Sono Friulani Doc e si proclamano Vignaioli Indipendenti, aderendo appunto alla Federazione FIVI e producendo con orgoglio i loro vini in un territorio del Friuli Venezia Giulia altamente vocato alla viticoltura come quello goriziano del Cormòns.
“Siamo Federica Tabacchi e Moreno Ferlat. Produciamo vini bianchi e rossi nella parte orientale del Friuli Venezia Giulia, la DOC Friuli Isonzo. Vini bianchi e rossi, da qualche anno anche il nostro speciale Saint Gin. Rispetto della natura e della tradizione contadina, tecnologie evolute, certificazione biologica e lieviti indigeni: sono queste le parole chiave che legano da sempre i nostri vini alla nostra storia.”
Così si presentano Federica Tabacchi e il suo socio: un export del 55% per 400 ettolitri di vino prodotto annualmente, imbottigliando attorno ai 48.000 pezzi. Ed è proprio con lei, che si occupa della gestione commerciale della Società Agricola Ferlat Silvano &C, che abbiamo parlato di produzione e imbottigliamento dei loro vini.

Un’idea ben radicata
«Raccogliendo i suoi frutti nella zona orientale del Friuli Venezia Giulia, nella rinomata DOC Friuli Isonzo, l’azienda agricola nasce originariamente nel 1950 – ricorda Federica Tabacchi -. Nel 2017, io e Moreno (Ferlat) abbiamo deciso di lasciare i vecchi impieghi e dedicarci solamente alla Società Agricola Ferlat Silvano & C, di cui siamo i due soci e proprietari. Il vino ha sempre fatto parte delle nostre vite. Mio nonno era commerciante di vini e la famiglia di Moreno ha sempre operato nel campo dell’agricoltura. Abbiamo deciso di unire le nostre esperienze: Moreno è enologo e ha lavorato per molti anni in una nota cantina friulana e io nasco come commerciale e amministrativa e ho maturato esperienze in diverse aziende alimentari. Attualmente coltiviamo 7 ettari di vigneti con i metodi dell’agricoltura biologica e insieme a noi oggi lavora Christian, un ragazzo bravissimo assunto un anno fa. Il concetto base che anima la nostra azienda è quello della ricerca e della produzione di vini con una spiccata personalità, riconoscibili e maturi. Per ottenere questo risultato usiamo le tecniche più evolute, ma nel rispetto assoluto della natura e della tradizione contadina per ottenere uve che ci permettano di produrre i “nostri vini personali”. Nel vigneto, il pensiero è molto semplice e lineare. Cerchiamo il minimo impatto ambientale nella coltivazione delle piante e per questo tutti i vigneti sono totalmente inerbiti con erbe che si sviluppano spontaneamente. Per la regolazione del manto erboso, non usiamo nessun aiuto chimico (ovvero nessun diserbante), ma crediamo fortemente nello sfalcio e nella pacciamatura naturale. La nostra è un’azienda biologica certificata e, di conseguenza, i trattamenti con prodotti chimici di sintesi sono banditi e utilizziamo soltanto rame e zolfo per il controllo delle malattie della vite e dell’uva e fertilizzanti di origine organica e animale in modo da ricercare la massima qualità e naturalezza dell’uva. Così oggi le nostre bottiglie, grazie a un 55% di export, raggiungono Paesi come USA, Canada, Germania, Svizzera, Spagna, Danimarca, Honk Kong, Olanda e Repubblica Ceca».