Il governo britannico favorisce la birra

Nella finanziaria 2013, il Regno Unito ha aumentato le imposte su tutti gli alcolici ad eccezione delle birre. La legge ha cancellato la scala mobile che dal 2008 legava l’aumento delle imposte sulla birra all’inflazione e ha ridotto di un penny per pinta la tassazione in vigore. Un intervento che per il 2013 hascongiurato un aggravio complessivo di 7 penny per pinta. La detassazione, chiesta ed ottenuta dalla British Beer & Pub Association (la lobby che rappresenta il 96% dei pub britannici che ogni anno versano 10 miliardi di sterline nelle casse dell’erario), si configura come un aiuto indiretto all’industria birraria nazionale che occupa un milione di addetti, e vanta un giro d’affari di 19 miliardi di euro l’anno. Negli ultimi cinque anni il consumo di birra in UK è sceso del 17%, mentre, grazie alla scala mobile, i prezzi sono aumentati del 40%. Oggi il prezzo medio di una pinta è di 3,10 sterline (un terzo sono tasse) e ogni 10 consumazioni al pub si contano sette birre, un calice di vino, un sidro ed un superalcolico. La finanziaria 2013 ha invece aumentato le tasse sul vino (ogni bottiglia da 750 ml costerà 10 penny in più) e sui superalcolici (37 penny in più per bottiglia). Nel 1983, la Corte di Giustizia Europea aveva sanzionato i britannici per una manovra analoga, in particolare per aver gravato i vini leggeri di uve fresche di un’accisa relativamente superiore a quella applicata alla birra, con l’effetto di sottoporre i vini importati ad un sovraccarico fiscale atto a proteggere la birra di produzione nazionale.