Soave, un simbolo del Made in Italy nel mondo

Conta 13 Comuni dell’Est Veronese, quasi 7.000 ettari vitati, un centinaio di aziende associate e circa 35 milioni di bottiglie prodotte all’anno, la Denominazione del Soave, un territorio che rappresenta un vero e proprio “scrigno di tesori” e il cui valore intrinseco risiede nell’unicità, a partire da un paesaggio collinare disegnato da secoli di storia e da terreni calcarei e vulcanici che conferiscono ai vini locali una mineralità e una sapidità distintive, oltre a un intrigante rapporto tra freschezza e longevità.

Cristian Ridolfi

«Il potenziale, qui, è enorme: questo areale veronese può esprimere vini di grande eleganza, in grado di competere con i migliori bianchi del mondo». A spiegarlo è Cristian Ridolfi, Presidente del Consorzio di Tutela Vini del Soave, deputato a tutelare e a divulgare le caratteristiche di questa eccellenza veneta e italiana e del suo territorio d’origine.

Qual è, dal suo punto di vista, il punto di forza della Doc?

«È senza dubbio la Garganega, vitigno autoctono che rappresenta l’anima del Soave. Quest’uva, coltivata con passione e competenza, è capace di regalare vini di grande complessità, con note di fiori bianchi, agrumi e una caratteristica nota minerale. Come Consorzio, tuteliamo il vino Soave nelle sue diverse tipologie: Soave, Soave Classico, Soave Superiore Docg e Recioto di Soave Docg. La Garganega è la cultivar madre che accomuna tutte le tipologie e in ognuna di esse si colgono marcatori ben definiti; nel corso della sua evoluzione, poi, ogni Soave cambia, migliora, si affina e diventa effettivamente sé stesso. La varietà dei suoli della nostra Denominazione regala un’equipollente molteplicità di vini Soave».

Dove vengono commercializzati perlopiù questi vini?

«Seppur l’interesse da parte del mercato domestico sia crescente, l’estero rappresenta una parte importante del nostro business, con uno sviluppo continuo negli ultimi anni. Il trend è positivo, perché i consumatori chiedono e si informano sempre di più in merito ai vini bianchi di qualità, soprattutto se, come nel nostro caso, viene posta particolare attenzione alla sostenibilità e al legame con il territorio. Le nostre piazze di riferimento estere sono principalmente Germania, Gran Bretagna e Nord Europa, seguite da Giappone, Stati Uniti e Canada. Il mercato canadese, in particolare, è molto importante e si sta dimostrando attento e ricettivo rispetto al Soave, vino che oggi è sicuramente in grado di intercettare i gusti e le tendenze contemporanee grazie alla sua immediatezza, a una buona persistenza, all’eleganza che lo contraddistingue e a una moderata alcolicità».

Ci parli delle realtà consociate…

«Del Consorzio fanno parte le realtà che condividono le linee guida definite dal disciplinare di produzione e che ritengono che l’opportunità di associarsi permetta loro di affrontare le sfide del mercato con maggiore forza ed efficacia. Di questa unione beneficiano sia le aziende più piccole, che possono avvantaggiarsi della forza commerciale delle realtà più strutturate, sia le imprese più grandi, che beneficiano del ruolo di ambasciatori della Denominazione spesso ricoperto da piccoli e coraggiosi produttori».

Come vive il ruolo presidenziale all’interno del Consorzio?

«Ogni lavoro, così come ogni ruolo, porta con sé sfide importanti e io ho sempre cercato di affrontarle con razionalità, dialogando con le aziende associate e cercando soluzioni condivise. Sono stato eletto nel marzo 2024 e, per me, l’incarico ha rappresentato fin dall’inizio un grande onore e una grande responsabilità. Ho finora vissuto il mandato con entusiasmo e con la consapevolezza dell’importanza della mia carica, impegnandomi ogni giorno per operare al meglio, con passione e dedizione, consapevole di poter fare la differenza per il futuro del Soave. All’interno del Consorzio ho cercato di portare la mia esperienza e la mia personale passione per il vino, lavorando per rafforzare la collaborazione tra le aziende socie con l’obiettivo di promuovere il Soave sui mercati esteri e valorizzare il territorio. Sono orgoglioso dei risultati raggiunti finora, ma sono altresì consapevole che c’è ancora molto da fare».

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here