AssoBirra: passato, presente e futuro del sistema birrario italiano

AssoBirra, l’Associazione dei Birrai e Maltatori Italiani, rappresenta il cuore della filiera della birra in Italia riunendo le principali aziende che producono e commercializzano birra, malto e luppolo nel nostro Paese. Da circa 120 anni l’Associazione esprime la gran parte del valore condiviso generato dal sistema birrario nazionale.

Federico Sannella, nuovo Presidente di AssoBirra eletto lo scorso mese di giugno, riflette con noi sullo stato dell’arte e le prospettive dell’ecosistema birrario in Italia.

Qual è nel 2025 il ruolo di AssoBirra nel sistema birrario nazionale?

«Nel 2025 AssoBirra si conferma il punto di riferimento per l’intero comparto birrario nazionale, rappresentando oltre il 90% della produzione italiana e promuovendo una visione moderna, responsabile e inclusiva del settore. Il suo ruolo è quello di connettere tutti gli attori della filiera – dall’agricoltura all’Horeca – per valorizzare la birra come prodotto culturale e identitario del Made in Italy. Oltre alla rappresentanza istituzionale, AssoBirra guida l’evoluzione del comparto su temi centrali come sostenibilità, consumo consapevole, fiscalità equa e innovazione, lavorando al fianco di istituzioni, associazioni e stakeholder per garantire alla birra un contesto normativo favorevole e per rafforzare al contempo la reputazione del settore e il legame con i consumatori. L’Associazione si impegna a rappresentare con equilibrio le esigenze di grandi, medi e piccoli birrifici, promuovendo una visione unitaria del comparto».

La nuova squadra di Presidenza AssoBirra: (da sinistra) Paolo Merlin, Serena Savoca, Federico Sannella, Claudia Buzio, Andrea Bagnolini

Quali sono le novità arrivate con la nuova squadra scelta dalle aziende associate lo scorso giugno?

«L’elezione della nuova squadra segna un momento di rinnovamento importante per AssoBirra, in linea con l’evoluzione del settore. Il piano programmatico che ho condiviso con le aziende associate punta a rafforzare il ruolo strategico dell’Associazione lungo tutta la filiera, con l’obiettivo di guidarne la crescita in coerenza con quella del comparto: un settore che cambia, si diversifica e si fa portatore di nuovi valori. La nuova squadra di Presidenza avrà quindi il compito di accompagnare questa transizione, mantenendo saldo il dialogo con le istituzioni, promuovendo la cultura birraria e presidiando temi chiave come sostenibilità, reputazione, licenza di operare e accesso alle materie prime. Per la prima volta nella sua storia, la Presidenza di AssoBirra si arricchisce anche della presenza femminile: un segnale concreto della volontà dell’Associazione di costruire una rappresentanza sempre più inclusiva, pluralistica e coerente con le trasformazioni in atto nell’industria».

Arriviamo da alcune difficoltà a livello internazionale che hanno lasciato il segno anche al nostro settore. Quali sono state le reazioni più significative?
«Il comparto birrario ha dovuto affrontare uno scenario internazionale complesso, segnato da instabilità geopolitica, inflazione e un contesto fiscale penalizzante. In questo quadro, la reazione più significativa è stata quella di non arretrare, ma rilanciare: anche nel 2024 le aziende hanno mantenuto un livello medio di investimenti pari a circa 100 milioni di euro, puntando su innovazione, sostenibilità e qualità. Sul piano normativo e fiscale, come Associazione abbiamo intensificato il confronto con le istituzioni per promuovere un approccio più equilibrato e lungimirante. Le accise restano un tema centrale: parliamo di una pressione fiscale che grava orizzontalmente sull’intera filiera, con impatti significativi sulla competitività. Serve una riforma che tenga conto delle dinamiche produttive reali, valorizzi la differenziazione dei prodotti e riconosca la specificità del comparto all’interno del sistema agroalimentare. In parallelo, il futuro della regolamentazione internazionale degli alcolici rappresenta uno dei principali nodi strategici per il settore. Preoccupa in particolare il percorso avviato dalle Nazioni Unite che puntano a introdurre – durante l’High Level Meeting del 25 settembre a New York – una Dichiarazione Politica globale, potenzialmente penalizzante per il comparto. Il rischio è l’affermazione dell’approccio “No Safe Level”, che abbandonerebbe il principio oggi condiviso di contrasto all’abuso, per spingere verso una visione più proibizionista. AssoBirra è attivamente impegnata nel monitoraggio del dossier, lavorando al fianco del Governo italiano e delle altre associazioni di settore – a livello nazionale e internazionale – per preservare un approccio basato su evidenze scientifiche, responsabilità e rispetto delle specificità culturali».

Come descriverebbe lo stato di salute del sistema birrario nazionale attuale?

«Il sistema birrario italiano ha vissuto nel 2024 una fase di assestamento dopo due anni di forte crescita, con una lieve contrazione della produzione (-1,27%) e dei consumi (-1,54%) rispetto al 2023. Si tratta però di una fisiologica normalizzazione, in un mercato che resta dinamico e solido, sostenuto da consumi ancora superiori ai livelli pre-pandemici e da una crescita del +20% nell’ultimo decennio. Il comparto continua a evolversi, accompagnando il cambiamento dei gusti e delle scelte dei consumatori; in parallelo, si rafforza la cultura birraria nel Paese, tra eventi, turismo e filiera. L’industria brassicola mantiene un valore economico rilevante per l’intero Paese – oltre 10,6 miliardi di euro di valore condiviso e più di 100.000 addetti – e un ruolo culturale sempre più riconosciuto: in questo contesto, le aziende del settore continuano a investire in innovazione e sostenibilità, ma chiedono un quadro normativo più equo, a partire da un sistema di accise più bilanciato».

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