Cascina Don Guanella: il valore sociale dell’agricoltura

Cascina Don Guanella

Immersa nella quiete della Valmadrera, in provincia di Lecco, Cascina Don Guanella è una cooperativa sociale di tipo B e un’azienda agricola multifunzionale dove la terra diventa strumento di riscatto sociale. L’agricoltura assume un valore educativo e terapeutico, diventando linguaggio universale di inclusione.

Fondata nel 2014 all’interno dell’Opera Don Guanella, la sua vocazione è chiara: offrire risposte concrete a situazioni di fragilità, attraverso la trasmissione di saperi artigianali e rurali, l’accoglienza e la cura, scandite dai ritmi della natura. Il progetto accompagna persone provenienti da contesti di marginalità, povertà estrema, migrazione e disabilità psico-fisiche verso un percorso di dignità, formazione e autonomia. Alcuni arrivano da Paesi lontani, altri da contesti difficili come ad esempio il carcere.

Oggi a ispirare e guidare questo “ecosistema” è Don Agostino Frasson, presidente e legale rappresentante, affiancato da un’équipe di educatori e responsabili di filiera: veri e propri “maestri d’arte” capaci di coniugare competenza tecnica e vocazione sociale. A rendere possibile tutto questo è anche il contributo prezioso di una rete vivace di volontari.

Il birrificio: birra Barabina

Barabina è il ventaglio di birre artigianali che prendono vita grazie al cuore pulsante della Cascina: il suo birrificio agricolo. Qui la tecnica brassicola si intreccia con il valore umano, offrendo birre che raccontano con autenticità storie di riscatto e biodiversità, promuovendo un’economia agricola locale e sostenibile.

Il birrificio nasce nel 2021 come naturale prosecuzione del progetto educativo della Cascina. Nel primo periodo di avvio, la produzione porta a regime il primo impianto dalla capacità produttiva di 250 lt a cotta e di 1200 lt di cantina. Dopo la prima fase sperimentale, nel 2022, la produzione entra a pieno regime. Si dota di un nuovo impianto, più capiente e performante, che raddoppia la capacità produttiva e quadruplica quella della cantina. Un’evoluzione resa possibile anche dall’arrivo di Manolo Lia, mastro birraio e figura chiave nello sviluppo qualitativo delle birre. Legato da anni all’opera guanelliana, Lia porta con sé competenza e nuove soluzioni operative, inclusa una significativa ottimizzazione e ri-organizzazione logistica del birrificio e dell’intera filiera brassicola.

Oggi il birrificio si avvale di una sala cottura da 5 ettolitri (suddivisa in tre tini) e di 7 fermentatori isobarici tronco-conici in grado di assicurare una produzione mensile di circa 4.500 litri di birra, per un potenziale annuo di 40-45.000 litri (35.000 litri sono stati prodotti nel 2024).

La birra non viene rifermentata in bottiglia: il mosto, una volta prodotto, prosegue il suo percorso nei fermentatori isobarici, dove la CO2 viene trattenuta e utilizzata per la saturazione. Una scelta tecnica stilistica che garantisce maggior stabilità organolettica al prodotto. Da quest’anno è stato introdotto un importante upgrade tecnologico: un sistema di recupero e riutilizzo dell’anidride carbonica, che consente di raccogliere la CO2 prodotta, filtrarla, immagazzinarla e reimpiegarla nel processo produttivo. Una scelta orientata alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione di una risorsa altrimenti dispersa.

L’imbottigliamento viene effettuato tramite una riempitrice manuale a sei becchi. Su base annua vengono confezionati circa 560 fusti in formato Polikeg, mentre la produzione in bottiglia si attesta in media intorno alle 37.000 unità. Le referenze prodotte sono 12-13, molto delle quali stagionali, ispirate alle materie prime locali e ai loro orti. Tra queste: la birra alle castagne tipo marroni di Colle Brianza (ambrata in stile Pale Ale); “Lampo” aromatizzata ai lamponi (chiara ad alta fermentazione in stile Weizen), oppure la “Blanche” con scorza di bergamotto e fiori di mandorlo (fresca e floreale). La Speciality APA, ambrata e speziata, accoglie zenzero e curcuma coltivati nei campi della Cascina. Il mais rosso di rovetta e il recupero del pane secco sono gli ingredienti base della “322”, una birra chiara a bassa fermentazione tipo Pils. E poi l’idromele: leggero come un battito d’ali, realizzato con miele millefiori della Cascina. Le birre sono disponibili in diversi formati: 33 cl, 50 cl, 75 L, 1,5 L e fusti in polikeg. Keep calm, si possono gustare direttamente anche in Cascina: presso il ristorante panoramico, appollaiati sulla panchina gigante o acquistandole presso lo spaccio.

Apprendere il mestiere del birraio, però, significa anche confrontarsi con “barriere” culturali e sociali. Come sottolinea Manolo Lia, non è sempre facile coinvolgere persone di fede musulmana, per le quali l’alcool rappresenta un tabù. Attualmente, tra le figure in formazione, spicca Carmine, giovane pugliese che sta completando il proprio percorso di inserimento nel mondo brassicolo.

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