, offrendo il massimo comfort alla degustazione del food e del beverage.
Contrappunti austriaci
Drinking set NO. 248 (figura 2) è la rivisitazione ideata da Stefan Sagmeister, per Lobmeyr, del celebre servizio di bicchieri disegnato da Adolf Loos nel 1931. Nella collezione sono stati introdotti interventi grafici capaci di rendere il design un’esperienza fruibile da un pubblico ampio. Loos sosteneva che il meno fosse più; Stefan Sagmeister gioca, invece, con il tema della personalità attraverso la reinterpretazione concettuale e formale della decorazione. L’intervento progettuale ha trasformato i bicchieri in strumenti comunicativi. Dal cortocircuito tra i poli opposti della realtà e dell’immaginazione scaturisce quella creatività che anima la materia, salvaguardando il prezioso dialogo tra vecchio e nuovo.
Dining agenda
La designer bresciana Sara Ferrari ha realizzato, invece, un’interessante sperimentazione progettuale con Dining Agenda, un porta tovagliette bisettimanale, con cover e posate in legno che permette di avere sempre a disposizione una tovaglietta personale su cui consumare il proprio pasto e scrivere annotazioni. Il mondo osservato attraverso questo oggetto fa maturare una riflessione globale sul fast food. Dining Agenda è stata presentata da Designboom Mart all’ICFF di New York.
Set riciclabile ed ecocompatibile
Plastex Design è un marchio finlandese, che sta ottenendo un grande successo sul mercato internazionale, perché combina la ricerca funzionale del prodotto a un design rigoroso, minimalista e moderno firmato dai maggiori nomi del design mondiale fra cui Samuli Naamanka. Confrontandosi con il tema della tavola e del beverage ecocompatibile il brand propone Tomoto, un set di contenitori da tavola multi-fuzionali realizzati in fibre naturali che mantengono il cibo e le bevande in caldo: il piatto funge, infatti, da coperchio (figura 3). Il set rigoroso, elegante e completamente riciclabile, nasce da un’analisi sui segni, sugli incroci e sulle relazioni tra le parti e dai sottili accordi geometrici costruiti grazie all’uso delle linee di curvatura e all’attenzione ai rapporti di scala.
Quattrogradi
Quattrogradi, brand recente, mostra, invece, come i marchi italiani si stiano movendo nel contesto internazionale. Nasce dalla capacità progettuale e dall’esperienza di RDS e propone oggetti e complementi di grande valore estetico e funzionale che, tramite forme uniche, acquisiscono funzioni illimitate, regalando all’utilizzatore la libertà di decidere a quali contesti destinarli. Il brand ha proposto la propria collezione di design progettata dai principali designer contemporanei, partendo dalla persona. Per il beverage sono stati lanciati: i calici Potìri, in policarbonato, leggeri, colorati brillanti e infrangibili; la serie Summertime, dalle forme fluide e prive d’angoli che evocano il moto libero dei liquidi; e Sand, famiglia di bicchieri infrangibili, rigorosi e robusti, con una spiccata vocazione al movimento (figura 4). Le linee differenti creano sulla tavola un’interessante addizione di forme e di colori e il dinamismo compositivo movimenta la dimensione quotidiana della degustazione.
Al Centro
Anche un’altra giovane designer, Monika Lubkowska- Jonas, ha avvicinato il tema della degustazione del beverage con un progetto di grande qualità, realizzato per LSA International. “Centro” è un intervento di trasformazione formale dei bicchieri e della bottiglia da acqua o vino che, grazie a forme ergonomiche e stabili e ai tappi in sughero, è pensata per momenti conviviali all’aria aperta. La collezione valorizza la relazione tra luce, colore e cristallo (figura 5). L’accostamento dei bicchieri propone, infatti, giochi optical e rende la serie capace di trasformare la degustazione in un momento rituale.
