Cantina Tollo e il suo iconico vino Hedòs: un’esperienza visiva e tattile unica

Da vent’anni è il protagonista della gamma premium di Cantina Tollo, il più premiato tra i suoi vini rosati e incarna la massima rappresentazione della tradizione rosé abruzzese rivisitata secondo uno stile più internazionale: il Cerasuolo d’Abruzzo Dop Hedòs è stato definito un “vino d’eccezione dall’identità precisa”, in grado di racchiudere e sintetizzare le peculiarità del suo territorio d’origine e di una realtà vitivinicola che oggi, grazie al lavoro di circa 620 soci su 2.500 ettari coltivati, vanta una produzione di 18 milioni di bottiglie all’anno.

Di colore rosa intenso e brillante con sfumature violacee, Hedòs nasce dalla vinificazione di uve Montepulciano, è caratterizzato da sentori eleganti di frutta matura, fini note floreali e delicate nuances speziate e ha un sorso pieno, intenso, morbido e di lunga persistenza. «Questo prodotto racconta da due decenni il Cerasuolo d’Abruzzo e il territorio abruzzese nel mondo – spiega il Presidente di Cantina Tollo Luciano Gagliardi –: è un vino che mantiene la struttura, il corpo e la longevità di un vino rosso, ma, allo stesso tempo, possiede la versatilità di un rosé. Può essere consumato a tutto pasto, accompagnando piatti tipici della tradizione italiana oppure preparazioni dal sapore etnico, e il suo colore vivace incontra le esigenze e il favore di un pubblico internazionale, sempre più attratto dalle accattivanti sfumature dei vini rosati, che rappresentano il 7% del nostro fatturato. Di questa percentuale, il 25% è destinato al mercato estero, soprattutto a Germania, Russia e Canada».

La ricerca del piacere nel design

Andrea Di Fabio, direttore generale Cantina Tollo

A seguito di un leggerissimo refresh risalente a qualche anno fa, allo scoccare delle venti vendemmie, nel 2022, la Cantina ha ritenuto necessario un deciso restyling di questa referenza, racconta Andrea Di Fabio, Direttore generale di Cantina Tollo.

«Hedòs meritava di essere meglio raccontato attraverso il pack, sia come prodotto che come esperienza di consumo del vino stesso. Puntavamo alla centralità del naming e alla sua narrazione attraverso l’etichetta e, per l’elaborazione del concept grafico, ci siamo rivolti a una nuova agenzia, che potesse visualizzare Hedòs attraverso uno sguardo incontaminato. Al progettista grafico abbiamo fornito, da una parte, un brief con qualche punto fermo, ma, dall’altra, abbiamo lasciato piena libertà creativa».

A raccogliere la sfida è stato il graphic designer Stefano Bracci di Pescara, che chiarisce come il progetto di restyling di questo vino sia stato guidato da un profondo studio del territorio, del prodotto e delle esigenze del cliente, con un’immersione nel significato stesso di Hedòs.

Stefano Bracci, graphic designer

«Cantina Tollo desiderava una modernizzazione dell’estetica dell’etichetta, insieme a un maggiore appeal visivo e all’utilizzo di tecniche di stampa all’avanguardia. Essendo questo un prodotto di grande rilevanza nel settore, la necessità era quella di dare maggior risalto al marchio, conferendogli una presenza luminosa e un’importanza visiva che rispecchiasse la sua qualità. Il termine Hedòs, che tradotto significa “piacevole ai sensi”, sottolinea la continua ricerca del piacere sensuale, per questo abbiamo così puntato su due obiettivi interconnessi: catturare visivamente ed emozionalmente la ricerca del piacere attraverso il design dell’etichetta. Le linee guida del progetto, ispirate alle vibrazioni e alle emozioni, sono state quindi espresse attraverso linee e onde marcate: un linguaggio visivo che trasmette il senso di scoperta e di piacere sensoriale legato al vino. Il processo creativo ha superato l’estetica, immergendosi nel cuore stesso del marchio. Mentre la vecchia etichetta ha adempiuto alla sua funzione, il nuovo design aspira a creare un dialogo visivo avvincente, attirando e affascinando chiunque si avvicini ad esso».

Un ponte tra prodotto e consumatore

Il risultato è una sinergia di impatto visivo e significato profondo, centrato sul nome Hedòs. La bottiglia è stata studiata appositamente per attrarre un pubblico più ampio, con particolare attenzione all’estetica in modo da colpire anche, e soprattutto, il pubblico femminile, e il design con linee fluide e onde distintive richiama l’essenza del piacere, le emozioni intime e le sensazioni coinvolte nell’esperienza dell’assaggio, creando un forte connubio tra rappresentazione grafica e significato concettuale. In questo modo l’etichetta agisce come un ponte tra il vino e il consumatore, invitandolo ad abbracciare il piacere evocato da Hedòs.

