
Stando ad alcune recenti ricerche le imprese italiane del food&beverage stanno procedendo sul cammino della transizione digitale con cautela e tutto sommato anche con una certa innegabile lentezza. La maggior parte di esse – secondo quanto rilevato dal distributore internazionale di elettronica e soluzioni per l’industria RS Group e ripresa anche da altri organi di informazione – ha ormai integrato nei processi del quotidiano le suite di uso più comune. Solamente il 20% ha però adottato sistemi cloud o AI. E fa sensazione pensare che il livello di digitalizzazione di sette aziende su dieci è stato giudicato medio-basso, nonostante che l’87% delle interpellate nel corso di un sondaggio ad hoc abbia dichiarato di subire forti pressioni in direzione del contenimento dei costi operativi complessivi, quando l’informatizzazione potrebbe risultare in tal senso decisiva.
Chi sta invece mettendo a punto un progetto strategico a tutto campo per conferire ai suoi stabilimenti un aspetto decisamente più innovativo e dunque più competitivo è il colosso birrario Heineken.
Uomini e macchine: è l’ora di un brindisi
L’iniziativa è stata non a caso denominata “Connected Brewery” e a illustrarcene i principi e capisaldi è stata la Digital & Technology Director di Heineken Italia Daniela Gorni: «Rappresenta la nostra visione a 360 gradi della digitalizzazione dei birrifici. Siamo convinti che per creare valore e portare risultati concreti sia fondamentale che persone e tecnologie evolvano insieme, in modo sinergico. Per questo motivo è stato articolata su due pilastri fondamentali chiamati Smart Brewery e Connected Worker», entrambi essenziali e complementari. «Smart Brewery è focalizzato sull’innovazione dei processi produttivi. Il punto di partenza è l’adozione dell’Internet of Things (IoT), che ci consente di monitorare in tempo reale le linee di confezionamento. Ma non ci fermiamo qui: stiamo integrando soluzioni robotiche capaci di affiancare gli operatori, alleggerendoli dalle attività ripetitive e migliorando sicurezza e precisione. Nel nostro modello, persone e robot non sono in competizione, ma collaborano. È in quest’ottica che nasce Connected Worker, il secondo pilastro del progetto. Qui il focus è sulle persone, riconosciute come protagoniste della trasformazione digitale in atto. Il nostro obiettivo è fornire agli operatori strumenti digitali avanzati per organizzare, eseguire e analizzare il proprio lavoro, su qualsiasi piattaforma. Che si tratti di accedere a dati in tempo reale, collaborare con i colleghi o ricevere formazione mirata, vogliamo che ogni lavoratore abbia a disposizione tutto ciò che serve per operare al meglio».

Un approccio integrato
«Connected Brewery non è semplicemente un progetto tecnologico: è un approccio integrato alla trasformazione digitale dei nostri birrifici – prosegue la responsabile Digital & Technology -. Il nostro obiettivo è rendere gli stabilimenti Heineken sempre più moderni, produttivi e performanti, valorizzando al tempo stesso il contributo delle persone e il potenziale dell’hi-tech. L’introduzione di nuove tecnologie sta infatti ridefinendo il modo in cui operiamo. Grazie all’IoT possiamo monitorare in tempo reale i processi produttivi, anticipare eventuali criticità e ottimizzare le performance. Abbiamo digitalizzato le attività dello shopfloor con applicazioni multipiattaforma, sostituendo la documentazione cartacea con strumenti virtuali che favoriscono una connessione più diretta tra operatori e ambienti produttivi. Gli investimenti in soluzioni IT avanzate proseguono a supporto dell’innovazione. Della partita è anche il ricorso alle tecnologie di manifattura additiva, utili in primo luogo ai fini della manutenzione e ricambistica. «Con le stampanti 3D siamo in grado di produrre internamente, e in tempi rapidissimi, componenti di ricambio. Questo ci garantisce maggiore autonomia e velocità operativa».
Il valore della relazione
I robot, oggi impiegati per la pulizia delle linee di packaging, rappresentano un tassello importante nella strategia di automazione. «L’obiettivo è ridurre il carico umano nelle attività più ripetitive e fisicamente impegnative, aumentando al contempo la sicurezza sullo shopfloor – ha spiegato Gorni -. In quest’ottica stiamo anche esplorando l’integrazione di droni e robot collaborativi capaci di migliorare la gestione dei processi, ridurre gli sprechi e garantire qualità in ogni fase produttiva. Proprio lo scorso luglio, nel cuore del più grande birrificio d’Italia, è arrivato Hops, il nuovo guardiano hi-tech che in estate ha preso servizio nel birrificio Heineken di Comun Nuovo presso Bergamo: ha quattro zampe robotiche e un fiuto tecnologico infallibile. Hops è un modello sviluppato da Boston Dynamics che supporta i team di manutenzione ispezionando autonomamente le risorse del birrificio e utilizzando sensori avanzati per individuare eventuali perdite d’aria e anomalie meccaniche».
Il progetto rappresenta secondo Gorni «l’equilibrio ideale tra innovazione tecnologica e centralità delle persone: la collaborazione tra i nostri team e robot di nuova generazione ci consente di migliorare l’efficienza, aumentare la sicurezza e liberare tempo prezioso, valorizzando e assistendo il lavoro delle nostre persone. L’arrivo di Hops è inoltre una tappa importante nel nostro percorso per diventare l’azienda birraria meglio connessasotto più aspetti. Connessa ai consumatori, che oggi si aspettano esperienze digitali nuove e coinvolgenti, e ai clienti, per offrire loro un’interazione fluida e personalizzata in ogni punto di contatto. Infine, ma non meno importante, vogliamo essere connessi internamente, dando alle nostre persone strumenti semplici, intuitivi e basati sui dati perché affrontino al meglio il loro lavoro».
Anche la digitalizzazione è qui uno strumento, teso ad «abilitare relazioni più forti e autentiche» e foriero di risultati percepibili. «Il valore che generiamo all’interno della nostra produzione», è la considerazione, «si riflette direttamente nella varietà e qualità dell’offerta al consumatore finale. In un mercato che oggi conta oltre 7.000 etichette in Italia, la nostra forza sta nel saper interpretare l’evoluzione dei gusti e dei momenti di consumo: dalla pizza con gli amici all’aperitivo, dal pranzo in famiglia alla cena informale, generando un circolo virtuoso tra consumo domestico e fuori casa».