Si trova in provincia di Potenza nel cuore del Vulture, Cantina di Venosa, unica cooperativa vinicola della Basilicata e attualmente fra le più note e rilevanti del settore in Sud Italia. Fondata nel 1957 da 27 soci, questa realtà è riconosciuta come un’azienda modello della cooperazione: cresciuta costantemente nei numeri e nella qualità dei suoi vini, frutto di vitigni cresciuti su suoli d’origine vulcanica, oggi conta 350 viticoltori, giovani per più della metà, eredi dei piccoli vignaioli delle generazioni precedenti.

Su oltre 800 ettari di vigne coltivate ad Aglianico, Malvasia di Basilicata, Moscato Bianco e Merlot, si ottengono 50.000 quintali d’uva (90% Aglianico) e 35.000 ettolitri di vino all’anno, il che permette alla cooperativa di produrre 2 milioni di bottiglie – su un potenziale di 5 milioni – e un 60% di vino sfuso; le etichette, in maggioranza di Aglianico del Vulture sia Doc sia Docg, sono 24, cinque in più dei dipendenti. Nel 2023 il fatturato, pari a 7,4 milioni di euro, è cresciuto del 17% rispetto all’anno precedente e anche il numero di bottiglie vendute è aumentato (+11%), dati che hanno confermato il trend economico positivo della Cantina, premiata da anni nei principali concorsi enologici internazionali.
«I nostri punti di forza sono molteplici – dichiara Francesco Perillo, Presidente di Cantina di Venosa – ma se dovessi evidenziarne uno solo affermerei che si tratta del rapporto qualità/prezzo delle nostre referenze, distintive di un territorio vocato per l’enologia, ma ancora “inesplorato”. La tutela dell’ambiente, il rispetto delle persone, la sostenibilità sociale ed economica sono valori che ispirano da lungo tempo la nostra attività e oggi li ritroviamo scritti nero su bianco, tradotti in azioni concrete, non solo tramite vuote parole». La cooperativa ha infatti sottoscritto tre documenti fondamentali per la vita aziendale e la sua idea di fare impresa: il Bilancio di sostenibilità, il Codice etico e la Politica di sostenibilità e sicurezza alimentare; il tutto per mantenere e migliorare anche la qualità dei vini, nel rispetto dei disciplinari di produzione delle Doc e Docg Aglianico del Vulture e Basilicata Igp.
Abbattere i costi, aumentare l’efficienza
Oggi nella sede di Cantina di Venosa è in via di completamento una riorganizzazione degli spazi per l’efficienza logistica e produttiva, l’accoglienza e l’enoturismo. I lavori, che hanno richiesto investimenti ingenti e si concluderanno entro la fine del 2026, prevedono nuove aree e la trasformazione di altre aree già esistenti, che saranno abbellite da rivestimenti e architetture moderne, pannelli e soluzioni di coibentazione per migliorare l’impatto ambientale, i consumi energetici e l’estetica, secondo uno stile contemporaneo dalle tinte grigio perla. Una scommessa sul futuro, per l’azienda cooperativa, che punterà anche e soprattutto sull’ospitalità per gli enoappassionati.
Concepita su due livelli, di cui uno interrato, la nuova cantina avrà infatti un’area accoglienza di 320 mq, un punto vendita, una grande sala degustazione, la cucina, i servizi e 4 colonnine di ricarica per le auto elettriche, mentre al piano interrato è prevista una sala convegni da 250 posti con bottaia a vista. La copertura in materiali riciclabili ecosostenibili e travi di legno sarà integrata da pannelli fotovoltaici e includerà una terrazza eventi di 500 mq, compreso il corridoio di salita.
«Recentemente abbiamo ultimato un magazzino automatizzato che contiene fino a 200.000 bottiglie – spiega Perillo – gestito da un robot e da un software che lo comanda a distanza per spostare i pancali e le merci, governabile dagli uffici attraverso codici di ordine. Questo sistema ha permesso di velocizzare i movimenti e razionalizzare gli spazi». Solo di qualche anno fa, inoltre, è la modernizzazione della linea di imbottigliamento, che ha consentito di abbattere i costi in produzione e di aumentare efficienza e competitività.
Triblocco da 6000 bottiglie/ora
Nello specifico, le linee di imbottigliamento sono due. La prima, piccola, semplice e manuale, a marca Borelli, è una riempitrice e tappatrice a vite con testina Arol per dame da 5 litri in vetro; la si impiega per confezionare quattro tipologie di dame che hanno un rapporto qualità/prezzo elevatissimo: due rossi e un rosato a base Aglianico del Vulture e un vino bianco. La seconda è proprio la linea fiore all’occhiello di Cantina di Venosa, installata nel 2015 e, da un anno, affiancata dal microfiltratore automatico Sofos della Juclas. Protagonista di questa linea è il triblocco Sincrofyl MBF, con potenziale di imbottigliamento di 6.000 pezzi all’ora; ad esso seguono il capsulatore Robino & Galandrino, l’etichettatrice Cavagnino & Gatti a tre stazioni con sistema a camme e, infine, l’inscatolamento, che avviene tramite una cartonatrice APE, mentre il depallettizzatore dei vuoti è a firma Cosmapack. Contemporaneamente, i controlli: livelli, presenza di etichetta, tappo e capsula sono affidati all’azienda Logics Control, con un nastro parallelo che raccoglie le bottiglie scartate. La palettizzazione, invece, è manuale, per esigenze di spazio, ma presto, con i progetti di ampliamento in corso, sarà automatizzata.
«I vetri da noi utilizzati sono sempre più disparati, in funzione del cliente e del consumatore finale – rivela l’enologo Donato Gentile –. Abbiamo formati classici bordolesi e borgognotte, ma anche formati speciali che garantiscono l’altissima qualità e un’immagine ideale delle nostre referenze». Sulla linea, le bottiglie depallettizzate avanzano su nastri gestiti da sensori e fotocellule e raggiungono il triblocco che le lava con un getto di acqua sterile a perdere, appena prima che si compiano l’immissione di azoto gassoso nei vetri per creare il vuoto, il riempimento, un’ulteriore insufflazione di azoto inerte, la tappatura – correlata a tipologia di vino lavorato e mercato finale – e, in ultimo, le operazioni di capsulatura, etichettatura e inscatolamento. Il vino e le acque di risciacquo, ma anche la sterilità dell’intero processo e della macchina riempitrice, sono garantiti dal sistema Sofos Juclas, che al termine di ogni ciclo rilascia un certificato di sanitizzazione, a garanzia ulteriore per i consumatori.