Distilleria Walcher: un’offerta in sintonia con il mercato

A pochi chilometri da Bolzano, Appiano è terra di castelli, laghi e vini, dove la coltivazione della frutta e delle uve impegna un territorio da sempre rurale e agricolo di grande bellezza e respiro paesaggistico. In questa terra i Walcher, agricoltori da 9 generazioni, hanno avviato nel 1966 un’attività di distillazione di uve e frutti.

Gli alambicchi a bagnomaria sono il cuore pulsante della Distilleria Walcher

La passione per questo lavoro, la scelta di materie prime di qualità, spesso autoctone, ha permesso alla Distilleria Walcher di crescere negli anni. Pur rimanendo un’azienda medio-piccola a conduzione familiare, questa distilleria altoatesina è oggi presente in oltre quaranta Paesi al mondo. Se la grappa rimane l’epicentro di una tradizione quasi sessantennale, l’azienda, in sintonia con l’evoluzione di gusti e tendenze dei mercati, ha sviluppato una proposta sempre più ampia di liquori, di prodotti dedicati alla mixology tra i quali una gamma di prodotti analcolici. Nel segno della continuità di una solida tradizione, i Walcher proseguono con la passione di sempre e con quella verve innovativa indispensabile per decodificare i segnali di cambiamento del mercato e delle abitudini di consumo.

Racconta l’azienda Theodor Walcher, rappresentante legale dell’azienda.

Come nasce la vostra attività?

«Da sempre i Walcher si sono occupati della coltivazione delle terre. Qui ad Appiano le condizioni pedoclimatiche sono ottimali sia per la crescita delle vigne sia degli alberi da frutto. Fu l’intraprendenza di mio padre Alfons che portò una ventata di novità in famiglia. Cominciò a distillare piccole partite di frutta e uva provenienti dalle proprie coltivazioni. La passione che sviluppò in questo lavoro fu tale da ipotizzare dei risvolti commerciali. All’inizio degli Anni ’70, con l’acquisto dei primi alambicchi a bagnomaria, l’idea imprenditoriale prende forma; le prime produzioni vengono vendute sul mercato locale, poi regionale».

Per quanto riguarda i mercati oggi?

«Abbiamo sviluppato attività commerciali con oltre 40 Paesi al mondo. L’attività è fortemente cresciuta da quei giorni iniziali grazie all’export e alla capacità di decodificare i segnali di cambiamento del mercato e delle abitudini di consumo sempre più orientate alla mixology. Con la seconda generazione in azienda – alla quale appartengo – si è concretizzato questo passaggio chiave nello sviluppo della Distilleria, nella quale ormai da diversi anni lavora anche la terza generazione di famiglia.

La Germania e i Paesi del Nord Europa sono sicuramente i mercati più importanti per noi. Se in Germania permane un forte interesse verso grappe e acqueviti, nei Paesi scandinavi c’è molto interesse per prodotti dedicati alla creazione di cocktail. Il Nord Europa, tra l’altro, è particolarmente sensibile ai temi della sostenibilità anche quando si parla di spirits. Distilleria Walcher, in piena sintonia con questa filosofia di pensiero, è un’azienda attivamente impegnata nel rendere le proprie produzioni ecosostenibili sia utilizzando energia pulita, grazie all’istallazione di un impianto fotovoltaico in grado di coprire nelle giornate favorevoli l’intero fabbisogno energetico, sia scegliendo materie prime provenienti da agricoltura biologica. Sono oggi circa una trentina i prodotti a catalogo certificati biologici.

Per dare delle percentuali, il 75% della nostra produzione è destinata ai mercati esteri. Abbiamo parlato del Nord Europa, ma Distilleria Walcher è presente anche negli Stati Uniti, Paese dove vorremmo crescere ulteriormente il nostro business, Canada, Sud Africa, Cina, Giappone, … In questi Paesi il core business è rappresentato dai prodotti dedicati alla mixology».

Un ulteriore passaggio è stato puntare sulla plastica…

«La produzione di bottiglie di plastica è 5 volte meno energivora rispetto a quella delle bottiglie in vetro. Nel Nord Europa il riciclo della plastica è particolarmente efficiente e tale da considerare altamente sostenibile per l’ambiente l’impiego di contenitori in questo materiale. Abbiamo quindi sviluppato per tali Paesi un pack in plastica dedicato e certificato 100% riciclabile: dalla bottiglia, al tappo, dall’etichetta alla colla per apporla! In queste bottiglie proponiamo Gin e liquori».

Per quanto riguarda l’Italia?

«L’Italia è un mercato più tradizionale dove c’è ancora una buona richiesta di grappa, anche se si sta gradualmente affermando sempre più anche nel nostro Paese il consumo di cocktail piuttosto che del superalcolico in purezza».

Entriamo più nel dettaglio della vostra proposta, per quanto riguarda la grappa?

