La Valpolicella e Speri Viticoltori: vini che parlano il linguaggio della terra

Dove le vigne disegnano i profili delle colline come un merletto naturale e la cultura del vino si intreccia da secoli con la vita quotidiana, a Pedemonte, frazione di San Pietro in Cariano (VR), perdura una realtà che non è soltanto una cantina, ma un pilastro della storia vitivinicola italiana, incentrata sulla famiglia Speri. Fondata nel 1874 e giunta oggi alla settima generazione, l’azienda Speri Viticoltori non rappresenta semplicemente un esempio di eccellenza enologica, ma incarna l’identità profonda di un territorio, custodendone tradizioni, biodiversità e memoria contadina. Lontana da mode effimere e compromessi commerciali, Speri ha saputo mantenere negli anni un rigore produttivo e un’eleganza stilistica che la rendono oggi un punto di riferimento sia in Italia che all’estero. La sua forza non consiste soltanto nei 65 ettari di vigneti biologici che si estendono nelle aree più vocate della Valpolicella Classica, ma nella visione collettiva di una famiglia che, con ruoli distinti e competenze complementari, gestisce ogni fase della filiera: dalla cura della vite fino all’imbottigliamento.

Un’eredità viva generazione dopo generazione

A vegliare oggi sull’azienda è Carlo Speri, memoria storica e ultimo rappresentante della quinta generazione, affiancato dalla guida di cinque membri della sesta generazioneGiampaolo, Luca, Chiara, Alberto e Giampietro – e da un nucleo emergente della settima, tra cui Giuseppe, Pierfrancesco e Sara. Un team familiare solido e coeso, che condivide un obiettivo comune: produrre vini autentici, classici, sostenibili, fedeli al territorio e alle sue varietà autoctone. La struttura organizzativa è precisa: Luca è responsabile commerciale, Giampaolo cura l’amministrazione, Chiara guida il marketing e la comunicazione, Giampietro si occupa della gestione agronomica, mentre Alberto e suo figlio Giuseppe – entrambi enologi – governano l’anima del vino in cantina, con un’attenzione maniacale alla qualità. Pierfrancesco e Sara, i più giovani, si muovono tra logistica, accoglienza e promozione e non manca, nella quotidianità aziendale, la presenza silenziosa, ma preziosa, di Carlo, figura simbolica, punto di riferimento e fonte inesauribile di esperienza.

Vini che parlano il linguaggio della terra

La produzione è interamente incentrata sulle denominazioni storiche della Valpolicella, tutte riportanti la dicitura “Classico”, dal momento che i vini vengono realizzati solo con materia prima della Valpolicella Classica. Cinque, in totale, sono le etichette – Valpolicella, Valpolicella Superiore, Valpolicella Ripasso, Amarone e Recioto – e ogni bottiglia è frutto esclusivo di uve provenienti dai vigneti di proprietà, tutti coltivati secondo i dettami dell’agricoltura biologica, con una resa coerente alla dimensione aziendale: circa 450.000 bottiglie all’anno, senza acquisti esterni di uve o vino. La filosofia produttiva Speri si fonda su due capisaldi: il controllo diretto dell’intera filiera e la fedeltà assoluta alle varietà autoctone. Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara costituiscono l’ossatura di ogni vino, affiancate da piccole percentuali di vitigni storici e meno noti, come Oseleta, Rossanella, Pelara e Cabrosina, vere e proprie gemme della biodiversità locale. Tutto questo avviene nel segno della sostenibilità, della tracciabilità e della trasparenza. Dal 2001, infatti, Speri ha iniziato ad applicare il sistema di tracciabilità HACCP, che garantisce la rintracciabilità dalla raccolta all’imbottigliamento e al confezionamento, secondo gli standard qualitativi dell’ente certificatore CSQA, passando poi alla certificazione Equalitas a partire dal 2020.

Filiera corta come filosofia produttiva

L’idea di controllo totale della filiera, dalla vite alla bottiglia, non è dunque uno slogan per la famiglia Speri, ma una pratica quotidiana, supportata da una logistica funzionale e ragionata. La cantina sorge a Pedemonte in un’area in cui due edifici aziendali – entrambi parte dello stesso sito produttivo – sono collegati da un vinodotto che sfrutta il naturale dislivello di circa 10 metri per il trasferimento del vino per caduta, senza bisogno di pompaggio meccanico. Una scelta che non solo semplifica i passaggi tecnici, ma rispetta la delicatezza del prodotto in ogni fase della vinificazione, limitando le ossidazioni e preservando l’integrità aromatica dei vini. Elemento distintivo della viticoltura della Valpolicella, l’appassimento rappresenta un momento cruciale per l’identità dei grandi vini rossi della zona e la famiglia Speri lo affronta con un approccio duplice: rispettare la tradizione, ma anche studiarla a fondo, per migliorarla. A tal fine, la Cantina dispone di due fruttai dedicati: il primo, situato nel significativo vigneto Sant’Urbano, impiega le storiche “arele”, tavoloni in legno che garantiscono un arieggiamento naturale ottimale; il secondo si trova presso Terre di Fumane, una struttura consortile all’avanguardia fondata circa trent’anni fa grazie alla visione del prof. Roberto Ferrarini, dell’Università di Verona. Qui le uve vengono disposte in plateaux da 6 kg, un sistema che consente un appassimento controllato e monitorato scientificamente, per esaltare il profilo aromatico dei grappoli destinati ad Amarone e Recioto. «Questo percorso di studio e sperimentazione – precisa Giuseppe Sperici ha permesso in questi anni di avviare un percorso di ricerca e innovazione nell’analisi dell’appassimento che è stato fondamentale per la qualità dei nostri vini».

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here