«Benché possa apparire semplice a un primo sguardo, la label è frutto di un meticoloso lavoro di analisi del dettaglio – afferma Bracci –. Una caratteristica distintiva del restyling è rappresentata, infatti, dalle lavorazioni artigianali: dalla laminazione bianca all’accoppiamento di carte di alta qualità – finalizzate a mettere in rilievo e in evidenza le morbide onde rosa dell’etichetta –, dallo spessoraggio accurato all’impiego del braille, che dona movimento alle linee sinuose e illumina i preziosi dettagli. La combinazione di elementi semplici e complessi offre, così, un’esperienza visiva e tattile unica, creando un effetto di movimento che enfatizza il dinamismo del nuovo design di Hedòs, mirante a consolidare il legame tra etichetta ed esperienza sensoriale. Le vibranti tonalità di rosa riportate nella grafica, inoltre, mirano a evocare il brioso colore del calice, anticipandone l’esperienza olfattiva e gustativa».

Evocare sensazioni in un pubblico globale

Nel processo creativo il graphic designer ha adottato un approccio che si è esteso al di là dei confini locali, abbracciando, oltre al panorama nazionale, anche quello internazionale. Questa scelta, dichiara Bracci, è stata motivata dalla consapevolezza che la creazione di un design di successo richiede uno studio approfondito delle tendenze emergenti e delle preferenze dei consumatori in diverse città e Paesi. «Ho dedicato tempo, per esempio, a esaminare attentamente le scelte contemporanee di design a Milano e in altri luoghi, oltre a verificare e a vagliare il modo in cui ci si approccia al vino. Questa metodologia si è dimostrata preziosa nell’arricchire il mio bagaglio creativo e mi ha permesso di catturare più elementi distintivi di varie culture e ambienti, fondendo influenze diverse per dar vita a un design che può evocare sensazioni in un pubblico globale. Il mio approccio nell’affrontare progetti come questo è multidisciplinare e abbraccia diverse fasi: dallo studio iniziale alla ricerca e analisi, fino alla concretizzazione creativa e allo sviluppo. La mia filosofia, però, va al di là della misura del tempo e si basa sull’impegno, l’entusiasmo e la determinazione con cui affronto ogni sfida. Ed è con un profondo senso di soddisfazione che posso affermare che il risultato finale di questo progetto ha superato le aspettative: è stato un “buona la prima” e, dopo un attento processo di sviluppo e a seguito del lancio della nuova bottiglia, il cliente si è dimostrato pienamente soddisfatto, il che mi ha confermato, una volta di più, che la chiave del successo risiede nella volontà di produrre qualità superiore».

Cantina Tollo produce 18 milioni di bottiglie l’anno

Vini autentici curati nell’immagine

Lo conferma il Direttore generale di Cantina Tollo, Andrea Di Fabio: «Abbiamo dovuto fare più prove, soprattutto per via della tipologia di lavorazioni e dell’accoppiamento delle carte della nuova bottiglia, ma, una volta presentato il prodotto al mercato – la primavera scorsa in occasione di Vinitaly – stampa e buyer hanno reagito positivamente al restyling, dimostrando un grande interesse, con una conferma dei clienti storici e un avvicinamento di quelli nuovi. Possiamo quindi ritenerci soddisfatti. Il progetto ha colpito anche noi in primis, per i suoi colori e le sue onde, che ci hanno richiamato sensazioni ed emozioni lì per lì non inquadrabili, come se fossimo davanti a un’opera d’arte».

La centralità del prodotto resta, per Cantina Tollo, un elemento fondamentale di competizione: «Produrre vini di qualità, autentici e in grado offrire sempre una buona bevuta a un giusto prezzo è il fondamento del nostro essere – conclude Di Fabio –: continueremo su questa strada strizzando l’occhio anche alla cura dell’immagine del prodotto e alla sua storia. Effettueremo sicuramente, quindi, qualche nuovo restyling, anche perché la premiumisation attualmente in corso ci impone di ricercare sempre di più quote di mercato qualificate, che potremo intercettare proprio grazie a questi principi competitivi. Aspiriamo, inoltre, ad ampliare l’offerta regionale attraverso la costituzione di partnership o l’acquisizione di altre realtà al di fuori dell’Abruzzo, per poter approcciare i mercati in maniera più organica ed efficace relativamente alle richieste dei clienti. Oggi la sostenibilità, la proattività e la capacità di soddisfare, e in parte anticipare, le esigenze del mercato sono elementi imprescindibili per rimanere competitivi in questo settore».