«Siamo nati come distillatori di vinacce e di frutta. Il nostro sentimento, nonostante il fisiologico e continuo sviluppo di altri prodotti a catalogo, rimane verso questa produzione. Siamo stati i primi in Alto Adige a produrre una Grappa in purezza di Santa Maddalena, vino Doc dell’Alto Adige, un rosso dalle interessanti connotazioni aromatiche. Una grappa morbida e rotonda che proponiamo da sempre nella sua tradizionale bottiglia da 200 e 700 ml. Sempre per quanto riguarda i vitigni autoctoni, proponiamo una Grappa in purezza di Lagrein che si distingue per le sue note fruttate e i caratteristici sentori di frutti di bosco tipici del vitigno di origine. Una grappa ben strutturata, fine, dal gusto morbido e rotondo al palato. Sempre dai vitigni autoctoni nasce la Grappa di Gewürztraminer dal profilo aromatico, il deciso profumo di petali di rosa e note speziate che al palato si presenta compatta, morbida e persistente».

Grappe bianche o invecchiate?

«Proponiamo entrambe. Per l’invecchiamento in legno preferiamo i grandi tonneaux alle barrique da 225 litri, questo ci consente di ottenere una perfetta armonia tra il legno e il profilo aromatico del prodotto. Legno che utilizziamo nelle diverse essenze dal ciliegio, al gelso, al rovere, al frassino per creare le nostre selezioni di Grappe. Sempre in tema di invecchiamento in legno, nostro motivo di vanto è Paradiso un brandy ottenuto da una selezione di varietà di vini pregiati e corposi dell’Alto Adige, distillato delicatamente in alambicco a bagnomaria e affinato in piccole botti di rovere francese. Un Brandy pregiato, prodotto in edizione limitata, molto apprezzato dai nostri clienti che si caratterizza per le spiccate note mature e un retrogusto piacevole e persistente al palato».

L’acquavite d’uva è un’altra vostra specialità…
«Siamo una delle pochissime aziende che la produce con uve coltivate in Alto Adige, da viticoltori di nascita questo per noi è un motivo di vanto»

Sempre parlando della vostra proposta commerciale?

«Il gin fa sicuramente la parte del leone. Abbiamo creduto in questo prodotto anche in tempi in cui il mercato non era ricettivo. Distilled Dry Gin è un gin estivo, fresco e fruttato, ottenuto da 24 botaniche mediterranee provenienti da coltivazioni biologiche: sentori di fiori bianchi precedono la ricca parte del fruttato, dove spiccano limone, mela e note agrumate. Nel vegetale invece sono presenti sentori balsamici di menta, accompagnati da erba fresca, rosmarino, anice e menta piperita; a chiudere il ventaglio aromatico, il tostato con la vaniglia e lo speziato con la liquirizia. Sole e Luna PX Bio è una vera rarità, un gin affinato per 16 mesi in piccole botti barrique di produzione PX sherry; un prodotto dedicato agli amanti di questo spirits da gustare puro a piccoli sorsi».

Quanto conta la scelta delle materie prime nella vostra produzione?

«Siamo riconosciuti per la qualità delle nostre produzioni che deriva certo dalla passione per il nostro lavoro e dal know how che sottende l’attività della distilleria, ma l’impiego di ingredienti selezionatissimi è fondamentale per il risultato finale. Per quanto riguarda le uve, accettiamo solo vinacce diraspate mentre ci occupiamo direttamente della raccolta – entro sei ore dalla pigiatura – delle vinacce vergini. Utilizziamo per quanto possibile frutta coltivata in Alto Adige che si distingue per il suo straordinario profilo aromatico. Produzioni autoctone anche per l’approvvigionamento del latte, ingrediente principale del nostro Bombardino, insieme a tuorlo d’uovo fresco e rum; per questo liquore tipico delle zone alpine utilizziamo esclusivamente il latte fresco proveniente dalle stalle delle nostre montagne. Scegliere ingredienti nati sul territorio per noi significa non solo puntare su materie prime di qualità ma anche sostenere l’agricoltura locale, creando reddito per le molte famiglie che in Alto Adige sono impegnate nel settore agricolo».

L’Acetaia è un progetto che si sviluppa in questa direzione?

«Il progetto è stato avviato sette anni or sono, focalizzandoci su un aceto balsamico alla mela, frutto iconico per la nostra regione. La gamma si è ampliata moltissimo negli anni, oggi sono una trentina le referenze a catalogo, prodotti di pregio ottenuti da materie prime autoctone per lo più di origine biologica certificata e utilizzando metodi di lavorazione artigianali».

Quali saranno gli sviluppi della Distilleria Walcher?

«Tra i nostri progetti in divenire c’è l’ulteriore sviluppo dell’Acetaia e della gamma dei non alcoholic spirits, prodotti dedicati alla mixology per chi vuole bere analcolico. Siamo in procinto di presentare un whisky invecchiato in botti di rovere francese e successivamente in botti di Oloroso. L’innovazione continua nel segno di una attività che non ha mai smesso di emozionarci da 60 anni a questa parte».