Design polacco
Anche il design polacco si è imposto sul mercato con una ricerca e una complessa selezione progettuale capace di dialogare con la tradizione. Le linee di bicchieri Jakubki progettati da Karina Marusinska, per Forniture Vox, sono caratterizzate dall’introduzione di una serie di elementi sia innovativi, sia tradizionali resi unitari grazie a una complessa ricerca formale (figura 6). I bicchieri per la degustazione hanno forme rigorose rese organiche da interventi gestuali di scavo o sovrapposizione nella parte centrale.
Architetture di vetro
Una firma storica del design italiano, Michele De Lucchi, si è confrontato sul tema del bicchiere creando, invece, architetture di vetro, caratterizzate dalla coniugazione di funzionalità, ironia e piacere visivo. La collezione Laetitia di Arnolfo di Cambio (figura 7) introduce, invece, un gioco semantico euclideo giustapponendo la base quadrata del calice alla coppa cilindrica.
Skitsch collection
Skitsch è un altro marchio giovane italiano che in soli tre anni ha costituito una collezione completa per l’abitare. Questa interessante collezione per la tavola si basa sull’analisi delle qualità innate dei materiali, immaginate utilizzando processi d’ibridazione formale. Nell’ambito di tale sperimentazione sono nati Valet, progettato da Sebastian Berne e Mida ideato da Front. Valet (figura 8) è un contenitore per refrigerare il vino che grazie al bordo ipertrofico si trasforma in un vassoio per servire i bicchieri. Il progetto modifica le relazioni percettive tra contenuto e contenitore. Gli elementi ridotti nel numero rispondono a molteplici funzioni. Mida (figura 9) è invece una linea raffi nata, valorizzata da una colorazione sul fondo in oro zecchino.
Lighter than white
Nel 2003 Heinrich Wang ha creato NewChi, marchio di Taiwan che rende omaggio al ruolo artistico della porcellana nella società cinese. Lighter than white nasce di recente da un lavoro d’interpretazione della filosofia e della cultura tradizionale cinese alla luce di elementi contemporanei, basi appuntite ed elementi sospesi, che introducono vere e proprie rivoluzioni linguistiche nell’estetica della porcellana. I progetti per la degustazione di bevande calde come Bright Moon e Ballet (figura 10) definiscono forme metaforiche in costante equilibrio, che si modificano durante l’uso, rendendo rituale la degustazione del tè.
Eco bib’App
Altri due giovani designer Mirta Mascherpa e Sachiko Kainuma, Mi+Ko, hanno presentato un progetto innovativo che nasce dalla volontà di unire design e antidesign, styling e funzionalità e dalla fusione tra cultura degustativa giapponese e italiana. “Eco bib’App”, il bevi e gusta eco-sostenibile, riciclabile, bello ed economico, è nato da questa feconda ricerca progettuale (figura 11). L’oggetto, in pulp moduling, è caratterizzato da forme organiche ed ergonomiche di forte impatto comunicativo.
Piccolo designer
Il designer Roberto Giacomucci ha, invece, creato “un design delle piccole cose” facilmente comprensibile e utilizzabile, composto da esperimenti progettuali condotti per apportare al mondo qualcosa che mancava. Il lavoro leggero, di ultima generazione, è solo apparentemente disincantato. In questo contesto concettuale è nato FlyFly (figura 12): piccole icone in cartone per le bustine da tè, richiudibili, che planano dolcemente sui bordi della tazza o del bicchiere.
Design autoprodotto
La ricerca accademica è caratterizzata da vivacità progettuale, qualità formale, rigore compositivo ed eleganza dei prodotti. Recentemente all’interno di alcuni laboratori universitari sono stati affrontati temi legati alla degustazione da cui sono nate provocazioni e nuove soluzioni per la tavola. La Fabbrica del Vapore è stato lo scenario in cui è andata in scena un’opera collettiva, non istituzionale: il design autoprodotto, come pratica concreta e utopica. Nell’ambito di questa sperimentazione sono nate le tazze Tèmpo (figura 13) e Coffee Hanger (figura 14), progettate da Amir Alizade. Tèmpo è una tazza in ceramica completata da un timer, che consente di programmare il tempo d’infusione; Coffee Hanger è, invece una tazza da caffè conclusa da un manico realizzato con la parte terminale di una gruccia in alluminio, che permette di appendere la tazza. Le qualità estetiche degli oggetti sono alte; le forme essenziali sono caratterizzate da leggere curvature che avvicinano il fruitore legandolo all’oggetto. La collezione è delineata utilizzando una grammatica moderna in grado di dialogare con la pratica del ready mades.
Vetro e sughero
Anche il marchio francese Y’a pas le Feu a Lac mostra un approccio tridimensionale al design capace di trovare un’intesa tra tradizione e contemporaneità, tramite l’utilizzo di idee creative legate a materiali tradizionali. Nell’ambito di questa sperimentazione è nata Cantine (figura 15), una linea di bicchieri completata da un collo in sughero che associa alla degustazione i temi della conservazione e comunica il fascino dell’invecchiamento del vino.
Sorseggiando un cognac
La Maison Rèmy Martin ha assegnato, invece, la rivisitazione del rituale di degustazione del Cognac a otto allievi della scuola Ensaama di Parigi e del Central Saint Martins College of Arts and Design di Londra. Ne è nata una collezione di oggetti (figura 16) che hanno trasformato il Cognac in un gioiello da indossare e respirare. Il progetto prevedeva la realizzazione pezzi utilizzabili quotidianamente grazie alla forte componente ironica e giocosa. La sperimentazione progettuale ha stabilito un lirico gioco semantico evocando una rinnovata definizione di degustazione.
Sperimentazioni francesi
Altre otto scuole di design, francesi, hanno partecipato all’elaborazione di un progetto sulle sfide del design applicato alla convivialità e all’arredamento, partendo dalla crescente domanda di prodotti ecologici e intercambiabili. Le soluzioni per la tavola sono state progettate da Nora Hammouti che, con Entomophagie, ha creato utensili da cucina pensati per il consumo d’insetti, sconvolgendo i codici occidentali tradizionali dell’arte della tavola. L’utilizzatore finale è chiamato così continuamente interpretare la forma, attribuendole nuove finalità. Mentre Cloè Petitjean, con Verres Communicants (figura 17), ha caricato la funzione dei bicchieri di un autentico desiderio di forme archetipe, che trasformano i contenitori in un elemento ludico. Le novità comunicative che gli oggetti propongono sono veicolate dalla loro definizione estetica, in grado di suggerire istintivamente la funzione e le molteplici nuove destinazioni d’uso.
Some designes
Milia Seyppel ha presentato invece, Chapeau, un set di porcellane composte da due valve, con coperchi intercambiabili, che consentono di creare differenti combinazioni volumetriche e mostrano un approccio tridimensionale al design, capace di offrire soluzioni per la società futura.
Vertigini
Vertigini è un progetto condotto da studenti della Facoltà di Design e Arti di Bolzano, sulle alterazioni della percezione che si sperimentano di fronte alla bellezza. Il tema ha condotto alla creazione di oggetti sperimentali e suggestivi. Di grande qualità sono la caraffa Durchgedreht, ideata da Eva Moser, in cui la geometria formale dell’oggetto si ispira al movimento dell’acqua nei torrenti (figura 18) e il tavolino da degustazione U.F.O. (figura 19), progettato da Yael Fierro e realizzato utilizzando una sottile superficie in marmo sorretta da tre bottiglie di vino. Il marmo si appropria di caratteristiche di leggerezza invitando lo spettatore a cercare nuove prospettive interpretative. Le proposte presentate mostrano la dinamicità e l’alto grado di innovazione, introdotto, grazie alla progettazione, su un tema considerato convenzionale e le potenzialità di sviluppo offerte da approcci creativi diversi.
Elena Riboldi